Con l’arrivo della pandemia di coronavirus nel Paese, la crisi sociale e politica che aveva interessato il Cile a cavallo tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 sembrava essere apparentemente rientrata. In parte a causa dell’attenuamento delle politiche di austerità e in parte a causa delle preoccupazioni della popolazioni che l’avevano spinta a evitare assembramenti di protesta, le immagini nelle quali la capitale Santiago era messa a ferro e fuoco dai manifestanti sembravano essere state definitivamente accantonate.

Tuttavia, l’animo della popolazione cilena è tutt’altro che stabilizzato e, al limite, può essere considerato per l’appunto solamente sedato dagli eventi di contorno che hanno caratterizzato l’anno appena trascorso. E in questo scenario, dunque, la possibilità che il minimo evento possa dare il via ad una nuova serie di proteste di massa è ben altro che remota, sottolineando come il Paese possa ancora essere considerato a tutti gli effetti una bomba a orologeria.

Caserma data alle fiamme, torna la violenza contro la polizia

Nella notta tra venerdì e sabato alcuni edifici municipali di Panguipulli (una città di mare all’estremo meridionale del Paese) sono stati dati alle fiamme dai manifestanti. A scatenare la rabbia della popolazione sarebbe stata un’uccisione compiuta a sangue freddo dalle forze dell’ordine nei confronti di un giocoliere di strada della città, senza che al momento sia ancora stato confermato il movente che avrebbe spinto la polizia ad operare in questo modo. Nei minuti successivi alla notizia, la folla si è accalcata nelle strade, costringendo alla ritirata le forze dell’ordine per dirigersi quindi in direzione dei palazzi istituzionali locali, dove negli scontri sono stati appiccati vari incendi dolosi.

Il ministro degli Interni del Paese, Rodrigo Delgado, è stato costretto a convocare d’urgenza il suo gabinetto per decidere il piano d’azione. Dura la condanna rivolta ad entrambe le parti: sia verso i manifestanti accusati di aver danneggiato il patrimonio cittadini provocando disordini potenzialmente fatali sia verso la polizia, nei confronti della quale nei prossimi giorni saranno avviate le indagini.

L’odio verso establishment e polizia

Benché come sottolineato in precedenza la situazione fosse sembrata fino a questo momento almeno sedata, la rabbia della popolazione cilena nei confronti delle istituzioni e soprattutto nei confronti delle forze dell’ordine è tutt’altro che sparita. Anzi, i lunghi mesi di lockdown non hanno fatto altro che accrescere l’astio nei confronti del governo e della repressione della polizia, incubando un odio che, da un momento all’altro, potrebbe esplodere in una nuova stagione di manifestazione di protesta.

Alla base della rabbia cilena, in fondo, ci sarebbero proprio gli atteggiamenti tenuti dalle forze dell’ordine, le troppe tutele che essi avrebbero anche in caso di errore e soprattutto una cecità del governo nei confronti della situazione drammatica che sta attraversando la popolazione. Tra crisi economica, pandemia e divario sociale sempre più marcato., il pericolo adesso è che una nuova esplosione delle manifestazioni possa portare a nuove instabilità interne, quanto mai pericolose se contestualizzate all’interno del momento delicato che il Cile, come il resto del mondo, sta attraversando.

Benché adesso si debba attendere quali saranno le mosse delle istituzioni nei prossimi giorni per capire soprattutto se saranno rivolte all’apertura nei confronti delle richieste della popolazione o se saranno invece rivolte alla tutela della polizia, il quadro è assai problematico. E dall’entità della risposta delle istituzioni, realisticamente, sarà possibile comprendere al meglio come saranno le evoluzioni della vicenda e capire se la miccia accesa a Panguipulli posa essere emulata nelle prossime settimane anche in altre città del Paese. Poiché, se così sarà, la sensazione è che il Cile possa accendersi ancora una volta, riportando alla luce i malumori sociali che avevano interessato già nello scorso inverno il Paese e che avevano messo a dura prova il presidente Sebastian Pinera.

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