Sin dalla prima ondata della pandemia che ha colpito l’Europa sul finire dello scorso inverno e con l’inizio della primavera, la Svezia si è contraddistinta per aver applicato un sistema di restrizioni molto più blando rispetto agli altri Paesi dell’Unione europea. In modo particolare, Stoccolma ha sempre tenuto una linea volta a non danneggiare l’economia – soprattutto quella delle piccole e medie imprese – e per non intaccare in modo discriminante la quotidianità della popolazione.
Duramente criticate da alcuni e fortemente supportate da altri, le decisioni del governo svedese e del primo ministro Stefan Lofven si sono rivelate comunque in grado di traghettare il Paese fuori dalla prima crisi sanitaria in modo migliore rispetto a quanto fatto da altri paesi europei – tra i quali l’Italia. Tuttavia, con l’arrivo dell’autunno e con la seconda ondata che ha colpito ancora una volta il continente, questa volta Stoccolma ha dovuto fare i conti con una crisi superiore rispetto alla scorsa primavera, in linea con quanto accaduto anche negli altri Paesi dell’Europa. E a questa tornata, però, la necessità di mettere in atto talune restrizioni è stata percepita anche nelle alte sfere politiche del Paese.
Non più di quattro al ristorante
Come sottolineato le passaggio precedente, nello scorso novembre la Svezia ha per la prima volta messo in campo una serie di restrizioni – molto risicate – volte a contenere la diffusione della pandemia di coronavirus, come la chiusura dei musei e delle piscine fino al prossimo 24 gennaio. Tuttavia, la maggior parte degli esercizi pubblici è stata “risparmiata” dalle chiusure forzate, con lo scopo di non danneggiare né il sostrato economico né la quotidianità della popolazione del Paese. Con l’arrivo delle feste e soprattutto del Natale, però, il governo svedese ha reputato negli ultimi giorni opportuno aumentare le limitazioni, introducendo – per la prima volta – il limite massimo di quattro persone al tavolo per quanto riguarda gli esercizi di ristorazione, con i bar ed i ristoranti.
Per la prima volta sullo scenario svedese, invece, è arrivata anche una raccomandazione che ha già diviso l’opinione pubblica del Paese, trovando l’opposizione anche della comunità scientifica della Svezia: quella di tenere le mascherine sui trasporti pubblici. Sebbene non obbligatoria e cui mancato rispetto non è passibile di sanzione, questa raccomandazione introduce per la prima volta all’utilizzo della mascherina, la quale sino a questo momento non era mai stata incentivata.
L’obiettivo è la tenuta del sistema sanitario
La scelta di Stoccolma di introdurre per la prima volta una serie di limitazioni più stringenti non è però del tutto casuale – tenendo comunque presente come, dati alla mano, le misure introdotte siano comunque ben lontane anche dai più blandi lockdown messi in campo dal resto d’Europa. Sin dalla scorsa primavera ed in linea con la strategia studiata dal massimo virologo del Paese, Anders Tegnell, l’obiettivo è stato quello di garantire la tenuta del sistema sanitario per permettere a tutti i cittadini di accedere alle cure essenziali.
Sino a questo momento ciò è di fatto avvenuto, con la Svezia che ancora adesso non è mai incappata in una crisi sanitaria in grado di mandare in tilt il settore ospedaliero. Tuttavia, la vicinanza delle feste espone necessariamente le persone ad un maggiore rischio di contagio e in questo scenario anche la più permissiva Svezia ha dovuto mettere a punto un piano volto ad alleggerire la pressione attesa sul proprio sistema sanitario, rimanendo comunque fedele alla filosofia “aperturista” tenuta sino a questo momento. E grazie alle limitazioni messe in campo, dunque, Stoccolma è convinta di riuscire ancora una volta a garantire l’efficienza dei propri ospedali, nella speranza dal prossimo 24 gennaio di tornare nuovamente alla sua “nuova” normalità.