L’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 è ormai rientrata in tutto il mondo, anche in Corea del Nord. Una serie di immagini satellitari ha infatti mostrato un livello “inusuale” di attività di manutenzione degli aeroplani nel principale aeroporto del Paese, l’Aeroporto internazionale Sunan, che potrebbe indicare l’intenzione di Pyongyang di riprendere i voli passeggeri internazionali.
È difficile capire che cosa è accaduto all’interno del Paese durante la pandemia globale, dato l’isolamento autoimposto dalle autorità locali, unito a rigide misure di prevenzione sul modello cinese.
In ogni caso, Reuters ha pubblicato un lungo articolo nel quale ha raccontato come i nordcoreani avrebbero trascorso gran parte degli ultimi due-tre anni a costruire un ipotetico, enorme “muro” lungo i confini che separano la Corea del Nord dalla Cina e dalla Russia. Secondo l’agenzia, Kim Jong Un avrebbe potenziato la sicurezza sulle frontiere bloccando le rotte per contrabbandieri e disertori.

Il muro nordcoreano
La frontiera settentrionale della Corea del Nord, in particolare i circa 1.400 chilometri condivisi con la Repubblica Popolare Cinese, ha tradizionalmente offerto ai cittadini nordcoreani un raro accesso ad opportunità commerciali esterne e, per alcuni, ha rappresentato addirittura una valida – seppur complessa – via di fuga per lasciare il Paese.
Nei mesi in cui la pandemia di Covid-19 stava paralizzato il mondo intero, pare tuttavia che Kim abbia ordinato di sigillare i confini con Cina e Russia. Dal 2020 in poi, Pyongyang avrebbe costruito centinaia di chilometri di nuove o migliorate recinzioni, muri e posti di guardia, così da trattenere i nordcoreani all’interno della nazione e tenere fuori gli elementi stranieri.
La portata del progetto è visibile dalle immagini satellitari analizzate da Reuters e dal Middlebury Institute of International Studies di Monterey, nonché dai resoconti di vari disertori, attivisti e altri faccendieri che hanno familiarità con l’attività lungo il confine.
Mentre le testimonianze dei disertori – pur essendo materiale prezioso – devono spesso essere prese con le molle, le prove satellitari impongono un’attenta riflessione. “Il tradizionale percorso Corea del Nord-Cina è ora effettivamente terminato, a meno che non ci sia un cambiamento importante nella situazione”, ha spiegato Kim, un pastore sudcoreano che ha aiutato i nordcoreani a disertare.
- L’alleanza 2.0 tra Russia e Corea del Nord
- Cosa sappiamo delle armi nordcoreane inviate alla Russia
- Il ruolo delle immagini satellitari Usa nella guerra di propaganda
Confini blindati
Lo scorso anno, solo 67 disertori sono riusciti a raggiungere la Corea del Sud, un numero in netta diminuzione rispetto ai 1.047 elementi del 2019. La cifra, a dire il vero, era già in calo anche prima della pandemia, in parte a causa delle restrizioni più severe imposte dalla Cina.
Tutto questo è però dovuto anche e soprattutto dal lavoro di rafforzamento delle frontiere attuato da Pyongyang. Giusto per fare un esempio, nel 2019 si potevano vedere elementi di sicurezza minimi lungo il confine tra Russia e Corea del Nord; nel dicembre del 2022, invece, erano visibili doppie recinzioni e possibili posti di guardia.
Il governo e i media statali nordcoreani hanno parlato poco di tali costruzioni. Anche se a ben vedere, in un discorso di Kim Jong Un risalente allo scorso anno, e passato inosservato, il leader di Pyongyang dichiarava la vittoria della sua nazione sul Covid e, al tempo stesso, ordinava ai funzionari di “assicurare la perfezione” di un “muro di blocco multiplo globale nelle aree di confine, in prima linea, nelle coste, nei mari e nell’aria”.
Un disertore che lavora lungo il confine in Cina ha detto a Reuters che sono state posizionate telecamere di sicurezza a intervalli regolari e installati più strati di recinzioni, inclusi filo spinato e recinzioni elettriche. Una parte delle sue descrizioni corrisponde effettivamente a quanto visibile consultando le suddette immagini satellitari. Se così fosse, la Corea avrebbe blindato il confine settentrionale, mentre quello meridionale, come è noto, coincide con il famigerato 38esimo parallelo. E dunque con un’altra forntiera blindatissima.