La pandemia di coronavirus si è, nel corso del 2020, espansa a tutto il pianeta e attualmente sta colpendo con dura forza anche i Paesi dell’emisfero australe, avviati alla conclusione della loro stagione invernale. L’America Latina, in particolare, ha subito con inaudita violenza l’urto del contagio, che dal Brasile alla Colombia, passando per il Perù, non ha risparmiato alcuna nazione, mentre oltre Atlantico Paesi come il Sudafrica contano a loro volta centinaia di migliaia di casi.

Nel corso dei mesi in cui il contagio ha corso nel Sud del mondo, studiosi e centri medici hanno notato l’insorgere di un fenomeno peculiare: alla corsa galoppante del Sars-Cov-2, che sta portando a nuovi record nel dato dei contagi quotidiani, si è, in molti Paesi, aggiunto un parallelo calo dei casi accertati di influenza stagionale, che nell’inverno australe sembra esser praticamente scomparsa.

Il centro di ricerca Advisory Board ha segnalato l’esempio di tre Paesi australi, Argentina, Sudafrica e Nuova Zelanda, che hanno posto in essere strette misure di confinamento in contrasto al Covid-19. Nel grande Paese latinoamericano il calo su base annua è stato del 64% nel semestre gennaio-giugno: da oltre 420mila a 151mila casi, a fronte di oltre mezzo milione di contagiati da coronavirus; la Rainbow Nation, invece, non ha riportato abbastanza casi da poter dire di aver sperimentato un’epidemia influenzale, mentre in Nuova Zelanda si è assistito a un calo del 90% dei casi di influenza e del 60% delle altre malattie respiratorie.

Altri Paesi, dal Brasile al Cile, pur non avendo sperimentato lockdown paragonabili presentano dati simili. E in Australia fa specie l’esempio di giugno, dove dagli oltre 22mila casi di influenza del 2019 si è scesi solo a 85 nuovi infetti ufficialmente registrati.

Cosa significa tutto questo? Le lezioni per l’emisfero boreale, che ha subito il contagio da Covid-19 nell’imminenza del passaggio dall’inverno alla primavera e mentre l’influenza stagionale aveva già scavallato il picco sono molteplici. La prima è lapalissiana: le misure di contenimento per il Covid-19 hanno direttamente abbattuto anche i casi di influenza, con il virus che ha potuto creare problemi maggiori a causa della maggiore virulenza. Richard Medlicott, un medico neozelandese, ha segnalato che nei Paesi che sono entrati in lockdown totale a fare la differenza è stato lo stop alla mobilità per bambini e ragazzi in età scolare, i principali propagatori dell’influenza stagionale. Vi è poi da sottolineare che, essendo il Sars-Cov-2 insorto nei Paesi colpiti in maniera anticipata rispetto ai picchi di influenza, attorno maggio o giugno, nell’emisfero australe centinaia di migliaia di persone possono o aver visto i sintomi influenzali coperti da quelli più virulenti del Covid-19 o aver dovuto subire, in caso di contagio non letale, la malattia come principale prova per il sistema immunitario. Una massiccia reazione al contagio da coronavirus, in questo contesto, può aver alzato le barriere immunitarie  contro la più blanda influenza stagionale.

Questo significa che nel caso in cui nuovi lockdown non siano necessari nei prossimi mesi nell’emisfero boreale la sfida maggiore sarà, per i sistemi sanitari europei e nordamericani, evitare una sovrapposizione tra i picchi influenzali e una nuova ondata di Covid-19. Abbattere la curva dell’influenza aiuta a decongestionare gli ospedali ed evitare una pericolosa “infodemia” per le persone impossibilitate a distinguere tra i primi sintomi del Covid-19 e quelli invece propri dell’influenza nella fase iniziale della malattia. Una politica di vaccinazione di massa anti-influenzale per le categorie più a rischio di fronte al coronavirus o per i soggetti, come i ragazzi in età scolare, maggiormente in grado di propagarla, appare come una scelta strategica che può aiutare a prevenire un nuovo picco epidemico del ben più pericoloso coronavirus. Kanta Subbarao, direttore del centro di ricerca sull’influenza dell’Oms basato a Melbourne, ha dichiarato che non è detto in partenza che l’emisfero boreale conoscerà trend simili a quelli dell’emisfero australe in cui il lockdown ha frenato la malattia stagionale. Urge giocare d’anticipo e sensibilizzare sul tema delle vaccinazioni e delle prevenzioni: alzando un muro contro l’influenza si potrà nel migliore dei modi abbattere il rischio di una propagazione incontrollata del coronavirus.