Cosa succede quando finisce una pandemia? Secondo molti si torna con più forza alla vita. È successo così dopo la peste del 1348 – quella, per capirci, descritta da Boccaccio – e poi dopo l’influenza Spagnola, con i “ruggenti anni Venti”. Secondo altri, invece, la ripresa della vita normale può essere più lenta. Potrebbe essere questo il caso del post Covid-19, complice anche un’informazione non sempre all’altezza del momento storico che stiamo vivendo. Sia come sia, per comprendere ciò che potrebbe accadere domani dobbiamo ripercorrere quelli che sono gli eventi più importanti dell’anno passato. Storie importanti, che in tempi normali avrebbero occupato le prime pagine per giorni, ma che sono stati fagocitate dal virus. Solo ripercorrendo questo sentiero possiamo intuire ciò che sarà. Perché il mondo non va in lockdown. Continua a macinare la sua storia. Che per noi è iniziata con un omicidio mirato: quello del generale iraniano Qassem Soleimani.
La notte del 3 gennaio, infatti, tutti gli occhi del mondo sono puntati sulla strada che porta verso l’aeroporto di Baghdad. Non che ci sia molto. Solo una vettura accartocciata e dei brandelli di carne. Un anello al dito, una delle poche cose ormai identificabili di quello che era stato il corpo del generale iraniano, conferma l’identità del morto. Chi è stato? C’è chi punta il dito contro Israele, che qualche decennio prima aveva ucciso in modo simile Sayyed Abbas al Musawi, all’epoca a guida di Hezbollah. Ma, poco dopo, sono gli Stati Uniti a rivendicare l’azione, compiuta per eliminare, questa la versione Usa, chi aveva sulla coscienza il sangue di tanti soldati americani. L’Iran promette una reazione. E così sarà. Pochi giorni dopo, alcuni missili cadranno su alcune basi a stelle e strisce, provocando diversi danni. Questo fatto, che ha aperto l’anno, non si è esaurito in pochi giorni. Basti pensare alle strane esplosioni che questa estate hanno colpito l’Iran e a quanto accaduto lo scorso novembre, con l’uccisione del fisico iraniano Mohsen Fakhrizadeh-Mahabadi, il direttore del programma nucleare iraniano e membro delle Guardie della rivoluzione islamica, i Pasdaran. Questa volta a colpire è stato Israele.
Le motivazioni dietro questi attacchi non si sono esaurite e non si esauriranno nel breve periodo. Sono infatti profonde e riguardano il ruolo dell’Iran nel mondo e, soprattutto, l’accordo sul nucleare stracciato da Donald Trump. È questa una delle sfide più importanti che il suo successore, Joe Biden, dovrà affrontare. Riuscirà a trovare un accordo? Riuscirà a riprendere il filo del dialogo con gli ayatollah? E, soprattutto, quale sarà la nuova postura dell’America in Medio Oriente? E ancora: il prossimo marzo ci saranno le ennesime elezioni in Israele. Il vincitore si troverà a gestire anche questo dossier, uno dei più importanti a Tel Aviv. Il modo in cui lo farà determinerà non solo il futuro di questa parte di emisfero, ma di tutto il mondo.
Un mondo che in un anno è profondamente mutato. Non solo a causa di una pandemia che ha cambiato il nostro modo di vivere e, forse, anche di pensare. Sono cambiati i protagonisti negli Stati Uniti e, forse, anche in Israele. La Brexit, dopo gli accordi siglati in questo mese, è diventata realtà e, a breve, il Regno Unito lascerà l’Unione europea. Cambierà molto? Forse no, dato che Londra ha rappresentato un unicum all’interno della Ue. Potrà però avere un ruolo nuovo – o, meglio, recuperare quello antico – di ponte tra il Vecchio e il nuovo Continente.
Quello che stiamo lasciando alle spalle è certamente un anno nefasto. Per chi ha perso i propri cari, per chi non ha più un lavoro e non sa come campare. È dunque con piacere che lo archiviamo. Ma è con più piacere che nutriamo la speranza. Che non è solo una parola, ma una virtù. Per questo vogliamo ricordare che, in piena pandemia, ci sono state (tra le mille altre) due notizie che fanno ben sperare: la scoperta di un team di ricercatori inglesi e kenyoti che, di fatto, rappresenta il colpo di grazia alla malaria e la fine dell’epidemia di ebola in Congo, che proprio su InsideOver vi abbiamo raccontato con un reportage. Segno che anche i peggiori morbi si possono sconfiggere. E che un altro mondo è possibile.