Dal 2015, ogni anno, per circa 15 giorni, il Ministero della Difesa russo organizza un evento sportivo-militare denominato International Army Games (Iag). Nell’arco di due settimane i partecipanti, decine e decine di Paesi per lo più non appartenenti alla Nato, si affrontano in varie di competizioni per dimostrare agli spettatori (e al mondo intero) qual è la nazione che può contare sull’esercito più potente.

Dal tank biathlon al concorso per decretare quali sono i campioni del fuoco di artiglieria, dalla sfida tra gli equipaggi specialisti dei veicoli da combattimento di fanteria al testa a testa tra le unità ingegneristiche. E ancora: il braccio di ferro tra i dipartimenti di intelligence, le unità antiaeree e le forze di difesa chimica e biologica. Queste sono soltanto alcune delle specialità nelle quali si confronteranno i partecipanti nell’edizione 2020, la quinta dall’inizio dell’appuntamento annuale.

Nonostante la pandemia di Covid, gli Iag si terranno regolarmente, a Mosca, precisamente nel periodo compreso tra il 29 agosto e il 5 settembre. Stando a quanto dichiarato dal ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu, quest’anno sono stati invitati a prender parte ai giochi dell’esercito 90 Paesi, tra i quali – novità rispetto al passato – alcuni membri dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (Nato).

I giochi dell’esercito

Le indiscrezioni che filtrano da Mosca parlano di circa 250 squadre partecipanti alla competizione, per un totale di quasi 5mila persone. In un primo momento gli organizzatori dei giochi avrebbero voluto far disputare le 30 gare in programma sul territorio di undici differenti stati. Tuttavia sei di loro – Cina, Iran, Kazakistan, India, Sri Lanka e Mongolia – si sono rifiutati di rivestire i panni dei Paesi ospitanti a causa della pandemia di coronavirus.

Il grosso delle sfide, stando al programma, si terrà in Russia (24) mentre altre sei gare si svolgeranno in Armenia, Azerbaigian, Bielorussia e Uzbekistan. Ma a che cosa servono gli Iag? Prima di tutto a intrattenere il pubblico. Dietro le quinte, ha scritto la Cnn, il significato è però un altro. I giochi equivalgono a una vetrina che serve a ricordare agli alleati della Russia (e agli Stati Uniti) che gli sforzi occidentali per isolare Mosca hanno fallito.

La Cina, uno degli ospiti più attesi, ha annunciato che invierà il proprio personale militare. Il semaforo verde arriva direttamente dal portavoce del ministero della Difesa cinese, Ren Guoqiang. “In un momento così critico nella lotta contro la Covid-19, la partecipazione dei militari cinesi agli Iag mira a rafforzare ulteriormente la cooperazione strategica tra i militari cinesi e russi e ad approfondire la loro cooperazione pratica nell’addestramento militare”, ha spiegato il portavoce Ren.

Una (possibile) bomba sanitaria

Eppure, al netto del significato dei giochi, non mancano i rischi sanitari. E non potrebbe essere altrimenti, a giudicare dai numeri del coronavirus in giro per il mondo e a leggere le statistiche di alcuni dei Paesi che saranno presumibilmente invitati agli Iag. Non c’è ancora un elenco completo dei partecipanti, anche se alcuni governi invieranno presumibilmente i loro militari in loco.

Oltre alla Cina, India, Iran e Kazakistan dovrebbero rispondere presente. Il punto è che tutti questi Stati hanno avuto o continuano ad avere enormi problemi con il coronavirus. Il colonnello generale Ivan Buvaltsev ha spiegato che saranno prese ferree misure anti Covid e che il rischio stimato per i partecipanti sarà paragonabile a quello intercorso durante la Parata del Giorno della Vittoria a Mosca, svoltosi lo scorso 24 giugno. “È pronto un piano di sicurezza complesso che prevede misure senza precedenti”, ha dichiarato Buvaltsev, aggiungendo che la citata parata “non ha influenzato la situazione epidemiologica degli armati forze”.

In che cosa consistono queste misure? “Saranno in atto severi requisiti medici per la quarantena e i partecipanti saranno sottoposti ad accurati test. Tutti i preparativi per le competizioni avranno luogo all’aria aperta. Le squadre saranno sistemate lontano dalle aree popolate”, ha concluso lo stesso Buvaltsev.

In ogni caso c’è chi ha subito paragonato gli Iag ai Giochi militari mondiali andati in scena a Wuhan dal 18 al 27 ottobre 2019, pochi mesi prima della diffusione della pandemia di Covid. In quell’occasione 10mila atleti provenienti da 140 Paesi si sono sfidati in più di 300 eventi. Dal momento che molti partecipanti, una volta rientrati in patria, hanno iniziato ad accusare i sintomi del Covid, l’opinione pubblica ha subito puntato il dito contro i giochi, ritenendoli responsabili di aver indirettamente contribuito a diffondere il virus in tutto il globo. Al netto delle rassicurazioni russe, gli Iag rappresentano davvero una potenziale bomba sanitaria. Sarà fondamentale che gli organizzatori facciano di tutto per non farla esplodere.