La Grecia è uno dei casi più paradossali della seconda ondata della pandemia. Le misure restrittive adottate da Atene non hanno avuto effetti duraturi ed oggi, ad oltre quattro mesi di distanza, sono ancora in vigore. La curva dei contagi, che dopo un primo picco toccato alla metà di novembre si era piegata su livelli accettabili, è tornata a crescere a partire dalla fine di gennaio e rischia di travolgere il debole sistema sanitario locale. Il governo greco, che si era distinto per la sua efficienza nel corso della prima ondata, ha fatto tutto quello che poteva per contenere il Covid-19 ma gli sforzi si sono rivelati inutili.

Un Paese da quattro mesi in lockdown

La Grecia è in lockdown, quasi ininterrottamente, dal 5 novembre quando vennero chiusi i negozi non essenziali, cinema, teatri, ristoranti, palestre e si decise di sospendere le lezioni in presenza in scuole ed università. I cittadini, per poter uscire di casa, devono inviare un SMS ed ottenere una risposta scritta che li autorizzi e che funga da garanzia qualora ci siano controlli da parte delle forze dell’ordine. Una breve fase di allentamento delle misure ha avuto luogo tra il 14 dicembre ed il 2 gennaio quando hanno riaperto i negozi di abbigliamento, i parrucchieri ed altri servizi. Le scuole elementari e medie sono invece tornate alle lezioni in presenza tra gennaio e febbraio.

Le regioni della Grecia sono state inizialmente suddivise, a partire dal 20 gennaio, in due fasce di rischio. Nella fascia di rischio media (gialla) era in vigore un coprifuoco notturno tra l 21 e le 5 di mattina, i luoghi di culto erano aperti al pubblico ma con restrizioni e negozi, barbieri, parrucchieri ed estetisti potevano operare rispettando le regole del distanziamento sociale. I cittadini potevano recarvisi solamente dopo aver inviato un SMS e per massimo due ore.

Nella fascia di rischio alta (rossa) il coprifuoco era in vigore tra le 18 e le 5, la maggior parte dei negozi poteva operare unicamente su appuntamento ed in alcuni casi lasciando ai clienti la merce ordinata fuori dal negozio, mentre i luoghi di culto erano sottoposti a restrizioni molto severe. Il peggioramento della situazione epidemiologica ha poi spinto l’esecutivo ad irrigidire le misure delle fasce, trasformate rispettivamente in rossa e rossa scura.

L’Attica, dove si trova Atene ed altre zone sono rosso scure e sottoposte ad un lockdown che prevede il coprifuoco dalle 18 alle 6 e la chiusura di tutte le attività commerciali e delle scuole. Le altre regioni hanno invece mantenuto le medesime restrizioni della vecchia fascia rossa. L’aumento delle infezioni ha costretto il governo a chiudere tutte le scuole a partire dal 12 marzo ed a porre buona parte del paese in rosso scuro.

Cosa dicono i dati sui contagi

La Grecia ha registrato 222.281 casi di Covid-19 dall’inizio della pandemia su una popolazione di poco superiore ai 10 milioni di abitanti. Le infezioni con esito fatale sono state 7137, circa il 3.2% del totale. La media mobile a sette giorni delle nuove infezioni, come ricordato da Our World in Data, è in costante crescita: il 27 gennaio era pari a 587 casi, il 12 febbraio a 1,162, il primo marzo a 1,656 ed il 15 marzo a 2.285. Anche la media a sette giorni dei decessi per milione di abitanti è, purtroppo, in espansione e si è passati dai 2.22 decessi del 23 febbraio ai 4.66 del 15 marzo.

La situazione negli ospedali non è particolarmente confortante. Ad Atene le terapie intensive hanno il 95% dei posti letto occupati mentre nel resto del paese ad essere occupato è il 72% dei posti letto e più in generale centinaia di persone vengono ricoverate ogni giorno in ospedale a causa della malattia. Secondo alcuni esperti la crescita delle nuove infezioni, malgrado le restrizioni, è dovuta alla variante del virus identificata per la prima volta nel Regno Unito e più contagiosa. Ad incidere sono anche le continue violazioni del lockdown che si registrano in tutto il paese e che probabilmente continueranno a causa dell’esasperazione sociale dopo un anno di pandemia. Non bisogna dimenticare, infine, il ruolo giocato dalle grandi dimostrazioni di piazza e la forte pressione che c’è tanto sul sistema produttivo quanto su quello sanitario.

L’economia greca, che punta sul settore turistico, si è contratta dell’8,2% nel 2020 rispetto all’anno precedente ed il prodotto interno lordo del paese è passato dai 183.6 miliardi di euro del 2019 ai 168.5 dell’anno successivo. Atene, che negli ultimi anni ha sfiorato il default e che sta uscendo con difficoltà dalla grave crisi economica che la ha quasi travolta, è ancora in condizioni precarie e la pandemia rischia di rivelarsi un colpo di grazia. Il tasso di disoccupazione, che decresce costantemente dal 2013 quando era del 28%, dovrebbe mantenersi stabile nel 2021 intorno al 17.6% contro il 17.3 del 2020.

La campagna di vaccinazioni sembra invece procedere per il verso giusto. Il primo ministro Kyriakos Mitsotakis ha ricordato che sono state somministrate oltre un milione di dosi di vaccino contro il Covid-19 ed ha invitato i cittadini ad essere pazienti durante il lockdown. Da un recente sondaggio realizzato da Skai Tv è emerso come l’80% dei greci voglia farsi vaccinare ed il 68% sia consapevole della necessità delle restrizioni. Il problema, però, è che il lockdown costa 750 milioni di euro a settimana e potrebbe rivelarsi non sostenibile nel lungo periodo.