In questi giorni concitati tutti parlano del coronavirus ma pochi sono davvero informati sui fatti. La paura di essere contagiati e l’isteria per improbabili carenze di generi alimentari nei supermercati hanno trasformato un argomento scientifico in oggetto di speculazione. E così, a colpi di fake news e leggende metropolitane, il panico ha preso il sopravvento sulla razionalità, fino a modificare la nostra quotidianità. A questo proposito è lecito sgomberare il tavolo da ogni equivoco per rispondere alle dieci domande più gettonate riguardante il Covid-19.

Che cos’è il coronavirus?

Si tratta di un virus appartenente alla vastissima famiglia dei coronavirus. Questi agenti patogeni causano malattie che vanno dal comune raffreddore alle ben più complicate Sindrome respiratoria mediorientale (Mers) e Sindrome respiratoria acuta grave (Sars). Il nome deriva dal loro aspetto, che al microscopio elettronico ricorda vagamente la forma di una corona. I coronavirus sono stati identificati a metà degli anni Sessanta e possono infettare tanto l’uomo quanto alcuni animali, compresi uccelli e mammiferi. A oggi sono sette i coronavirus che hanno dimostrato di essere in grado di infettare gli esseri umani. L’ultimo, che fin qui non era ancora mai stato identificato nel genere umano, è proprio il nuovo coronavirus di questi giorni, chiamato anche 2019-n-Cov o Covid-19.

È più pericolosa la Sars o il Covid-19?

Sono due virus parenti dal momento che entrambi appartengono alla famiglia dei coronavirus. Ci sono tuttavia delle differenze da sottolineare. La Sindrome respiratoria acuta grave, diffusasi a cavallo tra il 2002 e il 2003, in due anni ha fatto registrare 8096 casi e 774 morti, con un tasso di letalità del 9,6%. Il Covid-19 è molto più contagioso (si stima che in media una persona contagiata può infettarne altre 2-3) e quindi dà un numero di casi maggiore. Tuttavia la letalità del nuovo coronavirus è, almeno fino a questo momento, molto più bassa della Sars: intorno al 2-3%. Anche i sintomi sono più lievi.

Come si trasmette il Covid-19?

Il contagio avviene da uomo a uomo. Si diffonde attraverso lo stretto contatto con una persona malata. La via primaria sono le goccioline del respiro dei soggetti infetti. Quindi: saliva, colpi di tosse, starnuti, contatti diretti personali. Attenzione anche alle mani: se queste sono contaminate e non ancora lavate, bisogna evitare di toccarsi bocca, naso e occhi.

Qual è la sua origine?

In merito a questa domanda circolano varie ipotesi e altrettante fake news. Al momento gli esperti ritengono che il virus possa discendere da un animale selvatico non ancora identificato. I sospetti sono ricaduti su serpenti e pipistrelli.

Quali sono i sintomi?

Non si può dare una risposta univoca e valida per tutti i contagiati. Dipende caso per caso anche se i sintomi più comuni includono tosse, febbre e difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e la morte. Solitamente i sintomi sono lievi e a inizio lento. Ci sono anche persone che si infettano ma non sviluppano né sintomi né alcun tipo di malessere.

A quando risale il primo caso?

Il coronavirus ha fatto la sua comparsa in Cina, precisamente a Wuhan, capoluogo della provincia dello Hubei. Oltre la Muraglia i primi contagi risalgono a metà dicembre 2019 anche se in quei giorni nessuno sapeva che quelle polmoniti misteriose potessero essere collegate a un’epidemia di Covid-19. In Italia il primo caso registrato risale a metà febbraio 2019.

Che differenza c’è tra il coronavirus e l’influenza?

Molti accostano questi due virus ma ci sono delle importanti distinzioni da fare. I sintomi delle due infezioni sono molto simili e consistono in tosse, febbre e raffreddore. Il Covid-19 è tuttavia molto più contagioso della normale influenza. Inoltre, mentre l’influenza stagionale è un virus noto, che cambia di poco le sue caratteristiche anno dopo anno, il coronavirus è del tutto nuovo. Questo significa che nessuna persona è immune e che, soprattutto, non esistono vaccini o farmaci per combatterlo. In caso di sospetto di coronavirus è necessario effettuare appositi esami di laboratorio per confermare la diagnosi.

Come si cura il Covid-19?

Dal momento che non esistono farmaci ad hoc o vaccini chi contrae la malattia viene trattenuto in isolamento negli ospedali o a casa per evitare che possa trasmettere il virus ad altre persone. I sintomi più generici sono trattati con i comuni farmaci contro dolore e febbre, oppure con antibiotici. Si guarisce dal coronavirus? Assolutamente sì. La maggior parte delle persone, circa l’80%, guarisce dalla malattia senza bisogno di cure speciali. Dai dati fin qui disponibili soltanto una persona su sei con Covid-19 si ammala gravemente e sviluppa difficoltà respiratorie.

Quali sono le persone più a rischio?

I soggetti più suscettibili alle forme gravi di coronavirus sono gli anziani e quelli che presentano malattie pregresse, come ad esempio diabete e malattie cardiache.

Che emergenza sanitaria può provocare?

Il problema del coronavirus non risiede tanto nel suo tasso di letalità e mortalità – che deve tuttavia essere preso in considerazione – quanto nella rapidità con cui si trasmette da un individuo a un altro. A cose normali il Covid-19 non desta particolari preoccupazioni, dal momento che soltanto il 20% delle persone infettate necessita il ricovero e che la terapia intensiva è richiesta nel 5% dei casi. Il guaio risiede appunto nella sua elevata contagiosità. Più persone si ammalano nello stesso momento e più il numero di coloro che richiedono cure specifiche aumenta. Il rischio è dunque quello di un collasso del sistema sanitario per carenza di posti letto, medici e strutture.





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