Nemmeno il direttore generale della R-Pharm – la casa farmaceutica russa produttrice del medicinale anti-Hiv Kaletra – fino a qualche mese fa si sarebbe aspettato che il suo preparato avesse un successo di mercato così elevato. Eppure, rispetto allo stesso periodo dell’anno dell’anno scorso le vendite del medicinale sono incrementate del 5mila per cento, in un boom della domanda che ha messo in allarme i principali operatori del settore sanitario. Ma a che cosa è stato dovuto questo successo inaspettato del Kaletra? Semplicemente, secondo i primi studi sarebbe efficace per combattere l’infezione da coronavirus – nonostante siano nel frattempo giunte anche smentite dalle rilevazioni cinesi – e per questo attorno al prodotto sarebbe nato un fiorente mercato nero, come riportato dalle testimonianze dei farmacisti russi.

Il prezzo al dettaglio è quadruplicato, ma sul mercato nero è ancora più costoso

Secondo quanto rivelato dall’agenzia di stampa Reuters, sino allo scorso mese di gennaio, il prezzo di mercato del Kaletra si aggirava attorno ai 900 rubli a confezioni (che corrispondono a circa 12 dollari). Adesso, invece, nelle stesse farmacie è reperibile ad un prezzo non inferiore ai 3’800 rubli (circa 50 dollari americani), ma gli acquirenti sarebbero disposti a pagare anche più del doppio pur di accedere al prodotto.

La bolla speculativa che si aggira attorno al farmaco ha indotto gli esperti a pensare che sul mercato parallelo il prodotto possa essere venduto per cifre che si avvicinano ai 15mila rubli a confezione: prezzo che i consumatori finali senza prescrizione medica sono disposti a pagare pur di acquistare il Kaletra. Tuttavia, come sottolineato dagli stessi esperti del settore della Russia, al momento non sussistono prove certe riguardo all’efficacia del medicinale, che sarebbe ancora utilizzato più che altro in via sperimentale e a causa dei suoi effetti su altri ceppi di coronavirus. Inoltre, a causa degli effetti collaterali, potrebbe diventare particolarmente dannoso se assunto da pazienti con problematiche cardiache e respiratorie alle spalle e andrebbe quindi utilizzato con cautela.

I malati di Hiv faticano ad accedere al farmaco

Differentemente da quanto accade in Italia, i malati di Aids hanno la possibilità di accedere ad un fondo di distribuzione dei medicinali erogato direttamente dalle autorità statali nelle mani dei pazienti. Tuttavia, sovente accade che le riserve di farmaci non siano sufficienti per coprire la domanda e in questo caso ci si deve rivolgere ad una farmacia del territorio.

Nel pieno della bolla speculativa tuttavia anche accedere alle confezioni presenti nei negozi sanitari diventa un’impresa, sia per i costi spropositati a cui è giunto il Kaletra sia per le scorte a zero anche nel settore privato. E in queste circostanze, i malati di Aids rischiano di non riuscire a curarsi adeguatamente con l’unico farmaco utilizzato nel Paese contro la riproduzione del virus Hiv.

In questo scenario, appare chiaro come la nascita di un fluente mercato nero del farmaco attorno alla pandemia di coronavirus stia danneggiando gli stessi canali di distribuzione regolari, nonché i pazienti affetti da gravi patologie. E nonostante le rassicurazioni della casa farmaceutica R-Pharm riguardo le produzioni che saranno adeguate alla domanda, la sensazione è quella che con il fenomeno i malati di Aids dovranno convivere ancora per le prossime settimane.

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