Da ora in poi infrangere le regole in Cina costerà carissimo agli studenti stranieri. Lo ha fatto capire il ministero dell’Istruzione cinese attraverso una circolare distribuita a tutte le università del paese, in cui si sottolinea agli istituti di trattare i ragazzi venuti da oltre oceano allo stesso modo dei locali. Fin qui le accademie avevano mostrato un certo lassismo nel punire gli studenti internazionali, ma adesso non saranno più tollerati sconti. Gli ultimi episodi accaduti in varie città cinesi, dove le matricole straniere si sono rese protagoniste di azioni che hanno turbato l’ordine pubblico, non sono affatto piaciute alle autorità.

Un trattamento impari

La posizione del ministero è stata una risposta pubblica alle numerose discussioni online riguardanti una serie di incidenti che hanno coinvolto studenti stranieri. L’ultimo episodio rilevante è avvenuto all’inizio di luglio, quando un egiziano della Fujian Agriculture and Forestry University ha aggredito una donna in sella alla sua bici elettrica, violando le regole della strada; un poliziotto lo ha subito fermato, ma il ragazzo ha dato in escandescenze. L’università ha definito l’atteggiamento dello studente “vizioso” e, per punizione, ha messo il trasgressore sotto osservazione. Troppo poco, a giudicare dalle nuove disposizioni ministeriali, perché se a fare quel gesto fosse stato uno studente cinese la pena sarebbe stata molto più severa che non un semplice monitoraggio a distanza.

Omologare l’esperienza di studio

Le recenti trasgressioni studentesche a opera di matricole internazionali ha spinto il People’s Daily ad affrontare il tema in un lungo articolo. Secondo il quotidiano cinese, in Cina sarebbe diffusa la percezione secondo la quale gli studenti stranieri riceverebbero un trattamento preferenziale, sia da parte delle autorità che delle università. Ma la diversità di trattamento non si esaurirebbe solo nelle punizioni a eventuali azioni illegali, ma anche nello stile di vita e nelle modalità di studio; gli stranieri hanno dormitori appositi, aule e mensa diversie e possono approfittare di un più alto numero di borse di studio rispetto ai loro colleghi cinesi. Questa condizione non è più tollerabile per le istituzioni, che hanno sollecitato le università a omologare le regole d’insegnamento ma anche la gestione e i servizi base per offrire la stessa esperienza a tutti gli studenti.

Il nuovo ruolo delle università

La circolare si sofferma anche sul ruolo educativo delle varie università cinesi; spetta agli istituti il compito di educare i rispettivi studenti alle normative cinesi e alle leggi dello Stato, punendo seriamente i trasgressori. “Dovrebbe essere istituito un efficace sistema di aiuto all’insegnamento per supportare gli studenti stranieri – ha detto un anonimo funzionario del ministero dell’Istruzione al South China Morning Post – mentre per quanto riguarda la gestione e i servizi, le scuole dovrebbero organizzare le matricole internazionali a frequentare sane attività extracurricolari per favorire la comprensione di lingua e cultura cinesi”. Le statistiche ufficiali, riferite al 2018, parlano di 492.000 studenti stranieri provenienti da 196 paesi e distribuiti in 1.004 università cinesi; i primi cinque Stati che hanno fornito studenti alla Cina sono stati Corea del Sud, Thailandia, Pakistan, Stati Uniti e India. Ma da ora in avanti nessuno sarà più avvantaggiato.





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