Tutto è iniziato a Wuhan e tutto potrebbe finire proprio nella megalopoli cinese da 11 milioni di abitanti, primo epicentro globale di Sars-CoV-2 che ha messo in ginocchio il mondo intero. Il capoluogo della provincia dello Hubei ha completato la costruzione di un maxi complesso formato da un laboratorio di ricerca e un centro per la produzione di vaccini contro Covid-19.
A riferirlo è il China National Pharmaceutical Group (Sinopharm), che ha spiegato nel dettaglio le caratteristiche del progetto appena sorto. Il complesso ha una superficie di 7.260 metri quadrati ed è situato presso il Wuhan Institute of Biological Products (Wibp), affiliato al China National Biotec Group (Cnbg). Il laboratorio, fa sapere ancora Sinopharm, citata dall’agenzia Xinhua, è in grado di studiare i vaccini contro diversi virus patogeni.
Il centro sarebbe inoltre in grado di produrre più di 100 milioni di dosi di vaccino inattivato all’anno da opporre al Covid-19. Il team che lo ha costruito – lo stesso che ha realizzato i due ospedali temporanei di Wuhan, in piena pandemia – ha impiegato 100 giorni per completare l’intera opera.
Il nuovo centro di Wuhan
Se tutto dovesse filare liscio, come sperano le autorità cinesi, il nuovo centro potrebbe produrre, assieme a una struttura costruita precedentemente a Pechino, oltre 200 milioni di dosi di vaccino anti Covid all’anno. Un numero imponente che garantirebbe al gigante asiatico un approvvigionamento adeguato.
D’altronde gli studi clinici di fase 1 e 2 su un candidato vaccino cinese hanno preso il via lo scorso 12 aprile. Da allora sono stati coinvolti 1.120 volontari di età compresa tra i 18 e i 59 anni. I risultati? “Hanno mostrato un buon valore di sicurezza e negli studi clinici non sono state riscontrate gravi reazioni avverse”, ha spiegato Yang Xiaoming, presidente del Cnbg.
Le persone che hanno ricevuto due iniezioni del vaccino, con dosi e in tempi diversi, hanno prodotto “alti livelli di anticorpi. Per coloro che hanno ricevuto due iniezioni a un intervallo di 28 giorni, il tasso di sieroconversione degli anticorpi neutralizzanti ha raggiunto il 100%”, hanno riferito i ricercatori.
Una corsa contro il tempo
In attesa della fumata bianca per il vaccino, la Cina si è insomma portata avanti costruendo un maxi complesso per produrre l’antidoto in massa, una volta che questo sarà pronto per il grande pubblico. Il quotidiano cinese Global Times, citando un esperto di immunologia di Pechino che è voluto restare anonimo, ha spiegato che i potenziali vaccini, appena disponibili, saranno distribuiti prima alle persone con alto rischio di infezione e ai residenti nelle aree con focolai.
“La massiccia vaccinazione non verrebbe lanciata immediatamente, quindi 120 milioni di dosi all’anno sarebbero probabilmente sufficienti”, ha detto l’esperto. In ogni caso il Cnbg sarebbe in grado di espandere rapidamente le proprie linee di produzione di fronte a ogni evenienza.
Altri scienziati, ha sottolineato ancora il Global Times, ritengono che il vaccino anti Covid possa essere disponibile già ad agosto, ma solo se gli studi di fase tre procederanno senza incontrare ostacoli. Il problema è che, per confermare la sicurezza e l’efficacia del candidato vaccino, i citati studi di fase tre dovrebbero durare almeno un anno o un anno e mezzo prima di poter confermare la sicurezza e l’efficacia dell’antidoto.