“Laboratorio di metanfetamina all’aperto in stile ‘Breaking Bad’ scoperto nel parco di Hampstead Heath a Londra”, annunciava il quotidiano The Sun il 15 settembre 2018. Titoli di stampa come questo sono in costante aumento in gran parte dei paesi dell’Europa occidentale e in tutti quelli dell’Europa orientale.

 

Consumo di metanfetamina in Europa in base alle analisi delle acque di scarico
Fonte: Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze

 

Il Rapporto sul consumo di droga nel mondo nel 2017 mostra il crescente uso di metanfetamina nel Regno Unito e in tutta l’Europa orientale e occidentale. Il grafico soprastante evidenzia le località dove le analisi delle acque di scarico rivelano un uso intensivo di droga. Il Regno Unito non vi compare, ma risulta da un altro rapporto che circa il 10% della popolazione britannica nella fascia d’età da 16 a 24 anni ha assunto metanfetamina almeno una volta.

Ma ascoltiamo un’esperienza personale.

“Avevo 25 anni quando provai per la prima volta i cristalli di metanfetamina, inizialmente era solo una sostanza qualsiasi fra le tante che assumevo”, scrive un ex tossicodipendente londinese.

“Nell’ambiente gay di Londra tutti i limiti erano stati aboliti, mi trovai a frequentare una cerchia di gente in cui molti fumavano la metanfetamina in cristalli. Le app del mio cellulare rigurgitavano di proposte sessuali e di festini di “slamming”, in cui dopo essersi iniettati i cristalli di anfetamina si fa sesso con sconosciuti per gran parte del fine settimana. Mi sono calato rapidamente in questo ambiente eccitante e voluttuoso del chemsex, cioè del sesso portato all’estremo dalla chimica… all’inizio era molto piacevole, ma anche estremamente pericoloso. Ai mie compagni di avventura sembrava non importasse niente né degli altri, né con chi facessero sesso, e addirittura nemmeno di se stessi.”

La nuova trasgressione rappresentata dal ChemSex ha fatto esplodere la domanda di metanfetamina ai laboratori che la producono, che ora spuntano come funghi in tutta l’Europa occidentale. In passato la metanfetamina era la droga a buon mercato in voga soprattutto nell’Europa orientale, ma sull’onda della prostituzione e delle nuove frontiere del sesso oggi questi laboratori proliferano perfino in Svizzera.

Le prostitute tailandesi emigrate in Europa orientale, e principalmente nella Repubblica Ceca, hanno portato con sé la metanfetamina, purtroppo endemica nel sud-est asiatico. I loro clienti ne hanno diffuso il consumo nei propri Paesi e il delirio del chemsex ha travolto l’Europa occidentale, facendo impennare la domanda di metanfetamina e di conseguenza anche il numero dei laboratori che la producono, molto facili e poco costosi da realizzare… ma la crescente diffusione di questa nuova perversione ha fatto progressivamente aumentare anche il prezzo della droga.

La metanfetamina uccide

Purtroppo la realtà è molto semplice: la metanfetamina uccide. Iniettarsela o sniffarla non fa differenza: il fisico subisce danni devastanti nel giro di mesi, i denti cominciano a cadere, l’apparato cardiovascolare gradualmente degenera, si dimagrisce e in poco tempo arriva la morte.

Dunque il ChemSex non è un’espressione della vita, bensì della morte. E si sta rapidamente diffondendo come una pandemia nel Regno Unito e in tutta Europa.

“Il numero di consumatori di metanfetamina dediti al ChemSex, prevalentemente uomini, è in costante aumento”, ha dichiarato in un’intervista a Gli Occhi della Guerra un portavoce del Zentrum für Suchtmedizin, un centro di riabilitazione di tossicodipendenti operante a Zurigo.

Come vediamo nel grafico soprastante, in Spagna l’esplosione del consumo di metanfetamina ha fatto proliferare i laboratori che la producono, e in alcune città tedesche l’uso di questa droga è diventato endemico. “La polizia di Malaga smantella un laboratorio di metanfetamina, come nella serie TV “Breaking Bad”. Madrid, Barcellona e Valencia sono le città europee in cui l’uso di droghe illecite per accrescere il piacere sessuale è più diffuso. Questa pratica, come avvertono gli esperti, aggrava enormemente il rischio di contagio di malattie veneree e di trasmissione dell’Aids. Secondo uno studio condotto all’Ospedale Universitario di Madrid, tra il 29% e il 37% degli spagnoli dediti al ChemSex sono già stati infettati dal virus dall’Aids.

L’uso di metanfetamina durante i rapporti sessuali con sconosciuti induce comportamenti pericolosi come trascurare di usare il preservativo, o si traduce in atti di violenza. Non solo il rischio di contrarre l’Aids è altissimo, come avverte l’indagine condotta in Spagna, ma secondo una ricerca pubblicata dalla rivista medica britannica British Medical Journal, per gli uomini che praticano il ChemSex il rischio aumenta del 30% rispetto agli altri omosessuali.

Dallo stesso grafico apprendiamo che in Germania la tendenza è altrettanto allarmante. “Alcuni ricorrono alla droga per testare i propri limiti e cercare di superarli”, racconta un berlinese, “per dimenticare la noia e la monotonia della quotidianità, o per aumentare l’intimità e la fiducia reciproche, o per superare l’imbarazzo.” La metanfetamina cancella le inibizioni e annulla la paura del rischio.
Il grafico mostra che la situazione è molto diversa in Francia, particolarmente nell’area di Parigi.

“Le chemsex, une pratique dangereuse” (“Il chemsex, una pratica pericolosa”), avvertiva il quotidiano Le Figaro il 9 maggio 2018. “È stato uno sballo” scrive un tossicodipendente francese. “Consumo metanfetamina da due anni e ora non riesco più a farne a meno, non si può immaginare fino a che punto questa dipendenza diventi ossessionante. La mia salute è completamente devastata… spero di riuscire a liberarmene un giorno…”.

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