Dalla Germania agli Stati Uniti, dal Canada all’Irlanda passando per Regno Unito, Australia e Brasile. Questi sono soltanto alcuni dei Paesi che devono fare (o hanno fatto) i conti con pericolosi focolai di Covid-19 esplosi all’interno di grandi aziende che lavorano la carne. Se nei primi mesi della pandemia erano gli ospedali a essere considerati gli incubatori e diffusi per eccellenza del virus, adesso i riflettori sono puntati sui mattatoi.

In Germania, al momento, la situazione è particolarmente critica. A Dortmund, dall’inizio della settimana, sono stati riscontrati 657 casi positivi di coronavirus tra i dipendenti di un macello. Le autorità sanitarie del comune di Guetersloh hanno subito messo in quarantena circa 7mila persone, tra cui tutti i lavoratori dell’impianto, che ha temporaneamente sospeso la lavorazione.

Le scuole e i centri ricreativi della zona sono stati chiusi. Il consigliere distrettuale Sven Georg Adenauer ha spiegato che l’azienda, facente parte del gruppo Toennies, uno dei più importanti dell’industria della carne in Germania, resterà chiusa per un periodo di tempo compreso tra i 10 e i 14 giorni.

In Germania la situazione è critica

Per quale motivo i mattatoi sono diventati così pericolosi? Tornando al caso tedesco, l’azienda colpita ha spiegato che l’esplosione dei contagi sarebbe da ricollegare al rientro sul posto di lavoro di centinaia e centinaia di addetti originari dell’Est europa. Questi, per lo più rumeni e polacchi, dopo aver trascorso un lungo weekend in patria, avrebbero viaggiato fino a 17 ore stipati in bus affollati senza rispettare alcuna misura di prevenzione anti contagio.

A quanto pare nessuno dei lavoratori presentava sintomi, anche se con i primi test sono emersi i primi 128 positivi. Un portavoce di Toennies si è scusato per l’accaduto, sottolineando che le basse temperature presenti nell’impianto agevolano l’infezione. In realtà, fa notare i più che il freddo, a provocare l’impennata dei contagi sarebbero le condizioni in cui sono costretti a vivere gli stranieri dell’Est, alloggiati da Toennies in dormitori insalubri e privi delle minime regole sanitarie da rispettare per scongiurare la diffusione del virus.

Già “spaventata” dai salmoni, la Cina ha bloccato l’importazione di carne di maiale dall’azienda. Secondo quanto annunciato oggi dell’Amministrazione generale delle dogane, a tutti i prodotti del mattatoio tedesco è stato vietato l’ingresso in Cina a partire dal 17 giugno.

Perché si creano focolai nei grandi macelli

A proposito dei mattatoi, il Guardian ha definito questi luoghi “caotici e folli”. A preoccupare gli epidemiologi sono almeno due aspetti. Il primo è che le particolari condizioni di lavoro hanno spesso impedito agli addetti di dotarsi di ogni protezione e applicare il distanziamento sociale.

Il secondo riguarda la forza di lavoro in sé. Molto spesso i lavoratori sono immigrati, talvolta irregolari, che sfuggono a ogni controllo e vivono in veri e propri dormitori sovraffollati. Un contesto ideale per la diffusione del virus. Dulcis in fundo, i grandi macelli non hanno mai smesso di lavorare, neppure durante le fasi più critiche della pandemia. Stando a quanto riportato dal Midwest Center for Investigative Reporting, alla fine di maggio oltre 10mila contagi avvenuti negli Stati Uniti sarebbero da ricollegare ai mattatoi.