L’allarme di una minaccia “neo-nazista” nei Paesi occidentali ha subito un acceleramento parallelamente all’ascesa del populismo. Eppure questi movimenti extra-parlamentari sono sempre esistiti, persino dopo la caduta del Terzo Reich. Chi sono esattamente, come operano e quali sono le relazioni con i loro nemici giurati, in primis le organizzazioni ebraiche e l’intelligence americana? E quali sono le differenze con l’attuale alt-right americana?

J. Arthur Bloom è uno scrittore americano della Virginia, redattore-associato del The American Conservative, collaboratore di The Daily Caller e The Catholic Herald,  e ha svolto una ricerca dettagliata sul ruolo dell’estrema destra negli Usa. I suoi lavori sul neonazismo raccontano le relazioni storiche tra l’estrema destra americana con l’organizzazione ebraica filo-israeliana, le forze dell’ordine e l’intelligence americana, dimostrando, prove alla mano, come questi attori hanno spesso lavorato insieme per portare avanti i loro interessi.

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Nella tua ricerca hai spiegato come hanno lavorato in passato i neo-nazisti americani e il Ku Klux Klan e le loro relazioni con i gruppi che cercavano di distruggerli – tra cui l’organizzazione ebraica dell’Anti-Defamation League (ADL), le forze dell’ordine e il Federal Bureau of Investigation (FBI) -, denunciando le tecniche di infiltrazione tramite informatori. Puoi spiegare più nel dettaglio di cosa si tratta?  

I media si sono lamentati più volte del fatto che tutti hanno guadagnato qualcosa in questa sinergia. L’estrema destra vuole la visibilità, mentre le “watchdog organizations” vogliono raccogliere più donazioni. Non a caso sono state pubblicate sui giornali diverse interviste al noto nazionalista bianco Richard Spencer. “Se vogliono dei nazisti, gli daremo dei fottuti nazisti!” ha detto George Lincoln Rockwell, fondatore del Partito Nazista Americano negli anni Sessanta. L’estrema destra di solito è contenta di fare la parte che i giornali vogliono che assuma, ma c’è anche un livello di collusione molto più profondo che a che fare con dei pagamenti sottobanco e degli informatori delle forze dell’ordine.

Prima di tutto, dobbiamo fare una distinzione: gli informatori sono solo persone all’interno di un gruppo che rilasciano informazioni a dei partiti esterni interessati, poi c’è un tipo di informatore molto più specifico che entra in un gruppo sotto falsa identità e questo è un infiltrato. Io faccio ricerca su entrambi. Il pericolo degli informatori è che il loro status spesso li ha protetti dal perseguimento dei loro crimini. Nella criminalità organizzata, per esempio, questo accade frequentemente.

Dopo la fine della segregazione razziale, negli anni della famosa legge del “Civil Rights Act” (1964), c’è stata una resistenza di massa che si è tradotta nella formazione di gruppi come il Ku Klux Klan e il Partito Nazista Americano, i quali si opponevano al processo di integrazione, spesso in modi estremamente violenti. Ci sono esempi di informatori nel KKK che sono stati protetti dai crimini che hanno commesso, come per esempio Gary Thomas Rowe, autore di una serie di azioni criminali e terroristiche, tra cui il bombardamento della chiesa di Birmingham frequentata per la maggior parte da afro-americani e leader del movimento per i diritti civili e l’omicidio dell’attivista per i diritti civili Viola Liuzzo.

George Lincoln Rockwell, spesso telefonava ai capi dell’organizzazione ebraica dell’ADL e dell’FBI a Washington, per riportargli cosa stava architettando il suo partito. Lo faceva per farsi pubblicità. Bob DePugh, il fondatore dell’organizzazione militante anti-comunista negli anni ’60, Minutemen, e in seguito membro del movimento nazionalista bianco dell’Identità Cristiana (Identity Christianity Movement), collaborava con l’FBI perché si vedevano come alleati contro il comunismo.

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E non tutti gli informatori lavorano per le forze dell’ordine. L’ADL ha una lunga storia di collaborazione con informatori e infiltrati e ci sono nuove watchdog organizations come Hope Not Hate, che fanno lo stesso. A volte queste relazioni possono essere oscure. Ci sono molti casi in cui l’armonia tra gli interessi delle organizzazioni watchdog e i gruppi di estrema destra è più di una semplice simbiosi utile ai fini delle pubbliche relazioni. James Mitchell Rosenberg era un infiltrato dell’ADL e ha parlato più volte al movimento di Identità Cristiana di estrema destra nel Michigan. Questo gruppo era diretto da Bob Miles, che è stato coinvolto con il KKK. Miles sapeva chi era Rosenberg e lo lasciava parlare comunque.

Ma ancora più assurdo è come hanno collaborato in certi incidenti violenti – Jack Nelson, un reporter del Los Angeles Times, ha scritto di due uomini del Ku Klux Klan pagati per bombardare la casa del capo dell’ADL, nel 1968. L’ADL ha pagato questi due uomini del KKK per incastrare Thomas Tarrants, che era un pericoloso terrorista dell’estrema destra. Quando è andato alla casa del direttore dell’ADL, la polizia lo stava già aspettando e c’è stata una sparatoria, in cui una complice di Tarrants è stata uccisa, una donna di nome Kathy Ainsworth. L’FBI ha aiutato a organizzare la cosa, quindi questo dimostra che l’ADL e l’FBI avevano e, probabilmente, hanno tuttora un rapporto molto stretto. L’ADL pagava regolarmente, per esempio, dei viaggi in Israele alle forze dell’ordine americane. Per molti anni, la responsabile della liaison delle forze dell’ordine con l’ADL era Mira Boland, figlia del famoso capo mafioso ebraico Meyer Lansky.

Secondo te, l’alt-right americana di oggi, descritta dai giornali mainstream come i nazisti odierni, è diversa dal Ku Klux Kan e i neo-nazi del passato?

Una cosa che l’estrema destra ha imparato con la campagna di counter-intelligence di COINTELPRO per eliminare il KKK e altri gruppi di estrema destra tra gli anni ’50 e ’70, è che dovevano decentralizzarsi per non essere identificati. Da qui è nata l’idea delle cellule e gli attacchi dei lupi solitari. Si sono allontanati dalle strutture dei partiti. All’estremo di questa strategia ci sono figure come James Mason, autore di Siege, il paterfamilia di Atomwaffen – l’odierno gruppo neo-nazi terrorista, responsabile di una serie di omicidi l’anno scorso. Mason idealizzava Charles Manson, proprio per i suoi pensieri sulla guerra di razza, che Mason voleva che arrivasse il prima possibile. Questo tipo di violento nichilismo è la filosofia dietro a un gruppo come quello di Atomwaffen.

L’alt-right in generale non è un partito di massa, è una sottocultura o una movimento online. Se Rockwell era il Lenin dell’estrema destra, Richard Spencer è il suo Adorno. Spencer cerca di costruire una coscienza tra bianchi, non un partito politico. In termini di pensieri, tuttavia, l’alt-right di oggi crede più o meno nelle stesse cose degli estremisti del passato. Ma la struttura organizzativa è cambiata, perché più gerarchico è un partito, più facile è farlo crollare. L’alt-right oggi non può essere eliminato così facilmente, perché sono praticamente solo personaggi online che riappaiono appena vengono censurati.

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Quindi pensi che l’alt-right crescerà?  

Non penso che l’alt-right sia un movimento morente, perché i fattori che lo hanno fatto nascere stanno solo peggiorando: la scomparsa della classe media americana, la persecuzione mediatica, e le assurdità della giustizia sociale della sinistra continueranno, quindi ci saranno sempre persone che come reazione simpatizzeranno con le loro idee. 

Tuttavia, penso sia molto chiaro che l’alt-right, come l’estrema destra in passato, soffre di serie malfunzionamenti sociali. I loro personaggi principali sono ricoperti di scandali personali che li fanno apparire come persone psicologicamente instabili. Nessuno guarda a queste figure dell’alt-right e vede degli eroi della razza bianca. In parte, questo è il frutto di Nietzsche: pensano che come ubermenschen le regole per loro non valgono e possono comportarsi in modi che loro stessi troverebbero inaccettabili in altri gruppi. Uno dei problemi principali di questi gruppi, che li rende più deboli, è che i loro membri sono spesso mentalmente molto instabili, quindi si fanno corrompere facilmente. Questo li rende politicamente insignificanti. Un buon esempio è il Partito Tradizionalista dei Lavoratori (Traditionalist Workers Party), un gruppo di neo-nazisti di una parte dell’alt-right di oggi, che è crollato dopo una serie di scandali sessuali. I partiti politici marginali attraggono persone instabili.

Questi gruppi si stanno anche confrontando con una persecuzione legale e sociale. Questo tipo di repressione funziona, non facciamo finta che non sia così. E si estende anche al di fuori del semplice alt-right. Uno sviluppo recente è che queste tattiche vengono usate anche dalle istituzioni bancarie, che chiudono i conti di tante figure della destra populista. Le aziende dei social media hanno un ruolo molto più importante nel destabilizzare questi movimenti e queste aziende ora stanno lavorando con le organizzazioni di watchdog, come l’ADL e anche il più recente Southern Poverty Law Centre (SPLC), che si definiscono come “anti-odio”. Entrambe queste organizzazioni filtrano i contenuti su YouTube, e l’ADL ha rapporti con Twitter, Facebook e Google. Facebook fa le cose in maniera leggermente diversa e ha dichiarato che le sue scelte di algoritmi sono spesso scelte editoriali.  Ha uno staff che è cresciuto molto negli ultimi due anni, con migliaia di nuovi impiegati. Ci si chiede chi siano queste persone. Da dove arrivano? Chi decide quali notizie possiamo vedere online?

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