Manaus, capitale dello Stato brasiliano di Amazonas, potrebbe aver raggiunto l’immunità di gregge nei confronti del virus Sars-Cov-2. La città, popolata da poco meno di due milioni di abitanti, è stata duramente colpita dalla pandemia ed ha registrato oltre 51mila casi di infezione da Covid-19 mentre 2mila cinquecento persone hanno perso la vita a causa del morbo. La curva dei contagi ha raggiunto il picco a marzo ed aprile per poi calare, lentamente, a partire da maggio. Uno studio, pubblicato sul sito medRxiv, ha stimato che fino al 66 per cento della popolazione potrebbe aver contratto il virus e sviluppato gli anticorpi. Ester Sabino, coordinatore della ricerca e professore presso l’Università di San Paolo, ha dichiarato alla Sao Paulo State Research Support Foundation che “tutto sembra indicare che l’esposizione della popolazione al virus ha portato ad un calo dei contagi e dei morti a Manaus”. I ricercatori ritengono che ” l’alto ed inusuale tasso di infezioni abbia giocato un ruolo significativo” e che il loro numero potrebbe aver indotto, ad un prezzo altissimo, l’immunità della comunità.Il tasso di mortalità ha raggiunto i 100.7 morti per 100mila abitanti ed è tra i più alti al mondo. L’immunità di gregge può essere definita come la capacità di un gruppo di resistere all’attacco di un’infezione, verso la quale una grande proporzione dei membri del gruppo è immune.
Un disastro umanitario
Il virus, nei mesi di aprile e maggio, è quasi riuscito a far collassare Manaus. Gli ospedali si sono sovraccaricati, gli obitori non sono più riusciti ad accogliere i corpi dei deceduti, che si sono accumulati di fronte ai loro ingressi e le autorità sono state costrette a scavare fosse comuni per accogliere i resti di chi non ce l’aveva fatta. L’assenza di un lockdown generalizzato a livello nazionale, un’ipotesi scartata con decisione dal presidente Jair Bolsonaro che ha cercato di sminuire la gravità della situazione, ha lasciato gli abitanti della città in balia del virus. La densità abitativa, la scarsa qualità degli alloggi, la difficoltà di approvvigionamento idrico e la necessità di salire su affollate imbarcazioni, come ricordato da Focus, per spostarsi da un luogo all’altro (Manaus è attraversata dal Rio delle Amazzoni) hanno trasformato la città in una vera e propria bomba virale. L’applicazione di blande misure di distanziamento sociale è stata del tutto insufficiente ed il virus, lasciato libero di circolare, ha infettato chi era troppo debole per sopravvivere ed ha provocato il sostanziale fallimento delle politiche sanitarie statali. Il numero di decessi, peraltro, avrebbe anche potuto essere maggiore ma a proteggere (relativamente) Manaus è la bassa età media della popolazione, solo il 6 per cento degli abitanti ha più di 60 anni. Nel giro di qualche mese la situazione è migliorata. Da 1300 ospedalizzazioni al giorno di maggio si è passati alle 300 di agosto, le morti si sono quasi azzerate e gli ospedali di emergenza sono stati chiusi. Le poche misure restrittive sono state abrogate e le scuole hanno ripreso le lezioni in presenza. Uno sviluppo inaspettato per il Brasile che, con oltre 3.6 milioni di contagiati e più di 114mila morti è tra i Paesi più colpiti al mondo dalla pandemia.
Falso allarme?
La ritirata del Covid-19 da Manaus è, al momento, solo parziale. Marcelo Gomes, ricercatore e coordinatore del sistema Infogripe, ha chiarito (le sue parole sono riportate da web24.news) come le ospedalizzazioni e le morti provocate dal virus siano in aumento, sebbene contenuto, sin dall’inizio di agosto. Non si tratta, al momento, di una seconda ondata di contagi ma la situazione richiede comunque attenzione e deve essere gestita con oculatezza. Il sindaco di Manaus Arthur Virgílio ha deciso di chiudere la spiaggia di Ponta Negra, la principale attrazione turistica della città e di incrementare le unità sanitarie dedicate alla cura dei pazienti affetti da Covid-19. L’aumento dei casi sembra poter mettere in discussione il fatto che gli abitanti della città possano aver sviluppato l’immunità di gregge. Gomes ha dichiarato che “non si può affermare con certezza che Manaus abbia sviluppato un’immunità. Alcune ricerche, che presentano limitazioni ed incertezze, sembrano suggerirlo ma questi ultimi devono essere interpretati con grande cautela. Il rischio è quello di rilassarsi eccessivamente per poi scoprire che la tesi principale non era vera”.Diversi esecutivi in tutto il mondo hanno provato a percorrere la strada dell’immunità di gregge per contenere l’espansione della pandemia. Si tratta di una strategia controversa, al tempo stesso semplice ed immorale e probabilmente impraticabile in una nazione democratica che abbia a cuore la vita dei propri cittadini.