La crescita della curva dei contagi provocati dal virus SARS-CoV-2 ha assunto dimensioni rilevanti in diversi Paesi del Vecchio Continente ma non in Germania. Berlino è riuscita, almeno sinora, a superare tanto l’emergenza sanitaria in primavera quanto la cosiddetta seconda ondata iniziata nel periodo tardo estivo. Nelle ultime due settimane il numero di casi giornalieri ha oscillato tra i 922 del 21 settembre ed i 2507 del 26 settembre. Cifre tutto sommato stabili e rassicuranti, anche tenendo conto del fatto che la Germania ha 83 milioni di abitanti e che altrove, come in Francia e Spagna, le nuove infezioni sono state anche oltre 10mila al giorno. L’avvicinarsi della stagione fredda ha però spinto alla prudenza l’esecutivo guidato da Angela Merkel. La Cancelliera ha dichiarato che, qualora il trend di crescita non si interrompa, la Germania potrebbe avere 19200 nuovi casi giornalieri nel periodo di Natale e che è necessario introdurre nuove misure restrittive durante l’autunno e l’inverno. La Merkel vuole evitare, a tutti i costi, un secondo lockdown nazionale per proteggere l’economia e la produttività tedesca.

Le nuove misure restrittive sono blande

L’aumento dei casi di infezione ha spinto l’esecutivo ad organizzare una riunione di emergenza con i vertici dei 16 Land tedeschi e ad adottare nuove misure restrittive. Tra queste c’è l’introduzione di un tetto massimo di partecipanti alle feste organizzate in territori che hanno avuto più di 35 nuovi casi di Covid-19 ogni 100mila abitanti nei sette giorni precedenti. Le feste che si svolgeranno in luoghi privati non potranno avere più di 25 invitati mentre a quelle che avranno luogo in pubblico non si potranno unire più di 50 persone. I Land avranno la possibilità di vietare, temporaneamente, la vendita di alcolici in bar e ristoranti mentre i clienti che lasceranno dati di tracciamento falsi incorreranno in una multa di 50 euro. Viene inoltre consigliato ai cittadini del Paese di non viaggiare, nel corso dell’autunno, in quei territori europei significativamente colpiti dal Covid-19. Le nuove misure restrittive, che appaiono blande, sono frutto di un compromesso tra il governo centrale e gli Stati federali tedeschi. I Land hanno implementato strategie diametralmente opposte per cercare di contenere il virus SARS-CoV-2 e ciò ha provocato un proliferare di norme e regolamenti regionali che mettono in discussione la stessa esistenza e necessità di linee guida nazionali.

Le differenze regionali

Michael Kretschmer e Rainer Haseloff, esponenti della CDU di Angela Merkel e governatori, rispettivamente, della Sassonia e della Sassonia-Anhalt, sono tra i più restii ad introdurre misure di contenimento. Kretschmer ha dichiarato che preferisce fare affidamento sulla responsabilità personale piuttosto che sulla coercizione mentre Haseloff ha affermato che il tasso di nuovi casi nel suo Land è cresciuto solo marginalmente e non c’è motivo di introdurre nuove misure restrittive. La Baviera, guidata da Markus Soeder della CSU, è invece a capo dei Land che vogliono (ed applicano) una linea più rigida: qui l’uso dei dispositivi di protezione personali in spazi pubblici è obbligatorio da più tempo e le sanzioni in caso di violazione sono più pesanti. In linea generale gli Stati federali dell’Ex Repubblica Democratica Tedesca, che hanno tassi di infezione molto più bassi della media nazionale, hanno deciso di adottare e mantenere una linea più lassista. Dove il problema è più sentito, come in Baviera, l’atteggiamento cambia. Ci sono poi alcune eccezioni, come il Land dell’Assia (dove si trova Francoforte sul Meno) che, pur in assenza di un’emergenza sanitaria, hanno imposto l’uso delle mascherine in tutti gli spazi chiusi.

Ecco perché la situazione può degenerare

La presenza di numerosi centri di potere in contrasto l’uno con l’altro e l’assenza di una strategia di contenimento efficace a livello nazionale potrebbe rivelarsi disastrosa qualora il quadro generale peggiori. Il governo centrale, anche per chiari motivi di sensibilità storica, è riluttante ad invadere gli ambiti di competenza delle regioni che, a loro volta, sono abituate da decenni ad autogestirsi. La pandemia è però una situazione eccezionale, non prevista e che proprio per questo necessita di una pianificazione eccezionale. Un aumento significativo dei casi a livello nazionale potrebbe così incontrare una risposta poco soddisfacente a livello territoriale, almeno per alcune settimane. Il tempo necessario per consentire al virus di espandersi con maggiore vigore e di rendere poi impossibili gli sforzi tardivi di contenimento. La Merkel è avvertita: è arrivato il momento di cambiare strada.

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