Il vaccino russo contro il Covid-19, denominato Sputnik V, ha generato una risposta immunitaria nei partecipanti che hanno preso parte alle fasi uno e due della sperimentazione, ha indotto le cellule T a reagire e non ha provocato effetti collaterali significativi. La conferma viene direttamente da Lancet, la prestigiosa rivista medica americana che ha revisionato i dati scientifici delle sperimentazioni. Si tratta di una grande vittoria per la Federazione Russa, che potrebbe vincere la (rin)corsa mondiale ad un vaccino efficace ed in grado di porre fine alla pandemia. Secondo Kirill Dmitriev, amministratore delegato del Russian Direct Investment Fund si tratta di una “svolta” dopo gli attacchi ricevuti dal progetto. “La Federazione Russa” , ha affermato Dmitriev, “ritiene di avere il miglior vaccino del mondo”.
I critici sono stati smentiti
Il vaccino è stato il primo ad essere brevettato nel mondo dopo l’approvazione data dalle autorità sanitarie del Paese nel mese di agosto. Vladimir Putin aveva poi annunciato che la produzione di massa del preparato avrebbe avuto inizio a settembre. Alcuni esperti avevano però esternato la propria disapprovazione dato che il vaccino aveva ricevuto il via libera per l’uso di massa senza essere prima testato in Fase 3. In questa fase della sperimentazione il preparato viene inoculato su migliaia di volontari ed i suoi effetti vengono comparati a quelli di un placebo per verificarne il potenziale. L’associazione delle organizzazioni di sperimentazione clinica (ACTO), basata a Mosca, aveva chiesto al Ministero della Salute di posticipare la registrazione del vaccino sino al completamento della Fase 3. I ricercatori avevano affermato che una fretta eccessiva avrebbe potuto esporre i consumatori a rischi non necessari. Alex Azar, Segretario per la Salute e la Sicurezza nell’Amministrazione Trump, aveva invece chiarito come “l’importante non è arrivare per primi al vaccino ma avere un vaccino che sia sicuro ed efficace per tutto il mondo”. I critici sono però stati smentiti ed il medicinale ha superato una prima prova.
I dettagli del protocollo
Mikhail Murashko, ministro della Salute della Federazione Russa, ha reso noto che i primi ad essere vaccinati saranno i membri del personale medico e gli insegnanti e che 2500 volontari su 40mila sono già stati reclutati per la fase 3 della sperimentazione. Murashko ha chiarito che “saranno registrati diversi vaccini” mentre la Federazione Russa ha reso noto che più di venti Paesi hanno richiesto un miliardo di dosi dello Sputnik V. L’uso massiccio del medicinale sulla popolazione civile dovrebbe aver inizio a partire dal primo gennaio del 2021.
Una lotta senza esclusione di colpi
Il Cremlino ha coinvolto i migliori medici russi nella lotta contro il coronavirus e nel tentativo di sviluppare un vaccino prima della Cina e dell’Occidente. Per Konstantin Chumakov, un virologo russo residente negli Stati Uniti e membro del Global Virus Collaboration, ” è il nome stesso del vaccino, Sputnik V, a suggerire come l’obiettivo finale dell’arrivare primi sia quello di ottenere un vantaggio geopolitico”. La competizione è serrata: la cinese Cansino Biologics Inc., secondo quanto riferito da un membro della società, sé in trattativa con diversi Paesi affinché il proprio vaccino possa esservi utilizzato prima della fine delle sperimentazioni. I vaccini sviluppati da Moderna e dall’Università di Oxford sono invece in Fase 3. Il dottor Anthony Fauci, guru dei virologi e consigliere di Donald Trump e Stephen Hahn, a capo della Food and Drug Administration, hanno reso noto che, in presenza di dati eccellenti, alcune categorie di persone potrebbero avere accesso al vaccino prima della fine delle sperimentazioni.
La corsa globale al vaccino sembra destinata a generare benefici per l’intera comunità internazionale. La necessità di porre fine, nel più breve tempo possibile, alla pandemia è un’esigenza vitale per tutti ed in questo caso lo “scontro” tra Cina, Europa, Russia e Stati Uniti non può che rivelarsi positivo, a prescindere dall’esito finale.