Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 15.252 nuovi casi di coronavirus, il valore più alto su base giornaliera dall’inizio della pandemia, mentre i casi totali, in un Paese che conta poco più di 10 milioni di abitanti, sono schizzati a quota 238.323 unità. Con il peggior aumento di infezioni settimanali rispetto al numero di cittadini, la Repubblica Ceca è così diventata il peggior focolaio d’Europa. Il governo è stato costretto ad approvare formalmente la possibilità di ricevere aiuti dall’estero. Gli Stati Uniti hanno risposto presente, inviando una squadra di 28 medici della Guardia nazionale statunitense provenienti dagli stati del Nebraska e del Texas.
Non può ovviamente bastare per arginare la corsa del virus, ormai fuori controllo. Il premier ceco, Andrej Babis, è sotto pressione. Come ha sottolineato la Cnn, in conferenza stampa il premier ha chiesto per cinque volte scusa alla popolazione, ammettendo che lui e il suo governo hanno commesso errori nella gestione dell’epidemia. “Mi dispiace per le nuove restrizioni che avranno un impatto sulla vita di imprenditori, cittadini, dipendenti. Non potevo immaginare che ciò sarebbe accaduto”, ha aggiunto il premier.
Da giovedì è in vigore nel Paese un lockdown parziale che durerà almeno fino al 3 novembre, con la chiusura dei negozi e limitazioni agli spostamenti dei cittadini. Praga ha ordinato il congelamento degli esercizi commerciali e dei servizi non essenziali e, al tempo stesso, consentito solo i viaggi essenziali, tra cui quelli per il lavoro e le visite mediche. Ai cittadini è permesso fare una passeggiata in mezzo alla natura ma incontrando al massimo una persona e mantenendo 2 metri di distanza. In uno scenario che ricorda quanto accaduto in Italia, in Lombardia, lo scorso marzo, alimentari e farmacie restano aperte.
Sistema sanitario in tilt e crisi politica all’orizzonte
A preoccupare il governo c’è l’allarme lanciato dal ministro della Salute ceco, Roman Prymula, il quale ha dichiarato che il sistema sanitario nazionale raggiungerà presto il limite della sua capacità. A quel punto accadrà una mezza apocalisse, con gli ospedali che resteranno a corto di posti letto. Il countdown è iniziato e, a meno di un’inversione di tendenza nei contagi, la fosca eventualità si verificherà a novembre. Il numero dei pazienti ricoverati ha superato i 4mila e, con ogni probabilità, continuerà a crescere anche nelle prossime ore.
Nel frattempo, accanto alla crisi sanitaria, in Repubblica Ceca si sta consumando anche una crisi politica. Il premier Babis ha chiesto le dimissioni del suo ministro della Sanità e, stando a quanto riportato dall’agenzia Ctk, se Prymula non dovesse rassegnarle, sarà rimosso. Il motivo è presto detto: da foto pubblicate dal tabloid Blesk è emerso che mercoledì sera Prymula ha incontrato in un ristorante Jaroslav Faltynek, capogruppo del partito Ano alla Camera dei Deputati, violando le restrizioni in vigore per contenere la diffusione del coronavirus. Faltynek si è assunto la responsabilità di aver organizzato l’incontro, dicendo di conoscere bene il proprietario del ristorante e di non aver messo a rischio nessuno. Come se non bastasse, nelle foto Prymula appare senza mascherina: non un bel segnale lanciato alla popolazione in un momento delicatissimo.
Le ragioni del collasso
Per quale motivo in Repubblica Ceca l’epidemia è fuori controllo? Eppure il Paese era uscito quasi indenne dalla prima ondata, con pochi contagi e un numero ridotto di morti. Il lockdown parziale è arrivato dopo mesi interi durante i quali Praga si è rifiutata di imporre regole più rigide. Basti pensare che per tutta l’estate l’obbligo di indossare le mascherine era valido soltanto sui mezzi di trasporto.
Il rilassamento estivo e ritardo degli interventi, da attuare subito, quando la curva epidemiologica stava iniziando a salire, hanno formato un cocktail esplosivo. In un certo senso possiamo dire che la Repubblica Ceca è stata vittima del proprio successo. Elogiato durante la prima ondata, il governo ceco si è cullato sugli allori fino all’attuale emergenza. La debacle è iniziata a ottobre, e adesso il tasso di positività dei tamponi ha raggiunto il 30% (il più alto di tutta l’Unione europea). Gli ospedali hanno raggiunto l’80% della loro capacità e, anche aumentando i posti di 10mila unità, secondo le autorità la saturazione completa potrebbe avvenire tra il 7 e l’11 novembre. Proprio per questo motivo i malati meno gravi saranno portati in hotel e spa. Non solo: l’esercito ha allestito nella capitale un ospedale da campo da 500 posti. Ma potrebbe non bastare.