All’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di oggi a New York, Erdogan si è detto felice nel costruire relazioni sempre più forti con gli Stati Uniti. Il Mali non riesce più a gestire le infiltrazioni jihadiste e nella capitale è allarme kamikaze. A Khartoum, capitale del Sudan, gli scontri tra militari e forze ribelli stanno mettendo a ferro e fuoco la città. La Russia è pronta ad aiutare la Corea del Nord ad approdare nello spazio. La crisi economica cubana si sta facendo sentire e i cubani lasciano il Paese, ne sono la prova gli otto ballerini del ballet rimasti in Spagna dopo la tournée. Ecco le cinque notizie del giorno

Un Erdogan atlantista all’Assemblea generale delle Nazioni Unite

“Lavoriamo con gli Stati Uniti per costruire un’amicizia e una cooperazione sempre più forti”, queste le parole del presidente turco Recep Tayyip Erdogan da New York dove è arrivato per l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che prenderà il via il 19 settembre. Ha partecipato all’Assemblea anche ministro degli Esteri Hakan Fidan. Erdogan ha sottolineato come la Turchia e gli Stati Uniti debbano continuare il loro rapporto di cooperazione malgrado alcune incongruenze. “È normale vi siano divergenze di vedute. Siamo tuttavia consapevoli che vi siano delle convergenze e delle opportunità e sono convinto che i nostri due Paesi produrranno nuovi risultati”. Al centro degli incontri il riavvicinamento della Turchia all’Unione Europea e l’allargamento Nato alla Svezia, per cui si attende la ratifica da parte del Parlamento di Ankara.

Nel Mali golpista è allerta kamikaze nella capitale Bamako

Il Mali è nel caos. Oltre agli scontri nel nord tra autorità governative ed ex ribelli Tuareg, arriva l’allerta anche nella capitale Bamako. È un documento dell’esercito a farlo trapelare. La capitale sarebbe nel mirino dei jihadisti e la minaccia viene descritta come “sera e circostanziata”. Una settimana fa lo stato maggiore dell’esercito maliano ha trasmesso ordini a tutte le unità unità della gendarmeria nella regione di Bamako: “Alto rischio di attacchi kamikaze a Bamako e nelle zone circostanti utilizzando tricicli. Rafforzare la sicurezza all’interno dei campi, controllare sistematicamente tutti i veicoli, compresi i mototaxi e raddoppiare la vigilanza”. La minaccia jihadista nel Paese è ormai fuori controllo. Bamako, fino a poco fa sembrava intoccabile, una delle poche regioni del Paese al “sicuro” e ben presidiata dalle autorità golpiste che guidano il Paese. Se prima c’erano gli europei con l’Operazione Barkane ad aiutare il Paese contro le organizzazioni terroristiche, adesso le forze golpiste sono rimaste da sole a gestire una situazione ormai fuori controllo. Solo la settimana scorsa è stato sventato un attentato con un camioncino a Kati Koko-Palateu, nella città della guarnigione di Kati, il quartier generale dei golpisti

Si intensificano gli scontri a Khartum, in Sudan

Nelle ultime ore gli attacchi da parte delle Forze di supporto rapido (Rsf) e dalle Forze armate sudanesi (Saf), hanno provocato incendi che hanno colpito edifici governativi e e la torre di controllo della compagnia petrolifera Greater Nile Petroleum Operating Company (Gnopc). La situazione nella capitale è disastrosa. Negli ultimi due giorni gli attacchi sono proseguiti da entrambe le parti. Solo sabato le Rsf hanno pesantemente colpito il quartier generale dell’esercito dando vita a incendi che hanno coinvolto diverse strutture strategiche quali il ministero della Giustizia e l’Ufficio delle imposte. L’esercito ha risposto con artiglierei pesante diversi quartieri, siti chiave dell’Rsf come Khartum Bhari. La città ormai è diventata una polveriera aggiungendosi alla più grande crisi che coinvolge tutto il Sahel, teatro di continui golpe e covo di gruppi terroristici pronti a infiltrarsi. Dall’inizio del conflitto, il 15 aprile scorso, la guerra in Sudan ha fatto circa 7.500 morti 

La Corea del Nord presto nello spazio? Forse ma solo grazie all’aiuto della Russia

“Ho proposto che, se necessario, potremmo addestrare e lanciare un cosmonauta coreano”, ha detto ai giornalisti venerdì scorso Yury Borisov, amministratore delegato della società spaziale statale russa Roscosmos. Così la Russia si impegna ad aiutare Pyongyang a sviluppare una partnership spaziale dopo il successo dell’incontro a Sochi, nell’estrema Russia orientale, avvenuta tra i due leader Vladimir Putin e Kim Jong Un. Sono anni che la Corea del Nord cerca di approdare nello spazio ma senza successo. Adesso il Cremlino le sta tendendo la mano. Ancora non ci sono state discussioni dettagliate al riguardo, “di norma, se ne discute nell’ambito di una commissione intergovernativa, e questo è stato un formato di visita diverso”, ha detto Borisov. Tutto però lascia pensare a un prossimo incontro che porterà proprio a un possibile programma di cooperazione spaziale. Ne è la prova il guantone regalato da Putin a Kim, risalente a un viaggio russo nello spazio. 

La fuga di talenti da Cuba dovuta alla grave crisi economia

Durante una tournée in Spagna, otto ballerini cubani del Ballet de Camaguey hanno lasciato la compagnia per non tornare in patria. La fuga di talenti da Cuba è lo specchio della gravissima crisi economica che sta attraversando il Paese da più di due anni. Infatti nell’isola l’inflazione è salita alle stelle e i beni di prima necessità scarseggiano di mese in mese. A aggiungersi il grave deficit fiscali e la de facto dollarizzazione dell’economia. Così molti talenti stanno lasciando il Paese. Non è la prima volta che i ballerini del Ballet scappano. È la direttrice della compagnia, Regina Balaguer a raccontarlo al quotidiano ufficiale regionale Adelante elencando quanti ballerini negli anni hanno lasciato la compagnia una volt in tournée. “È un problema complesso. Al momento è molto più intenso, ma il Balletto di Camaguey nel corso della sua storia ha avuto degli esodi. Le persone si sviluppano qui e poi vanno all’Avana, all’estero, per una questione di salari e prezzi”, ha dichiarato. 

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