Per la prima volta dal 2013, la Corea del Sud ha tenuto una parata militare come monito contro Pyongyang. Nel Nagorno-Karabakh nemmeno i civili sono al sicuro e scappano verso l’Armenia. Continuano i colloqui tra Putin e Haftar che oggi è volato in Russia. I colloqui tra Azerbaigian e Armenia continueranno probabilmente all’incontro di Granada sotto l’occhio e la guida dell’Unione Europea. L’Arabia Saudita vola nei Territori palestinesi per rassicurare l’Autorità palestinese e nel frattempo ospita il ministro del turismo israeliano. Ecco le cinque notizie del giorno
La parata militare a Seul come monito alla Corea del Nord
La Corea del Sud ha ospitato oggi la sua prima parata militare dal 2013. Alla parata, sotto una pioggia incessante, hanno preso parte circa 4.600 militari, compresi circa 330 soldati e cadetti Usa. Una partecipazione inedita. Tra le strade della capitale Seul, hanno sfilato missili e tank e più in generale un arsenale di armi sofisticate, quali droni e caccia. La parata arriva dopo un periodo di forti tensioni tra la Corea del Sud e la Corea del Nord. Infatti durante la cerimonia, il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha rinnovato il suo monito a Pyongyang. “Se la Corea del Nord usasse armi nucleari, al suo regime porrebbe fine una risposta schiacciante da parte dell’alleanza Usa-Corea del Sud”. La parata ha avuto un ruolo estremamente simbolico volto a mandare un messaggio di forza non solo alla Corea del Nord ma anche alla Cina.
La tragedia del Nagorno-Karabakh ha portato all’esodo di 19mila persone verso l’Armenia
L’offensiva azera nel Nagorno-Karabakh sta portando a un disastro umanitario. L’Armenia ha dichiarato che un totale di 19.000 rifugiati sono finora arrivati dal Nagorno-Karabakh. ”Al momento, 19.000 sfollati sono entrati in Armenia dal Nagorno-Karabakh”, ha detto il vice primo ministro Tigran Khachatryan in tv. “Le notizie che giungono testimoniano la coerente prosecuzione del progetto di distruzione di un’intera popolazione”. Intanto la Caritas armena denuncia le forze armene di aver preso di mira anche edifici residenziali, case e civili. L’esodo dei civili ha portato a un enorme ingorgo della strada che collega l’Armenia al Nagorno-Karabakh. Adesso l’Azerbaigian ha riconquistato la piena sovranità della regione e secondo l’ambasciatore armeno Andranik Hovhannisyan “l’Azerbaigian sta attuando una “pulizia etnica” e sta commettendo un “crimine contro l’umanità”, ha dichiarato al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra. “Questa non è una semplice situazione di conflitto, è un vero e proprio crimine contro l’umanità e dovrebbe essere trattato come tale”, ha concluso.
Continuano i colloqui tra Armenia e Azerbaigian per normalizzare il conflitto
È avvenuto oggi l’incontro tra il segretario del Consiglio di sicurezza dell’Armenia, Armen Grigoryan, e il consigliere per la Politica estera del presidente azero, Hikmet Hajiyev, a Bruxelles. Il meeting è stato organizzato dai consiglieri diplomatici del Consiglio Europeo Charles Michel, Simon Mordue e Magdalena Grono, con la partecipazione dei consiglieri diplomatici del presidente francese Emmanuel Macron e del cancelliere tedesco Olaf Scholz, Emmanuel Bonne e Jens Ploetner, insieme al rappresentante speciale dell’Ue per il Caucaso Meridionale e la crisi in Georgia, Toivo Klaar. L’incontro sembra aver dato i suoi frutti e adesso si parla di un nuovo meeting giovedì prossimo a Granada dove si riunirà la Comunità Politica Europea. La portavoce di Michel, ha riferito che nell’incontro di oggi i partecipanti “hanno preso atto dell’interesse condiviso di Armenia e Azerbaigian nel fare uso di un possibile incontro a Granada per continuare negli sforzi di normalizzazione”, dopo l’operazione militare azera nel Nagorno-Karabakh.
Haftar vola in Russia per nuovi colloqui con il ministero della Difesa russo
Il generale Khalifa Haftar, capo dell’autoproclamato Esercito nazionale, si è recato oggi in Russia e ha avuto colloqui presso il ministero della Difesa. La visita di Haftar è avvenuta su invito dello Stato russo ed è stato accolto all’aeroporto dal vice ministro russo della Difesa, Yunus-Bek Yevkurov. La visita di Haftar segue quella dello stesso Yevkurov a Bengasi del 17 settembre scorso. “Durante la visita si sono svolti negoziati con alti funzionari russi sullo sviluppo della situazione in Libia, sono state discusse le relazioni bilaterali tra i due Paesi e le modalità per rafforzarle e svilupparle”, si legge in una nota del ministero russo. Putin sta cercando di rafforzare la sua presenza in Libia e dopo il disastro di Derna ha intensificato i suoi colloqui con il generale Haftar.
L’impegno dell’Arabia Saudita diviso tra Israele e Palestina
Una delegazione saudita si è recata nei Territori palestinesi, per la prima volta in 30 anni, per rassicurare Ramallah che Riad sta “lavorando per la realizzazione di uno Stato palestinese con Gerusalemme Est come sua capitale”. La visita dell’ambasciatore saudita, Nayef al-Sudairi, avviene mentre si intensificano le voci sui negoziati in corso per il raggiungimento di un accordo per la normalizzazione delle relazioni tra il Riad e Tel Aviv. I nodi principali sembrano essere proprio la questione palestinese e lo sviluppo di un programma nucleare civile da parte di Riad. “La questione palestinese è un pilastro fondamentale”, ha detto Sudairi dopo aver incontrato il ministro degli Esteri palestinese Riyad al-Maliki, “ed è certo che l’iniziativa araba, presentata dal Regno nel 2002, è la pietra angolare di qualsiasi accordo che verrà”. Questo è avvenuto il giorno stesso della visita del ministro del Turismo israeliano, Haim Katz, in Arabia Saudita. Si tratta della prima visita della storia di un ministro israeliano nel Regno.