La variante del virus Sars-Cov-2 che si è diffusa nell’Inghilterra sudorientale e nella città di Londra ha sconvolto i piani natalizi fatti dall’esecutivo di Boris Johnson. La versione mutata è molto più contagiosa (fino al 70 per cento in più) di quella presente nel Regno Unito e costituisce una minaccia da affrontare nel più breve tempo possibile. La variante è stata individuata per la la prima volta nel mese di settembre nell’Inghilterra sudorientale. Le contee dell’Inghilterra orientale, sudorientale e la città di Londra subiranno restrizioni molto dure a partire da questa domenica ed entreranno, di fatto, in lockdown. Queste aree verranno incluse nel Tier 4, il livello più alto di allarme tra quelli in cui sono suddivise le contee dell’Inghilterra ed i residenti, salvo alcuni casi specifici, non potranno uscire dalle proprie abitazioni. I negozi non essenziali, le palestre ed i luoghi di svago dovranno chiudere, non si potrà incontrare più di una persona non convivente ed unicamente all’aperto ed in un luogo pubblico, i cittadini dovranno lavorare da casa a meno che ciò non sia impossibile e non si potrà uscire ed entrare da queste aree.
La variante della discordia
La comparsa della nuova variante può spaventare ma non bisogna dimenticare che, anche nel recente passato, ci sono state altre mutazioni del Covid-19. Tra queste c’è quella comparsa tra i visoni in Danimarca, che ha portato all’abbattimento di milioni di questi animali. Questa mutazione ha suscitato una forte preoccupazione perché gli anticorpi delle persone guarite non sembravano in grado di neutralizzare in maniera efficace questa variante. I virus varianti, che come suggerisce il nome divergono da quelli in circolazione in precedenza, sono però del tutto comuni nel corso di una pandemia e la maggior parte delle mutazioni subite da un virus tende, inevitabilmente, ad autoestinguersi. “Nulla sembra suggerire”, come riferito dal Ministro della Salute inglese Matt Hancock (e riportato dall’Huffington Post) , “che la variante possa essere responsabile di forme più severe di Covid-19 o che possa essere resistente ai vaccini“.
Secondo Emma Hodcroft, esperta di genetica virale presso l’Università di Berna, il nuovo ceppo avrebbe tre mutazioni nella proteina spike che il coronavirus utilizza per entrare nelle cellule umane e la scienziata rassicura sul fatto che “Non c’è nulla che suggerisca che la variante abbia maggiori probabilità di causare malattie gravi, e l’ultimo quadro clinico dice che è altamente improbabile che questa mutazione non possa rispondere a un vaccino“. Non è però da escludere che la velocità con cui si è propagata la seconda ondata pandemica in Europa possa essere dovuta proprio ad una mutazione e tra le principali indiziate c’è la 20A.EU1, individuata ad ottobre e diffusa dai lavoratori agricoli spagnoli in gran parte del Vecchio Continente. La variante D614G è invece, al momento, l’unica che ha influenzato in maniera significativa il comportamento del coronavirus e ne ha aumentato la capacità di trasmissione.
Il futuro può rivelarsi complesso
Alcuni scienziati sembrano, però, decisamente allarmati da quanto sta accadendo nel Regno Unito. Giorgio Gilestro, neurobiologo e professore associato dell’Imperial College di Londra, ha dichiarato che “più che una variante, si tratta di una famiglia di varianti con una cosa in comune e che sono probabilmente tentativi riusciti del ceppo virale di scappare dagli anticorpi di chi ha sviluppato immunità e sono immuni, ad esempio, alle terapia al plasma”. Gilestro chiarisce come “Questi sono ceppi che si sono sviluppati per pressione evolutiva” e ciò “vuol dire che appena un numero sufficiente di persone inizia ad avere anticorpi contro il virus per immunità acquisita direttamente o per via vaccinale, nuovi ceppi emergono”. Gilestro conclude la sua spiegazione affermando che “Vista la contagiosità, visto il numero di immigrati Ee a Londra, visto il periodo (Natale), temo che sia ormai scontato che questa variante si diffonderà velocemente nel resto d’Europa”. Le parole del neurobiologo potrebbero rivelarsi profetiche, per lo meno per ciò che riguarda la diffusione del virus in Europa. I Paesi Bassi hanno annunciato la sospensione di tutti i voli con il Regno Unito sino al primo gennaio dopo aver scoperto un caso della nuova variante britannica del coronavirus nel proprio territorio nazionale. La variante britannica potrebbe essere già presente in diverse nazioni europee ed è persino possibile che il forte aumento di casi registrato nelle ultime settimane in Europa (ed anche in alcune regioni italiane come il Veneto) possa esservi legato. I governi europei rischiano, proprio come accaduto nel mese di febbraio quando si riteneva che il Covid-19 non fosse presente in Europa ma ancora confinato in Asia, di agire con ritardo eccessivo e quando il danno è ormai stato compiuto.