Per la prima volta in quarant’anni, a New York si parla apertamente di crac finanziario. Gli esperti interpellati dal New York Post sostengono che la pressione fiscale e la spesa pubblica alle stelle potrebbero portare la Grande Mela verso la bancarotta. Lo stato e la città di New York, infatti, si sono recentemente classificati al primo posto a livello nazionale per il carico fiscale statale e locale: fattore che spinge le aziende a delocalizzare piuttosto che a investire, mentre il deficit di bilancio della città ha raggiunto il massimo storico nell’ultimo anno.
Sotto accusa i democratici e, soprattutto, la gestione disastrosa del sindaco di New York Bill de Blasio: da quando è sindaco di New York (2014) le spese sono salite del 32%, con un debito per famiglia di 81.000 dollari. Una gestione a dir poco dissennata da parte dell’italo-americano, che concluderà il suo mandato nel 2021.
Bill de Blasio e l’addio di Amazon costato 25mila posti di lavoro
“Abbiamo dato ad Amazon l’opportunità di essere un buon vicino e fare affari nella più grande città del mondo, ma invece di lavorare con la comunità, Amazon ha gettato via questa opportunità”. Questo il messaggio del sindaco di New York nei confronti della multinazionale di Jeff Bezos in seguito alla decisione del colosso di e-commerce di non aprire un campus in città: un addio costato alla Grande Mela 25mila posti di lavoro e miliardi di dollari di investimento.
Un progetto che, scrive il Corriere della Sera, prevedeva l’apertura di un grande complesso a Long Island City, nel Queens, con un contributo di incentivi statali pari a circa 3 miliardi di dollari. L’accordo però ha scatenato una serie di critiche e opposizione da parte di alcuni politici locali che non accettavano il finanziamento pubblico a una delle società più ricche del mondo. Il sindaco non è riuscito a ricucire lo strappo, causando un danno incalcolabile in termini di posti di lavoro e investimenti mancati.
E intanto de Blasio pensa alle elezioni presidenziali
Nonostante le notizie a dir poco scoraggianti sulla sua gestione, il primo cittadino della Grande Mela sta seriamente pensando di correre alle elezioni presidenziali del 2020, sfidando prima gli altri democratici alle primarie. Come riporta Metro, de Blasio si è da poco recato nella Carolina del Sud – uno stato chiave – per testare gli umori dei democratici e dei progressisti a una sua possibile discesa in campo.
Accompagnato dalla first lady Chirlane McCray, de Blasio ha visitato Columbia, capitale e maggiore città della Carolina del Sud, intervenendo in un club democratico locale e incontrando l’ex governatore dem Jaime Harrison, che potrebbe sfidare il senatore repubblicano Lindsey Graham nel 2020. In merito a una sua eventuale candidatura, Bill del Blasio ha dichiarato: “Sappiamo che una cosa del genere richiede un enorme sforzo. È una decisione che dobbiamo prendere a livello familiare. Ma sappiamo anche quanto sia importante andare e parlare con le persone, in particolare negli stati che saranno decisivi”.
New York verso il crac finanziario
Mentre de Blasio pensa alle elezioni presidenziali, i conti della sua città dopo cinque anni di governo sono a dir poco allarmanti, per usare un eufemismo. “La città è in deficit finanziario e potrebbe trovarsi in una situazione davvero difficile in caso di recessione o di nuova emorragia di abitanti a causa della riforma fiscale”, spiega Milton Ezrati, capo economista di Vested al New York Post. “New York – aggiunge – è già in una situazione finanziaria difficile, ma in caso si verificasse una qualche battuta d’arresto diventerebbe impossibile”.
Cosa che potrebbe avvenire a breve, stando alle previsioni del presidente della New York Federal Reserve Bank, John Williams, secondo cui l’economia statunitense rischia di rallentare “considerevolmente” nel 2019. Williams afferma che l’anno scorso la forte crescita globale e gli stimoli fiscali hanno contribuito a rilanciare l’economia Usa: “Questi aspetti positivi si sono calmati, e in alcuni casi invertiti, e mi aspetto che la crescita rallenti considerevolmente rispetto all’anno scorso, a circa il 2%”. A questa visione contribuiscono a suo parere “rallentamento della crescita globale, maggiore incertezza geopolitica e gli effetti di condizioni finanziarie più rigide”.
Scenari poco incoraggianti che non rappresentano certamente un bello spot per Bill de Blasio e per la sua probabile corsa alla Casa Bianca.