In Giappone oltre il 70% dei bambini nei giorni feriali si chiude in casa ed evita di giocare all’aria aperta; più del 10% non ha amici con cui passare tempo per divertirsi. Bastano queste statistiche contenenti in una ricerca condotta dalla Chiba University per far emergere le piaghe contemporanee della società giapponese. Da qui l’allarme degli accademici nipponici: “Il nostro Paese necessita di interventi al livello sociale”.

Numeri da paura

La ricerca dipinge un quadro a tinte fosche. Oltre a quanto detto, dal lavoro dell’ateneo citato dall’agenzia AsiaNews emerge che il 76% dei bambini ha dichiarato di non giocare fuori casa durante la settimana, e che il 18% di loro non ha amici con cui condividere esperienze a fronte di un 29% che ha invece al massimo due amici. Cosa fanno allora questi bambini? La maggior parte di loro, l’85%, gioca in casa, mentre il restante gioca vicino a fiumi (8%) o in boschi e montagna (6%). Questa tendenza è stata riscontrata un po’ in tutto il Giappone, compresa l’area limitrofa alla capitale Tokyo.

I motivi del disagio sociale

Secondo gli esperti i bambini non uscirebbero dalle proprie abitazioni anche per colpa del bassissimo tasso di natalità del Paese. Eppure giocare all’aria aperta e in compagnia dovrebbe essere un’attività imprescindibile che aiuta i ragazzi a pensare con la propria testa e a entrare in contatto con la società. Fra gli altri motivi ci sono alcune fra le tendenze che hanno fatto la fortuna del Giappone: l’elevata pressione dei genitori, che chiedono ai figli di dare il massimo nello studio fin dalla tenera età, l’alta competizione nel mondo del lavoro e, in generale, una società che bada più all’armonia collettiva che non alle esigenze del singolo. Chi rimane indietro viene lasciato al suo destino.

La piaga degli hikikomori

I casi più gravi, che riguardano bambini come adulti, sono i tristemente noti hikikomori. Questo termine descrive chi sceglie di ritirarsi dalla vita sociale, e in Giappone ce ne sono circa 613.000 di un’età compresa fra i 40 e i 64 anni e 540.000 fra i 15 e i 39. In tutto oltre un milione di persone che trascorre gran parte della propria esistenza ai margini del Paese. Chi soffre di questa patologia può essere l’autore di delitti folli quanto inspiegabili; è già successo in passato e potrebbe succedere ancora. La cronaca nera dei giornali giapponesi è piena di episodi simili ma le autorità hanno fin qui fatto poco per eliminare un evidente problema sociale. La causa, più che politica o economica, è prettamente culturale perché in Giappone creare disagio o manifestare agli altri il proprio malessere interiore è ancora oggi visto come un peso.





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