Un misterioso “lockdown nazionale” oppure un “problema nazionale” non meglio specificato. Non sappiamo quale sia la causa, ma in Corea del Nord è successo qualcosa di strano. I residenti di Pyongyang, capitale del Paese, si sono improvvisamente ritrovati a fare i conti con un blocco che, a quanto pare, non era stato né previsto né annunciato dalle autorità.

Secondo quanto riportato dal sito Nk News, l’ordine ha scatenato tra gli abitanti una vera e propria corsa per tornare a casa, con lunghe file di persone in attesa alle fermate degli autobus e cittadini intenti a rientrare rapidamente presso le rispettive abitazioni.

Pare che le autorità nordcoreane abbiano ordinato ai residenti di Pyongyang (e forse di tutto il Paese) di non uscire dalle loro case, senza specificare quando l’ordine sarebbe stato revocato. La direttiva è stata probabilmente emessa a livello nazionale, anche se nel tardo pomeriggio alcuni agricoltori sono stati visti coltivare lungo il confine intercoreano, nei pressi di Paju.



L’ipotesi Covid

Che cosa sta succedendo, dunque, in Corea del Nord? Considerando che in seguito alla pandemia di Covid-19 il Paese ha ulteriormente blindato i propri confini, onde evitare la diffusione del virus oltre il 38esimo parallelo, è complicato dare una risposta certa. Anche perché, da ormai due anni a questa parte, le ambasciate sul territorio nordcoreano e le organizzazioni umanitarie internazionale sono quasi tutte chiuse, sempre per motivazioni legate alla pandemia, in particolare a causa delle rigide regole attuate da Pyongyang.

La Corea del Nord, dallo scoppio della pandemia ad oggi, non ha ufficialmente segnalato alcun caso di Covid-19 e non ha avviato alcuna campagna di vaccinazione, rifiutando tra l’altro vaccini dall’estero (compresi quelli cinesi). Pyongyang si è semplicemente limitata a sigillare le frontiere, scongiurando l’ingresso nel Paese a ogni visitatore straniero.

E pure alle merci, visto che la linea ferroviaria che collega la Corea del Nord alla Cina, rimasta chiusa per mesi, sempre per motivazioni sanitarie, è stata da poco nuovamente riboccata. Il motivo? La diffusione dei contagi di Covid nelle province cinesi del Jilin e del Liaoning, nei pressi del confine nordcoreano. Collegando tutti i punti, è possibile – ma è soltanto un’ipotesi – che il lockdown varato da Kim Jong Un possa essere legato alla pandemia di Covid-19.

Altre ipotesi

Non è la prima volta che la Corea del Nord emette ordini simili. In passato, Pyongyang ha chiesto ai suoi cittadini di non uscire di casa, ad esempio, quando il livello d’inquinamento dell’aria era troppo elevato. E questo si verifica durante le cosiddette ondate di polvere gialla. Di che cosa si tratta? Di nubi formate dalla sabbia proveniente dall’altopiano della Mongolia, precisamente dal deserto del Gobi.

Questa sabbia, trasportata verso est in primavera dai venti assieme ad altre particelle, crea talvolta seri problemi atmosferici. In passato i media nordcoreani avevano avanzato l’ipotesi che la suddetta polvere potesse diffondere il Covid-19 nel Paese. Se così fosse, le autorità potrebbero aver ordinato un lockdown proprio per scongiurare ogni possibile rischio.

C’è anche una terza ipotesi, molto più remota e catastrofica. Considerando proprio la rigidità delle misure imposte dal governo per motivazioni sanitarie, il sito Daily Nk ha scritto che i cittadini nordcoreani starebbero mettendo sempre più a rischio la propria vita, impegnandosi in comportamenti pericolosi per sbarcare il lunario, per via delle enormi difficoltà economiche dovute alla prolungata chiusura dei confini del Paese. In questo senso, un lockdown potrebbe teoricamente servire a scongiurare esplosioni di rabbia sociale, ma al momento non risultano esserci conferme in alcun senso.





Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.