Kim Jong Un invita Putin in Corea del Nord dopo il successo del vertice di Sochi. Il ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Ben-Gvir chiede regole più dure per i carcerati palestinesi e minaccia Benjamin Netanyahu. A Taiwan sono stati rilevati 68 velivoli in una nuova esercitazione militare cinese. La Cia è nei guai dopo essere stata accusata di aver manomesso i dati dell’indagine sull’origine del Covid-19. Hamas e la Jihad islamica palestinese pubblicano una dichiarazione congiunta chiedendo un cessate il fuoco nel campo profughi palestinese di Ain al Hilweh, in Libano. Ecco i cinque fatti del giorno
Putin accetta l’invito di Kim Jong Un e la Corea del Sud osserva preoccupata
L’incontro tra Putin e Kim Jong Un sembra aver portato a un legame ancora più profondo, così tanto da portare il presidente russo a regalare a Kim “un guanto di una tuta spaziale che è stato nello spazio diverse volte”. A riferirlo è stato oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aggiungendo che Putin ha regalato al leader nordcoreano anche un fucile. Tra i due ormai la sintonia è appurata e pure l’impegno a portare avanti l’amicizia stabilita. Infatti Pyongyang ha “cortesemente invitato Putin a visitare la Rpdc in un momento opportuno”, attraverso una nota dell’agenzia di stampa statale Kcna. La risposta positiva di Putin è arrivata oggi attraverso il suo portavoce. Questi nuovi avvenimenti hanno lasciato molte preoccupazioni a tutta la comunità internazionale, ma soprattutto alla Corea del Sud che ha espresso “profonda preoccupazione e rammarico”.
Continuano le esercitazioni militari cinesi attorno a Taiwan e un’isola giapponese
Negli ultimi giorni, il ministero della Difesa di Taiwan ha notato un aumento delle incursioni marittime e aeree cinesi. Oggi Pechino ha condotto una nuova esercitazione militare attorno all’isola. Sono stati rilevati 68 velivoli e dieci navigli da guerra. Ma non solo a Taiwan. Ieri il il ministero della Difesa giapponese ha reso nota la presenza di sei navi da guerra cinesi localizzate a 400 miglia nautiche dall’isola di Miyakojima e qualche caccia ed elicottero decollati dalla provincia orientale cinese, Shandong. Non è la prima volta che la Cina porta avanti esercitazioni di questo tipo. Ad aprile infatti aveva condotto esercitazioni che simulavano l’accerchiamento dell’isola a seguito di un incontro tra la presidente taiwanese Tsai Ing-wen e il presidente della Camera dei Rappresentanti statunitense Kevin McCarthy in California. Questo intensificarsi di esercitazioni sta portando la tensione a livelli mai visti prima.
La Cia accusata di aver manomesso i dati sull’origine della pandemia
Secondo un funzionario dell’agenzia investigativa statunitense, la Cia (Central Intelligence Agency), avrebbe offerto denaro a funzionari e analisti per insabbiare l’esito delle indagini in merito all’origine della pandemia di Covid-19. I risultati davano quasi per certo la fuga di un virus da un lavoratorio di Wuhan, in Cina. L’informazione sarebbe stata condivisa con il presidente della sottocommissione della Camera che indaga sulla pandemia, Brad Wensturp, e il presidente della commissione ristretta dell’Intelligence alla Camera, Mike Turner che considerano l’informazione come “apparentemente credibile”. Sei esperti su sette che indagavano sul caso, hanno cambiato la loro posizione ufficiale dopo aver ricevuto un apposito incentivo economico dall’agenzia, secondo l’informatore. Adesso i due deputati hanno richiesto l’accesso agli atti dell’indagine.
Regole più dure per i carcerati palestinesi? Sì, secondo Ben-Gvir
Tra i vertici israeliani è crisi su come gestire i detenuti palestinesi. Itamar Ben-Gvir, ministro della Sicurezza nazionale, ritiene le regole per i detenuti non abbastanza severe. Il premier Benjamin Netanyahu invece si è rifiutato di applicare modifiche al regime carcerario dei palestinesi per non provocare un’escalation di violenze e tumulti nelle prigioni dove è già stato minacciato uno sciopero della fame. Alla luce della decisione di Netanyahu, Ben-Gvir, ha annunciato che il suo partito di estrema destra Otzma Yehudit non voterà più con la coalizione di governo fino a quando non verrà esaudito il suo volere. Il ministro, già duro ed estremamente radicale quando si parla dei diritti dei palestinesi, vorrebbe rendere la prigionia ancora più dura per i palestinesi. Chiede, tra le altre cose, di diminuite da una volta al mese a una ogni tre la frequenza delle visite dei familiari dei detenuti.
Hamas e la Jihad islamica palestinese chiedono un cessate il fuoco nel campo profughi in Libano
Non c’è pace per il campo profughi palestinese di Ain al Hilweh, situato alla periferia della città libanese di Sidone, ormai teatro continuo di guerriglie tra diverse fazioni. Adesso si sono levate le voci di Hamas e della Jihad islamica palestinese che hanno chiesto un cessate il fuoco. I due hanno pubblicato una dichiarazione congiunta dicendosi “rammaricati che gli scontri “abbiano provocato decine di morti e feriti, causato la distruzione di case e proprietà e lo sfollamento di molte persone”, e aggiungendo che “questi scontri vanno contro la volontà del popolo palestinese e vanno solo a vantaggio del nemico del palestinese e dei progetti sospetti contro i campi palestinesi per eliminare il problema dei profughi”. La richiesta arriva oggi dopo giorni di combattimenti. Ieri gli sconti hanno fatto sette morti arrivando a un totale di 15 dall’inizio dei combattimenti.