Nel corso dell’ennesima conferenza fiume, questa volta tenuta per informare gli italiani sulle nuove misure anti Covid in vista delle festività natalizie, Giuseppe Conte ha rilasciato alcune importanti dichiarazioni sul vaccino. Seguendo il solito modus operandi che lo ha contraddistinto durante tutta l’emergenza coronavirus, il premier ha addolcito le severe restrizioni comunicate al pubblico con un premio di consolazione.

La narrazione di fondo segue più o meno lo stesso copione da mesi: anche se la scelta è “dolorosa”, il governo è costretto a inasprire o ad attuare le tali disposizioni per scongiurare l’aumento dei contagi. In cambio del sacrificio richiesto ai cittadini, l’esecutivo promette un futuro radioso. Peccato poi che le promesse di Conte si scontrino, ogni volta, con la realtà dei fatti. Una realtà ben diversa dai racconti semplicistici e semplificati del premier.

L’ultima balla riguarda i vaccini. O meglio: la vaccinazione. “Ci avviamo al vaccine day il 27 dicembre. Non prevediamo l’obbligatorietà del vaccino ma abbiamo iniziato a promuovere una campagna per il vaccino che sarà un vaccino sicuro e sarà offerto a tutti e speriamo che tutti si predispongano alla vaccinazione”, ha spiegato Conte.

Il Vaccine Day “di Conte”

Chi ha la memoria corta e chi non ha avuto modo di seguire la diatriba sui vaccini – cioè la maggioranza degli italiani –, non potrà che aver gioito alle parole del premier. Poco importa se bar e e ristoranti dovranno stare chiusi durante uno dei periodi più floridi dell’anno, quello che di fatto va tra la Vigilia di Natale e l’Epifania. E poco importa se le attività commerciali dovranno fare i conti con una clientela spaventata e perennemente accusata dall’opinione pubblica di creare pericolosi assembramenti. Al termine dello sforzo richiesto dall’esecutivo, contenuto nell’ultimo decreto, nella narrazione del governo gli italiani potranno vedere la luce in fondo al tunnel.

Per la data del 27 dicembre, infatti, Conte ha confermato il Vaccine Day, cioè l’inizio delle vaccinazioni anti Covid in tutta Europa. Niente di strano, direte voi. Il punto è che, a differenza di quanto potrebbero pensare i cittadini, il prossimo 27 dicembre l’Italia non risolverà alcun problema. Quella giornata, definita “simbolica” perfino dal supercommissario Domenico Arcuri, sarà soltanto il primo passo verso il tortuoso percorso che porterà fuori dall’emergenza. Il motivo è semplice: nel famigerato Vaccine Day italiano saranno iniettate soltanto 9.750 dosi del vaccino realizzato da Pfizer e BioNTech. È fuori strada chi, ammaliato dagli annunci del premier, immaginava di riporre mascherine e gel disinfettanti entro la fine dell’anno.

Promesse al vento

Tecnicamente Conte non ha detto alcuna bugia. Perché, come abbiamo visto, il 27 dicembre scatterà davvero il Vaccine Day. Eppure, il premier ha scelto di usare una narrazione ambigua, facendo quasi credere che, dopo un’altra tornata di divieti e zone rosse, gli italiani potranno tornare a respirare in vista del 27 dicembre e delle conseguenti settimane. La situazione è in realtà un po’ più complessa, visto che in Italia vivono oltre 60 milioni di persone, che le prime dosi basteranno per coprire meno di 10mila cittadini e che i primi a essere vaccinati saranno coloro che rientreranno in categorie sensibili.

Tutto questo Conte lo ha dato per scontato. Insomma, anche nell’ultima conferenza stampa il presidente del Consiglio ha usato il bastone e la carota, anticipando il bastone senza tuttavia offrire una vera carota. Già, perché le restrizioni sono imminenti mentre per l’effettiva vaccinazione di tutti gli italiani bisognerà attendere un tempo non ancora definito. La mente,a questo punto, vola allo scorso ottobre quando Conte, annunciando severe misure restrittive, cercava di convincere gli italiani a sopportare un mesetto di coprifuoco e qualche altra limitazione. E poi via verso un “Natale sereno“. Che, a quanto pare, non ci sarà. Come, è bene ribadirlo, non ci saranno vaccini per tutti il giorno 27 dicembre.