Non soltanto festival della musica o gare sportive, è giunto oramai alla sua terza edizione l’Etnospor, un vero e proprio “festival delle etnie” che si tiene ad Istanbul. In una Turchia che si prepara al voto per le legislative, ecco che nella principale metropoli del Paese ha luogo una delle più singolari manifestazioni capace, nel giro di pochi anni, di attestarsi a livello internazionale. L’Etnospor consente un raffronto tra alcuni degli elementi principali di diverse culture, sia del medio oriente che di altre parti del mondo: cucina, modi di vivere, balli e sport tradizionali di 31 paesi vengono messi in scena nel quartiere di piazza Yenipaki. Un modo come un altro per mostrare curiosità ai tanti visitatori, ma anche per arricchire lo scambio interculturale.

Dalla cucina allo sport

La particolarità dell’Etnospor consiste nel raggruppare tante aree tematiche di diversi paesi tutti in uno stesso piccolo spazio. Un vero e proprio giro del mondo da effettuare girando attorno ad una piazza: si passa dalla cucina tradizionale di almeno venti paesi, fino ai balli di culture apparentemente lontane o poco conosciute. Iniziato il 9 maggio scorso, l’Etnospor chiuderà i battenti in questa domenica: particolarmente apprezzati sono stati, tra gli altri, gli arcieri a cavallo giapponesi nominati “Yabusame”, così come i ballerini dei gruppi tradizionali dei Balcani. Per turisti e visitatori, vi è la possibilità di praticare inoltre i vari sport dei paesi presenti con le proprie rappresentative ad Istanbul. Se per gli abitanti della metropoli turca tutto ciò significa riprendere il contatto con vecchie discipline e vecchie tradizioni rimaste un po’ all’ombra con il tempo, per i turisti invece poter stare a contatto con i protagonisti di Etnospor vuol dire immergersi in mondi totalmente sconosciuti.

Ovviamente importante successo per gli stand dove vengono esposti i prodotti culinari tradizionali: in tanti descrivono questa parte del festival come una vera e propria esplosione di odori e colori, con tante peculiarità della cucina di almeno trenta paesi messe l’una accanto all’altra. Ovviamente i tanti turisti presenti hanno potuto assaggiare, nel giro di una semplice passeggiata, i vari prodotti culinari presenti ad Etnospor.

Non mancano le connotazioni politiche

In un contesto in cui sono presenti diversi paesi da tutto il mondo, non possono mancare anche alcune polemiche ed alcuni veri e propri “gialli” di natura prettamente politica. È accaduto ad esempio nella rappresentazione delle tradizioni dei falchi: usati in tutto il mondo arabo per la caccia, ad Istanbul sono stati portati i falchi provenienti dal Qatar. Si tratta di specie cresciute ed allevate nel piccolo Stato del golfo, ma a molti non è passata inosservata una presunta scelta politica nell’affidarsi ai falchi qatarioti. La Turchia infatti è stretta alleata del Qatar, ha contribuito a far evitare grossi danni a Doha dall’embargo imposto lo scorso giugno dall’Arabia Saudita, entrambi i paesi hanno sostenuto e sostengono sigle vicine alla fratellanza musulmana in medio oriente. La presenza del falchi del Qatar ha quindi suscitato in alcuni casi perplessità, in altri invece ha sollevato le proteste di chi non vede di buon occhio l’operato di Doha.

Complessivamente comunque, non si sono registrate tensioni: per la Turchia l’Etnospor assume ogni anno un’importanza sempre più marcata, sia a livello turistico che di immagine da rilanciare al resto del mondo. Non a caso, in piena campagna elettorale, tutti i principali big dell’Akp, il partito del presidente Erdogan, e del governo, sono stati presenti tra gli stand e tra gli spazi allestiti ad Istanbul.

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