Canberra, misconosciuta capitale dell’Australia, sta per tagliare un traguardo importante. La città diventerà la più vaccinata al mondo entro la fine di novembre, quando quasi il 100 per cento della sua popolazione avrà ricevuto due dosi di un preparato anti-Covid. Si tratta di un obiettivo che, alcuni mesi fa, sarebbe apparso irrealistico visti gli ostacoli riscontrati dalla campagna di vaccinazione. Qui, come nel resto dell’Australia, l’immunizzazione ha dovuto fare i conti con problematiche di approvvigionamento, con indicazioni confuse da parte delle autorità di sanità pubblica e con una scarsa adesione dovuta alla percezione di un’assenza di rischio. La chiusura e l’isolamento dell’Australia, durati molti mesi, hanno impedito al virus di diffondersi. Le cose sono cambiate ad agosto, quando un focolaio della variante Delta si è esteso ed ha coinvolto la capitale. La strategia Covid Zero ha mostrato le sue debolezze e una volta capito che il virus non poteva essere eradicato si è vaccinato. L’adesione è stata massiccia e le proteste assenti perché Canberra, come molte altre parti del Paese, era stata posta in un lockdown da poco alleggerito.
La strategia dell’Australia
Una riapertura cauta e prudente, come ricordato dal sito del governo australiano, è la maggiore priorità dell’esecutivo. Il Piano Nazionale, a cui hanno aderito tutti gli Stati ed i Territori il 6 agosto del 2021, è diviso in fasi ed ha obiettivi ben precisi. La Fase A, denominata Vaccinare, Prepararsi e Tenere Sotto Controllo, prevede la forte soppressione del virus con lo scopo di minimizzare la trasmissione a livello di comunità. In questa Fase si suggerisce di accelerare i tassi di vaccinazione, chiudere i confini internazionali per tenere fuori il COVID-19 e fare ricorso a lockdown brevi ma stringenti in caso di epidemia. La Fase B, Transizione Vaccinale, potrà essere attivata quando oltre il 70 per cento degli adulti con più di 16 anni è completamente vaccinato e mira a minimizzare ospedalizzazioni e morti mediante restrizioni meno pesanti. La Fase C, Consolidamento, comporterà un’ulteriore moderazione delle restrizioni, con l’esenzione delle restrizioni per i vaccinati e potrà essere attivata quando l’80 per cento degli adulti con più di 16 anni verrà completamente vaccinato. La Fase D, Post Vaccinazione, consentirà di gestire il COVID-19 in maniera simile ad altre malattie infettive senza restrizioni o lockdown.
I campioni “mondiali” della vaccinazione
La lotta al Covid-19 ha evidenziato disparità su scala globale. Ci sono continenti, come quello africano, dove la stragrande maggioranza degli Stati ha vaccinato meno del 10 per cento della popolazione e dove la disorganizzazione dei sistemi sanitari locali e l’assenza di liquidità sta condizionando il quadro. Al disastro africano fanno da contraltare esempi di nazioni o città che hanno fatto quello che potevano contro la malattia. Gibilterra, ad esempio, ha un tasso di inoculazione del 119 per cento. Un record se si considera che i minori di 12 anni sono esclusi e spiegabile con il fatto che lavoratori spagnoli hanno potuto beneficiare della “generosità” locale. Senza volersi allontanare dalla penisola iberica c’è il caso del Portogallo, che ha vaccinato l’84 per cento dei suoi 10 milioni di abitanti ed è ai primi posti nel mondo. La Mekong Strategic Partners, come riferito dal Khmer Time, ha dichiarato che Phnom Penh ha vaccinato il 99 per cento degli adulti ed è la capitale più immune del mondo. L’85 per cento della popolazione di Singapore ha ricevuto la propria vaccinazione per il Covid-19 e ciò ha contenuto i casi gravi e le morti durante la recente ondata record. La città-stato sta dimostrando al mondo che vivere con il virus, piuttosto che eradicarlo, è la strada più sicura per uscire dalla pandemia.