Primo ministro britannico dal 1979 al 1990, Margaret Thatcher può piacere o meno ma la sua rimane una delle figure più significative del secolo scorso. La sua politica liberista e libertaria volta alla deregulation del settore finanziario e alla privatizzazione delle società statali, oltre alla riduzione dell’influenza dei sindacati, la rendono, ancora oggi, una figura “divisiva” agli occhi di molti, ma nessuno può negare il carisma senza tempo della “Lady di Ferro” nata a Grantham il 13 ottobre 1925 e morta l’8 aprile 2013.
Ed è proprio nel cuore della sua città natale, Grantham, che ora sorge una statua che ricorda la figura di “Maggie”. La statua si trova nel parco di St Peter’s Hill, a pochi metri da quella dedicata a Sir Isaac Newton, e a due passi da un museo dove una sezione è dedicata proprio all’ex Primo ministro e dal market un tempo di proprietà della sua famiglia. Per una città industriale come Grantham, nel Lincolnshire, il museo è l’attrazione principale e attira turisti da tutto il mondo, giunti in città per conoscere la storia e le radici di “Maggie”.
La statua dedicata alla Lady di Ferro vandalizzata nella sua città Natale
Eretta poco lo scorso 15 maggio, nella giornata del 30 maggio la scultura dedicata alla Thatcher da 300 mila sterline è stata imbrattata con vernice rossa e una falce e martello, dipinta sulla recinzione che la proteggeva. È solo l’ultimo, come riferisce la Bbc, degli episodi di vandalismo registrati in poco meno di due settimane contro il monumento dedicato alla Lady di Ferro. Poche ore dopo la sua installazione, Jeremy Webster, 59 anni, vicedirettore dell’Attenborough Arts Centre dell’Università di Leicester, è stato multato per aver lanciato delle uova contro la statua. Commentando la notizia, la figlia di Margaret Thatcher, Carol, che vive fuori dal Regno Unito, ha detto di non aver visto la scultura, ma ha osservato che “non è un buon momento per essere una statua da nessuna parte in questi giorni, a quanto pare”.
Neil Kinnock, che ha guidato il partito laburista tra il 1983 e il 1992, ed è stato uno dei grandi rivali di Maggie, ha condannato senza appello i vandalismi: “La statua dovrebbe essere rispettata, punto e basta”. Il monumento è stato offerta alla città di Grantham dopo che il Consiglio di Westminster ha rifiutato di farsene carico nel 2018 tra i timori di “disobbedienza civile e vandalismo”. La fastosa inaugurazione del monumento dedicato alla Lady di Ferro nella sua città natale, inizialmente pianificata nel 2020, ha attirato numerose critiche, compreso un gruppo Facebook che ha promosso una “gara di lancio delle uova” alla quale hanno aderito 13 mila persone.
- La cancel culture esiste, ed è un problema
- La furia della cancel culture contro i Padri Fondatori
- I crociati del politicamente corretto
“Figura divisiva”: l’isteria woke contro Maggie
A Grantham, come riporta il Guardian, gli abitanti hanno opinioni diverse sulla figura dell’ex Primi ministro. “È molto divisiva, ho letto così tanti commenti a riguardo sui social media”, ha detto la 25enne Mollie Topham, passando davanti alla statua mentre andava al lavoro. “Non credo che meritasse di essere vandalizzata, ma ognuno deve esprimere i propri sentimenti. Posso capire perché è lì, è stata la prima donna primo ministro ed è di Grantham. Ma i soldi avrebbero potuto essere spesi meglio?”. “Ho due adolescenti e sono felice che la statua sia lì per fargliela vedere. Fa parte della storia di Grantham”, ha sottolineato Katrina Glover, che stava visitando la statua con la sua amica Joy Brown, un’ex attivista del partito conservatore. “Penso che sia giusto che Grantham la celebri”, ha osservato Les Large, 72 anni, della vicina Stamford. “Lei è la prima leader donna che abbiamo mai avuto. Non credo che dovrebbe essere vandalizzata”.
L’opposizione al governo della Thatcher, negli anni’80, fu forte anche sul fronte socio-culturale: artisti come Pink Floyd, Morrissey, Billy Bragg, scrissero canzoni contro la sua visione del mondo e del lavoro e soprattutto contro la guerra per il controllo delle isole Falkland-Malvine tra Gran Bretagna ed Argentina. Era un’opposizione dura, ma ragionata. Oggi la “cancel culture” non ammette né ragionamenti né dibattiti: la storia va cancellata, senza se e senza ma, e riscritta secondo i canoni della (post)modernità e del politicamente corretto. Per questo la statua di Maggie, nella Gran Bretagna contemporanea, difficilmente troverà mai pace.