L’emergenza da Covid-19 rischia di far esplodere le banlieue francesi; a lanciare l’allarme è il filosofo Marek Halter, superstite del ghetto di Varsavia e protagonista di molte battaglie per i diritti civili, durante un’intervista rilasciata a Repubblica: “…abbiamo il problema delle banlieues, dove centinaia di migliaia di studenti non vanno più a scuola. Temo che molti di loro non resisteranno a lungo rinchiusi tra le pareti domestiche, in appartamenti spesso poco accoglienti e sovrappopolati. Che cosa faranno, questi ragazzi? Molti di loro potrebbero scendere per strada, formare delle bande e andare a saccheggiare i grandi supermercati, già svaligiati nelle scorse ore dai miei concittadini. Lo Stato invierà la polizia, poi l’esercito. Ci ritroveremo in guerra, come ha detto in televisione Macron. Si cercherà allora un capro espiatorio, riemergeranno il razzismo e l’antisemitismo, che si riveleranno mortali come l’epidemia”.

Halter sottolinea poi come sia importante affiancare la necessaria quarantena con programmi pedagogici in Tv e sui social network, in modo che ognuno possa sentirsi coinvolto in un impegno collettivo per salvare la Francia da un unico nemico, il Virus.

Le difficoltà nel far rispettare le restrizioni

Il fatto che i ragazzi delle banlieue possano non essere molto propensi a rispettare le restrizioni imposte per l’emergenza da Covid-19 non è certo un’utopia, tant’è che la rivista satirica Le Canard Enchaine ha recentemente pubblicato un intervento del Segretario di Stato al Ministero degli Interni, Laurent Nunez, durante una videoconferenza con i prefetti, nel quale affermava come “non fosse una priorità impedire riunioni e far chiudere le attività in certi quartieri”.

Nell’affermazione di Nunez vi è tutta la consapevolezza del dramma relativo alle periferie fuori controllo. Il Segretario di Stato sa bene che non solo le condizioni delle benlieue sono tali da rendere pressoché impossibile implementare le regole relative a chiusure e quarantene, ma anche che non vi è un numero sufficiente di uomini delle forze dell’ordine in grado di far rispettare tali misure in tutti i quartieri. Sono infatti numerose le segnalazioni di persone che hanno totalmente ignorato le restrizioni, raggruppandosi per strada, uscendo senza valido motivo e in alcuni casi le forze dell’ordine sono anche state aggredite. Tra le zone della capitale francese più inclini alle infrazioni è emerso il 18esimo arrondissement, in particolare nei settori di La Chapelle e Chateau Rouge, ma anche a Longjumeau, nella periferia sud di Parigi, dove una donna ha aggredito gli agenti che l’avevano trovata senza adeguata certificazione chiamandoli “sporchi bianchi” e augurandogli di “morire di Corona Virus” per poi graffiarli e sputargli contro.

Alcuni agenti di polizia operativi nella zona parigina di Ile-de-France, intervistati da France 3, hanno denunciato non solo il fatto di essere privi di adeguate protezioni contro il Covid-19, ma di essere anche bersaglio di aggressori che conoscono bene i loro punti deboli e dunque gli agenti vengono minacciati: “non mi toccare, sono infetto! Se ti avvicini ti tossisco addosso”!  Intanto il sindacato di polizia Unsa insorge: “Il divieto di poterci proteggere è uno scandalo. Non siamo dei super eroi”.

I “due pesi e due misure” che infiammano la società francese

Se da una parte le autorità non sembrano troppo inclini a forzare la mano nelle banlieue, dall’altra i cittadini dei quartieri centrali, ma soprattutto quelli delle campagne, lamentano un eccessivo rigore da parte della polizia nell’implementare le regole, come a Fresnes-sur-Marne, dove i gendarmi hanno multato un ragazzo disabile di nome Pierre che stava tornando dalla spesa fatta in un vicino supermercato; il ragazzo, nel panico, aveva presentato difficoltà nel fornire lo scontrino agli agenti che lo avevano quindi sanzionato. La madre di Pierre ha contattato la gendarmeria che però, oltre a chiederle per quale motivo un ragazzo disabile stesse guidando (come se fosse vietato), non ha neanche trovato alcuna traccia del controllo fatto a suo figlio, come riportato da Le Parisien.

In un comune della Vaucluse una coppia che portava al guinzaglio un coniglio è invece stata multata di 135 euro, mentre a Pertuis la stessa sorte è toccata a una persona che stava lavando l’auto in una zona di lavaggio. A Sanary-sur-Mer il sindaco ha emanato un decreto per multare chiunque esca dalla panetteria avendo acquistato meno di due baguette, mentre un consigliere di un comune di 3000 abitanti del Libournais, ha deciso di imporre il coprifuoco tra le 20:00 e le 5:00. Sono poi stati attivati persino i droni per monitorare i movimenti nelle campagne.

Tutto ciò mentre nelle banlieue si cerca di non essere troppo oppressivi e invadenti per evitare di scatenare rivolte come quelle già viste nel 2005 e nel 2017. Le giustificazioni sono sempre le stesse: vi è un elevato numero di giovani in condizioni di disagio sociale ed economico che vivono in alloggi sovraffollati, in famiglie problematiche e in quartieri con un elevato tasso di disoccupazione e delinquenza; sono giovani che nutrono odio per la Francia e che si sentono abbandonati dalle istituzioni. Tutto ciò incrementa i rischi di rivolte.

Il problema è però triplice in questo caso, in primis perché in questo modo lo Stato da un segnale di impotenza nei confronti di chi “comanda” in queste zone, cosa da non fare assolutamente, vista la già drammatica situazione delle periferie d’Oltralpe esposta a gennaio da InsideOver. In secondo luogo c’è il problema del contagio: non implementare le restrizioni in quartieri densamente popolati come quelli delle periferie significa lasciar diffondere il virus, con tutte le relative conseguenze per il sistema sanitario francese, considerato che in data 1 aprile in Francia venivano registrati 56.989 positivi, 4.032 decessi e 6.017 pazienti in rianimazione. Cosa potrebbe succedere nel momento in cui i morti nelle banlieue dovessero aumentare vertiginosamente e il sistema sanitario non dovesse riuscire a fornire l’adeguata assistenza? Ulteriori rivolte, plausibilmente.

In terzo luogo è inaccettabile che i cittadini debbano essere soggetti a un trattamento differente, pur facendo parte della medesima società francese; un doppio standard basato sulla paura da parte dello Stato di dover fronteggiare rivolte in quartieri che sono oramai sempre più zone franche e dove regna la legge del più forte. Insomma, una situazione che stona pesantemente con il concetto di “Liberté, égalité, fraternité”.