Le proteste in corso a Shanghai, a Pechino e in altre grandi città della Cina, non hanno convinto il governo cinese a modificare la rigida politica sanitaria Zero Covid. Anzi, in un editoriale pubblicato sul Quotidiano del popolo, organo di stampa ufficiale del Partito comunista, si legge che la Repubblica Popolare Cinese “persisterà fermamente” nella sua politica di tolleranza zero verso il Covid-19 e che alla vittoria assisterà soltanto “chi ha tenuto duro fino alla fine”.

L’articolo, firmato Zhongyin, è espressione dei vertici del Partito. Nelle sue righe auspica la correzione degli “atteggiamenti sbagliati“, tra i quali “la sottovalutazione del problema, l’indifferenza e l’arroganza”. “Dobbiamo risolutamente superare i ragionamenti ottusi, la stanchezza, le vane speranze e una certa mentalità lassista”, specifica l’editoriale.

“Le nostre politiche di prevenzione e controllo possono resistere alla prova della storia, sono scientifiche ed efficaci. Sono le più economiche. Non c’è dubbio su questo e dobbiamo avere piena fiducia”, ribadisce il testo. Chiaro il significato: la Zero Covid Policy continuerà ancora a scandire la quotidianità del popolo più numeroso del mondo.

Scontri e proteste

Nonostante la presa di posizione del governo sulla necessità di proseguire la cosiddetta Zero Covid Policy, da molteplici città cinesi arrivano cronache di proteste di massa trasformatesi, in alcuni casi, in vere e proprie sommosse.

A Shanghai, ad esempio, l’epicentro del malcontento è situato tra le strade Anfu Road e Urumqi Road, nel cuore della megalopoli. Una parte dei dimostranti intona l’inno nazionale, altri scandiscono le parole “Vogliamo la libertà” e si spingono anche a chiedere le dimissioni del presidente Xi Jinping. I video, che circolano a decine sui social network, mostrano l’arrivo sul posto di decine di mezzi della polizia in assetto anti sommossa, seguito dall’arresto di un numero imprecisato di manifestanti.

Da ieri sera le proteste sono in corso anche a Pechino, a Wuhan, a Nanchino e a Canton. Per quanto riguarda la capitale, in mattinata si sono mobilitati gli studenti dell’Università Tsinghua, ovvero l’ateneo che da decenni forma la classe dirigente del Paese. Qui centinaia di studenti hanno urlato slogan per la “libertà di espressione, la democrazia, i diritti”.

Ricordiamo che le manifestazioni nell’ateneo, dopo i fatti del 1989, sono estremamente rare. Proprio come le scene di protesta generali che stanno avvenendo in queste ore al di là della Muraglia.

Una politica spinosa

Per quale motivo la Cina insiste nel mantenere la tolleranza zero contro il Covid a distanza ormai di circa tre anni dall’inizio della pandemia? Ci sono molteplici versioni. La spiegazione ufficiale del governo è che salvaguardare la vita umana dei cittadini viene prima di qualsiasi altra cosa, economia compresa, e questo sarebbe valido ancora oggi.

C’è, poi, chi ritiene che la Cina, nel caso in cui dovesse allentare la presa, potrebbe ritrovarsi a fare i conti con un sistema sanitario non all’altezza dell’emergenza. Infine, troviamo chi sostiene che i vaccini cinesi, gli stessi impiegati per proteggere la popolazione locale, non siano in grado di funzionare contro gli ultimi ceppi del virus.

In ogni caso, Pechino proseguirà, almeno per il momento, con la Zero Covid Policy al netto di ogni ripercussione. Continuare su questa strada potrebbe però alimentare il seme della rivolta – a quanto pare la pazienza di una fetta di cittadini inizierebbe ad essere satura – e danneggiare ulteriormente l’economia del Paese, praticamente chiuso al turismo di massa dal 2019. La Cina dà insomma la sensazione di essere una pericolosa pentola a pressione. Nessuno sa dire quanto ancora durerà la tolleranza zero contro il virus.

Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.