L’Europa ci ricade. Quando si tratta di evitare che l’Italia affondi del tutto e che le speranze di Roma brillino un po’ di più del lumicino, arriva qualche burocrate a dare il colpo di grazia. Lo ha fatto Christine Lagarde nei primi giorni della pandemia, con quella frase sullo spread che ha fatto crollare Piazza Affari (Francia, Germania e altre potenze Ue e non solo ringraziano). E ha commesso lo stesso errore Ursula von der Leyen, che ieri ha avuto la brillante idea di consigliare ai cittadini europei di non prenotare le vacanze estive. Di fatto facendo piombare il settore turistico non solo nella paura ma anche nello sgomento.

Ci vuole poco per capire la gravità di certe parole. Von der Leyen, in qualità di presidente della Commissione europea, dovrebbe prima di tutto tutelare l’Europa e i suoi cittadini dal pericolo di una catastrofe economica conseguente a quella sanitaria. Il suo non dovrebbe essere un semplice ideale, ma un vero e proprio piano strategico. Perché è chiaro che la crisi economica sarà devastante per la “sua” Europa. Eppure, con rigida austerità teutonica, la presidente della Commissione europea non ha battuto ciglio e di fronte ai giornalisti del quotidiano tedesco Bild am Sonntag dice una frase che è di fatto la condanna a morte di un intero settore di interesse nazionale e continentale: “Non prenotate le vacanze estive”. Una frase che non rassicura, che non aiuta, che non dà alcuna speranza. Fredda come u a spada di Oviedo, Ursula von der Leyen affonda il colpo e lo fa rivolgendosi non agli europei, ma in particolare ai tedeschi che, non certo a caso, l’estate prediligono i Paesi mediterranei e non certo rimanere in Germania.

Una frase per certi versi scioccante. Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, ha spiegato al Sole 24 Ore di essere rimasto “allibito” dalle parole della presidente della Commissione europea. Specialmente perché il turismo rappresenta una filiera di circa tre milioni di lavoratori soltanto in Italia. Un’industria strategica che Ursula von der Leyen ha deciso di mettere a dura prova, specialmente se si pensa che quelle frasi vengono rivolte a una popolazione, quella tedesca, che in larga parte va in vacanza proprio in Italia, tra il mare e il Lago di Garda.

Ora, è del tutto evidente che queste sono parole che hanno un peso. La presidente della Commissione europea ha un ruolo apicale all’interno di un intero continente. E nella migliore delle ipotesi si tratta si consigli “spassionati”. Nella peggiore delle ipotesi, c’è anche chi sospetta che la Commissione sottintenda pericoli ancora presenti riguardo alla pandemia da coronavirus e soprattutto legati alla chiusura dei traffici o delle frontiere.

Frasi eccessive? Incapacità di comprendere la reale portata delle proprie dichiarazioni in base al ruolo? Possibile. Ma attenzione a non valutare tutto con gli occhi delle “gaffes”. Perché tedeschi e francesi difficilmente fanno “gaffes” se si trovano nei ranghi primari della gerarchia europea. E, sarà un caso, ma queste frasi a effetto hanno solo una  vittima: l’Italia. O al limite la Spagna e la Grecia. E non vanno mai dimenticate le conseguenze economiche e politiche di certe dichiarazioni.

Per molti giorni, le parole di Lagarde sull’incapacità della Bce di avere una leva per frenare l’ascesa dello spread sono state lette come frasi poco fortunate. Poi però è bastata una lettura meno benevola per ricordarsi che Chrstine Lagarde ha un passato di forti legami con il governo francese e non pochi interessi a tutelare l’agenda tedesca e di altri Stati europei. E infatti, propri a stretto giro di posta, lo stesso Copasir è voluto intervenire per vederci chiaro sugli effetti di quel crollo di Piazza Affari per i nostri asset strategici, costringendo poi la Consob a bloccare vendite allo scoperto e a monitorare rischio di scalate ostili.

Ora è il turno di Von der Leyen, che, va ricordato, era ministro di Angela Merkel e non può certo essersi dimenticata, di punto in bianco, degli interessi di Berlino. Che casualmente sul turismo estero punta e anche molto: ma per cercare di portarlo sotto la sua sfera economica. Come avvenuto del resto in Grecia, dove i maggiori aeroporti turistici sono passati in mano tedesche subito dopo la terrificante crisi del debito sovrano e con la privatizzazione forzata degli asset ellenici. Non possiamo di certo pensare che la presidente della Commissione Ue voglia far affondare l’Italia, sarebbe estremamente pericoloso. Ma di certo nessuno parla per caso, specialmente tra gli eurocrati. Se quell’invito di Ursula viene seguito dai tedeschi (cosa non troppo improbabile) l’Italia prederebbe milioni di posti di lavoro. Per guidare l’Europa bisognerebbe prima di tutto fare gli interessi europei.