Se la situazione dovesse peggiorare a causa della diffusione incontrollata della famigerata variante inglese del virus, molto più contagiosa della forma tradizionale, “potremmo dover prendere misure più dure”. Poco importa se il governo francese ha mantenuto misure rigorose, come la chiusura totale di bar, ristoranti, cinema, teatri, musei e palestre e quella anticipata alle 18 di negozi e servizi. Poco importa anche Parigi abbia anticipato il coprifuoco su tutto il territorio nazionale dalle 20 alle 18 (fino alle 6 del mattino). Il Covid-19 ha ripreso a correre e il ministro della Salute, Olivier Véran, è ha fatto capire cosa potrebbe succedere.

“Se il livello della variante inglese aumentasse in modo significativo, e seguissimo una traiettoria inglese, un lockdown diventerebbe probabilmente una necessità assoluta”, ha spiegato il ministro senza giri di parole. Le ultime stime ritengono che la nuova variante rappresenti circa l’1,4% dei casi totali giornalieri di coronavirus. Il governo ripone enormi speranze sui vaccini e, dopo l’impasse iniziale, auspica di vaccinare 70 milioni di persone entro la fine di agosto. Certo, sempre “se tutti i vaccini ordinati saranno approvati dalle autorità sanitarie europee e globali”, ha puntualizzato Véran. Eppure, la realtà potrebbe essere peggiore del previsto. Altro che variante inglese: alle porte della capitale, Parigi, sono emersi segnali preoccupanti.

Una nuova variante?

Uno spaventoso focolaio di Covid si è scatenato all’interno dell’ospedale di Compiègne, situato a quasi un’ora di macchina da Parigi. I pazienti contagiati sono tra i 160 e i 170, che si aggiungono a una settantina di medici e infermieri anch’essi infettati. Coinvolti tutti i reparti dedicati al Covid e cifre che si avvicinano pericolosamente a quelle registrate durante la prima, drammatica ondata. I sospetti sono subito ricaduti sulla mutazione inglese. Ma i dubbi sono presto evaporati come neve al sole, visto che i test non hanno individuato la variante B117 in nessuno dei casi rilevati.

“Abbiamo già provveduto a richiedere ulteriori analisi per verificare la presenza di possibili nuove varianti del virus non ancora identificate”, ha spiegato la direttrice della struttura ospedaliera, Catherine Latger, all’emittente radio Europe 1. Il rischio, adesso, è che anche in Francia, dopo quanto accaduto in molti altri Paesi, come ad esempio Inghilterra, Sudafrica, Nigeria e Brasile, possa essersi sviluppata una nuova versione del Sars-CoV-2. Una variante autoctona, va da sé, molto più contagiosa della precedente.

Un fenomeno preoccupante

Ma nel mirino delle autorità non è finito soltanto l’ospedale di Compiègne. In diverse zone della Francia stanno esplodendo, in modo esponenziale, vere e proprie fiammate locali di contagi. Il fenomeno si è verificato nel sud-ovest del Paese ma anche nel centro e nell’est. Qui, in particolare, le strutture ospedaliere stanno registrando una media di contagi assai più elevata rispetto a quella rilevata a livello nazionale. L’ipotesi più probabile è che stia prendendo piede una nuova variante del Covid in “salsa francese”, più contagiosa di quella già presente all’ombra della Tour Eiffel.

Se così fosse, Parigi dovrebbe accelerare la sua campagna vaccinazione e coprire quanti più cittadini il più in fretta possibile. Il problema è che il piano francese procede a rilento. Mentre la Gran Bretagna ha già vaccinato più di 5 milioni di persone e l’Italia quasi 1,5 milioni, la Francia resta inchiodata a 700mila cittadini vaccinati. Unendo la lentezza nelle vaccinazioni alle voci su una ipotetica nuova variante del Covid, si ottiene un clima di paura; proprio quello che stanno respirando i francesi in questi ultimi giorni. I contagi quotidiani hanno ormai raggiunto le cifre di novembre. E l’incubo di un nuovo confinement si fa sempre più grande.