Il mondo è alle prese con una pandemia scatenata dalla diffusione del Covid-19 al di fuori dei confini della Cina. Molte nazioni sono state colpite, ma ci sono diversi Stati dove il morbo non ha attecchito: tra questi c’è l’Ucraina. Kiev segnala la presenza di tre casi di Covid-19 ed un decesso ma la situazione potrebbe essere più grave di quanto non sembri. La scoperta di nuovi casi è legata al numero di test: in assenza di questi il problema potrebbe essere sottovalutato.

Un sistema sanitario carente

Fedir Lapiy, un pediatra ucraino specializzato in malattie infettive, ha reso noto come ci siano più casi nel Paese di quelli rilevati ma che, al tempo stesso, l’Ucraina non può permettersi di testare tutti quelli che vogliono o devono esserlo perché il sistema sanitario non ne reggerebbe l’impatto. Parole che suscitano preoccupazione e che trovano riscontro nello scarsissimo numero di test effettuati nel Paese: appena 51.

Il sistema sanitario ucraino, a causa della corruzione cronica e della mancanza di investimenti, si è deteriorato nel corso degli anni. Sulla carta c’è la possibilità, per tutti, di ottenere cure gratuite ma in pratica ciò non è possibile e le famiglie dei malati devono spesso pagare per ottenere cure mediche e farmaci. I lavoratori del settore sanitario pubblico ricevono, poi, salari molto bassi e ciò porta molti di loro a scegliere il settore privato oppure a migrare all’estero. Una delle conseguenze di queste carenze è il calo della speranza di vita media, che per gli uomini equivale ormai a 67 anni. Il basso livello dei salari, che in media si attestano intorno ai 340 euro netti, impedisce a diverse persone di ottenere cure mediche adeguate. C’è poi chi sta decisamente peggio: le pensioni minime non superano i 56 euro al mese.

Le conseguenze e la prevenzione

Il contenimento del morbo in Ucraina potrebbe rivelarsi più difficile del previsto qualora colpisca il Donbass. Qui, da più di sei anni, si affrontano l’esercito regolare di Kiev e le milizie separatiste filorusse: la  promiscuità in cui vivono i combattenti ostacolerebbe possibili misure di quarantena. I territori occupati dalle milizie, peraltro, potrebbero essere meno controllabili a livello sanitario. Sullo sfondo ci sono le relazioni con Mosca: lo scoppio di un focolaio ai confini tra i due Paesi ed il passaggio di casi da una nazione all’altra potrebbe provocare un peggioramento nelle relazioni. L’amministrazione presidenziale di Volodymyr Zelensky ha comunque adottato alcune misure preventive per evitare la diffusione del Covid-19: sono stati chiusi asili, scuole ed università, sono state banditi gli eventi di massa con più di 200 partecipanti ed agli stranieri è stato inibito l’accesso al Paese per un periodo di due settimane. Sono stati poi chiusi la maggioranza dei posti di confine, inclusi quelli nel Donbass e si è effettuato l’acquisto di grandi quantità di materiale protettivo.

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