Nelle scuole elementari di Seattle gli attivisti di Black Lives Matter tengono corsi per insegnare ai bambini a combattere la famiglia etero-patriarcale, a temere e odiare la polizia, ma anche il principio dell’ingiustizia nel trattare tutti allo stesso modo in quanto alcuni possono essere stati oppressi per essere “diversi”. Un vero e proprio lavaggio del cervello che prende di mira le classi che vanno dal kindergarden, fino alla quinta elementare, come indicato nei volantini che pubblicizzano i corsi e di cui InsideOver è entrato in possesso.
I corsi, attuati dal 1 al 5 di febbraio, vengono pubblicizzati anche sul sito Seattle Public Schools che indica anche la risoluzione (no. 2020/21-17) con la quale è stato deciso ad unanimità di dare il via a tutto ciò:” L’uccisione di uomini e donne di colore, disarmati, incluse alcune persone di colore LGBTQIA, per mano della polizia, ha lasciato i giovani e le nostre comunità alla ricerca di risposte su questioni estremamente complicate che riguardano razza, giustizia ed equità”.
In poche parole, le scuole pubbliche ospitano attivisti di BLM che hanno il compito di rieducare i giovanissimi a una nuova ideologia totalizzante e pronta a sovvertire non soltanto l’ordine sociale e familiare, ma persino quello naturale e guai a chi prova ad opporsi, visto che rischierebbe di vedersi accusato di razzismo, come illustrato nel piano strategico sul sito delle scuole pubbliche di Seattle.
La descrizione sui volantini di BLM è più che eloquente: “grade level k-3/5, 25-30 min, BLM values covered: trans affirming, queer affirming, collective value”. Ai docenti viene incaricato di illustrare ai giovanissimi quanto sia sbagliato e problematico il concetto binario di sesso maschile e sesso femminile, perchè ognuno ha il diritto di decidere il proprio sesso a prescindere dalla natura.
Infatti, secondo quanto espresso nei volantini di BLM, se il medico e i genitori assegnano un genere e corrisponde a ciò che ci si sente interiormente, allora si viene definiti “cisgender. Tuttavia, seppur natura e società assegnano il proprio sesso, ci si potrebbe sentire in qualche modo a metà tra i due generi; ciò verrebbe quindi definito, secondo BLM, come “genere espansivo o transgender“. Concetto piuttosto contorto.
In poche parole, ognuno ha il diritto di scegliere il proprio genere in base a quanto si sente dentro. Non solo, perchè ai bambini viene anche insegnato come i transgender vivano esperienze uniche e come sia importante aiutarli diventando loro “alleati”, anche se non risulta ben chiaro cosa BLM intenda con ciò. In aggiunta, viene anche messo in discussione il concetto di famiglia nucleare (indicata come “prescritta dall’Occidente”) e di figura paterna per introdurre i concetti di “famiglia allargata”, di “villaggi collettivi”.
Tutto ciò non può che causare una seria e pericolosa confusione nella mente di bambini di età comprese tra i 3 e i 10 anni, mettendo tra l’altro in discussione un pilastro della socializzazione primaria, la famiglia, senza la quale si genera il caos sociale.
Polizia, razza e disuguaglianza dell’uguaglianza
C’è poi tutta una parte dedicata alla disuguaglianza razziale in quanto non si è mai troppo piccoli per parlare di razza, perché il non parlarne rafforza il razzismo. Viene anche indicato come i neri negli Usa vengano sistematicamente ed intenzionalmente bersagliati, al punto da arrivare a sostenere che qualsiasi tipo di incarcerazione di un nero è “un atto di violenza di Stato” e viene persino fatto un paragone tra l’intervento degli agenti durante le manifestazioni del 2020 e le violenze perpetrate dalla polizia contro i neri negli anni ’60.
Tutto ciò diventa estremamente problematico in quanto si inculcano nelle menti dei giovanissimi paura e sfiducia nei confronti delle istituzioni e delle forze dell’ordine, illustrando tra l’altro dati che indicano un elevato numero di vittime tra i neri, ma senza approfondire le circostanze dei singoli casi. Certamente è ancora vivo nella mente di molti negli Usa il terrificante caso di Rodney King, vittima di un violento pestaggio da parte della polizia di Los Angeles nel marzo del 1991 e di una clamorosa assoluzione da parte degli agenti che scatenò violente sommosse nella città californiana e non si può certo negare che il problema sia in alcuni casi presente. Non si può però nemmeno arrivare al punto di colpevolizzare ed accusare un intero sistema per l’azione di alcuni e l’attivismo di BLM sembra andare ben oltre la questione della razza per promuovere l’ideologia della “radical left“, al punto da arrivare a sostenere che “promuovere uguaglianza genera disuguaglianza ed oppressione”.
Secondo tale concetto, sebbene si è tutti esseri umani, alcuni potrebbero essere stati maltrattati o oppressi in quanto membri di un particolare gruppo e se si ignorano tali differenze (attuali o storiche), si potrebbe non riuscire a comprendere i bisogno di questi individui. Riconoscere queste differenze genera spesso paura e dunque si preferisce non prenderne atto. Si potrebbe certamente aprire un lungo dibattito su ciò, ma il punto è un altro, dei bambini delle scuole elementari sono in grado di comprendere concetti così complessi e discutibili? Certamente no. Allora a cosa serve trattarne in maniera tra l’altro mono-narrativa? Tutto ciò suona molto come un vero e proprio lavaggio del cervello ideologico da attuare nelle menti dei piccolissimi.