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La Federazione Russa potrebbe aver compiuto un’accelerazione  nella lotta al Covid. Il presidente Vladimir Putin ha reso noto che il Ministero della Salute ha dato il via libera al vaccino anti- covid sviluppato dall’Istituto Gamaleya di Mosca. Il preparato è il primo vaccino contro il Covid-19 ufficialmente registrato al mondo. Il Capo di Stato ha reso noto che il vaccino ha superato i controlli necessari e che sua figlia lo ha già ricevuto. Il preparato sarebbe sicuro, efficace e dovrebbe fornire l’immunità necessaria. Il vice primo ministro Tatyana Golikova ha annunciato che il vaccino sarà inoculato allo staff medico a partire da agosto e che sarà avviata una campagna di vaccinazione all’inizio del 2021. Il Ministro della Salute Mikhail Murashko ha chiarito che due somministrazioni garantirebbero l’immunità per due anni.

Un momento cruciale

Le fasi uno e due dei test clinici del vaccino russo sono stati completate in appena due mesi, mentre la fase tre dovrebbe avere inizio nei prossimi giorni. I ricercatori non hanno però pubblicato alcun dato in merito ai possibili effetti collaterali di lungo periodo e permangono dubbi sulla sicurezza del farmaco. Tarik Jasarevic, portavoce dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha chiarito come l’organizzazione internazionale e le autorità sanitarie russe siano in contatto ed ha affermato che il vaccino dovrà essere sottoposto a test che ne certifichino l’efficacia e la sicurezza al fine di ricevere l’approvazione dell’OMS. I primi test hanno avuto luogo su 38 volontari e tutti hanno poi sviluppato immunità. L‘assenza della fase 3, che dura mesi e che avrà luogo in parallelo alla produzione di massa del preparato, ha suscitato molte perplessità. Kiril Dimitriev, a capo del fondo sovrano russo RDIF, ha reso noto che il vaccino verrà commercializzato all’estero con il nome di Sputnik V e cone ci sismo accordi internazionali per la produzione di 500 milioni di dosi e richieste per un miliardo di dosi da 20 Paesi.

L’aspetto politico del vaccino

Secondo alcune voci critiche la rincorsa russa al vaccino sarebbe condizionata da forti pressioni politiche volte a dimostrare la potenza scientifica di Mosca. La scoperta di una cura contro il Covid-19, che ha letteralmente paralizzato l’economia globale, può rilanciare le prospettive internazionali di Mosca, che riuscirebbe a mettere in ombra gli Stati Uniti di Donald Trump. Il vaccino russo non è, però, l’unico ad essere in via di sviluppo: ci sono, infatti, diversi candidati, da quello sviluppato da Moderna a quello realizzato dall’Università di Oxford, che hanno da poco iniziato la fase 3. Il rischio è che le spinte nazionalistiche possano, paradossalmente, rallentare la lotta alla pandemia che, in realtà, potrebbe essere facilitata dal libero scambio delle ricerche sul Covid-19. Un atteggiamento, quest’ultimo, che pare destinato a rimanere lettera morta. Il presidente americano Donald Trump, ad esempio, non ha fatto mistero di voler giungere per primo alla cura ed ha attaccato ripetutamente gli avversari storici come Cina e Russia. Non è escluso, dunque, che solo una parte del mondo riesca, almeno inizialmente, a beneficiare di una cura in grado di fiaccare la pandemia. A rimetterci saranno probabilmente i Paesi più deboli dal punto di vista politico, come le nazioni africane, tagliate fuori da ogni possibile partecipazione. La Federazione Russa potrebbe sfruttare il momento, qualora tutto vada per il verso giusto, per espandersi e solidificare la propria presenza anche qui.

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