E se vivessimo tutti in una simulazione creata da qualche intelligenza superiore? Questa è la tesi che Elon Musk sostiene di abbracciare con la testa ma non con il cuore. Tesla, SolarCity, SpaceX, Optimus, Neuralink, Twitter. L’onnipresenza e la rivoluzione rappresentata dalle sue imprese sono però tali da farci pensare di essere, noi, parte di un The Sims planetario creato dalla fantasia dell’imprenditore sudafricano.
L’impressione che le nostre esistenze siano plasmate in maniera crescente dalla volontà e dalle azioni di un uomo d’affari che assomiglia ad un capo di Stato – solo la settimana scorsa ha incontrato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il premier israeliano Benjamin Netanyahu – è rafforzata dalla lettura della sua biografia scritta da Walter Isaacson. Pubblicata da pochi giorni in tutto il mondo sta rivelando qualcosa che solo adesso cominciamo a mettere bene a fuoco. “È guidato dai demoni” afferma l’autore del libro che in passato ha raccontato le vite di Leonardo da Vinci, Albert Einstein e Steve Jobs. La mancanza di empatia, l’instabilità emotiva e la passione per le scommesse ad alto rischio dell’imprenditore sudafricano appaiono più comprensibili dopo aver letto dei traumi di un’infanzia difficile in Sudafrica, di un padre violento e crudele, degli effetti della sindrome di Asperger e della sua paura di rimanere ai margini.
Anche quando molti anni più tardi Musk raggiunge il successo scongiurando il fallimento delle sue imprese, i suoi demoni non trovano pace. Nel 2021 Tesla arriva a vendere quasi 1 milione di macchine elettriche, SpaceX porta a termine 31 lanci spaziali, diventa l’uomo più ricco del mondo e viene nominato come “persona dell’anno” dal magazine Time. “Tutto stava andando così bene che cominciò a sentirsi a disagio”, ricorda Isaacson in un’intervista con il Financial Times a proposito delle forze “demoniache” che tendono a prendere il sopravvento sul miliardario. “Non gli piace quando le cose vanno bene. È dipendente dai drammi”. Di lì a poco arriverà l’idea di comprare Twitter.
Non è tutta qui l’essenza di Musk il quale sente di essere il protagonista di una missione storica volta a salvare l’umanità dalle potenzialità negative dell’intelligenza artificiale e dal declino demografico e a trasformarla in una civiltà multi-planetaria attraverso i viaggi spaziali e la conquista di Marte. Come in uno dei videogames di cui è fan, dalle pagine della sua biografia emerge infatti la ricerca spasmodica e mai del tutto appagata di una sfida più grande, di un livello successivo da sbloccare e di un nuovo nemico da sconfiggere contro ogni pronostico.
Nel frattempo, l’influenza di una figura che è già bigger than life è sempre più evidente. Il contributo fornito dalla rete di satelliti Starlink all’esercito ucraino nella guerra di aggressione scatenata dalla Russia si dimostra decisivo. In un retroscena rivelato da Isaacson, Musk agisce da capo di Stato intervenendo attivamente per evitare che le forze di Kiev realizzino una “piccola Pearl Harbour” in Crimea provocando, secondo le sue valutazioni, una risposta nucleare da parte di Mosca. “Come ci sono finito in questa guerra?” si chiede l’uomo d’affari che poco dopo proporrà comunque un piano di pace sbilanciato a favore di Mosca attirando il risentimento di Zelensky.
Il contrasto alla cultura woke a favore della libertà di espressione è un’altra incursione nella società compiuta da Musk. Una lotta senza quartiere, in atto persino nella sua famiglia contro la figlia transgender, dai risvolti ancora tutti da definire. Il suo primo intervento pubblico in questo campo avviene quando critica la decisione di Twitter di oscurare il profilo di Donald Trump sul social dopo l’assalto dei suoi sostenitori al Congresso nel 2021. Nonostante non nutra stima nell’ex presidente – lo considera un imbroglione – non è neanche un grande fan di Joe Biden. “Il virus della mentalità woke si annida soprattutto nel partito democratico, anche se la maggior parte dei democratici non la approva” ragiona il miliardario.
“Un Musk capace di autocontrollo farebbe tutte le cose che fa un Musk scatenato? Avremmo i razzi in orbita e il passaggio all’auto elettrica se non accettassimo tutti gli aspetti del suo temperamento, quelli razionali come quelli irrazionali?”, si domanda Isaacson al termine del suo libro. Non sappiamo quali sorprese però ci riserverà in futuro il miliardario cinquantaduenne che vuole portarci su Marte nel corso della sua vita e salvare la nostra civiltà da una possibile estinzione. Richiamando la celebre frase della trilogia del Cavaliere oscuro, rimane il dubbio se Musk sia l’eroe di cui il pianeta ha davvero bisogno. E quello che preoccupa è non sapere se poi alla fine di questa storia il protagonista conserverà il suo mantello da eroe o se invece abbraccerà il suo lato più oscuro.