Si intravede la fine del conflitto in Nagorno-Karabakh con il cessate il fuoco. Alcuni attacchi in Sudan fanno pensare a un’infiltrazione di Kiev nel Paese e nel conflitto in atto. Netanyahu è a New York e deve “convincere” Biden della solidità della democrazia israeliana. L’ambasciatore ucraino in Polonia è stato convocato dalle autorità polacche in protesta alle parole di Zelensky. L’Iran mette in atto pene draconiane contro le donne che violano il codice dell’abbigliamento. Ecco le cinque notizie del giorno.

Un cessate il fuoco apre uno spiraglio di pace in Nagorno-Karabakh

All’appello dei peacekeeper russi di cessare il fuoco, i separatisti armeni e l’Azerbaigian hanno risposto positivamente. Secondo l’agenzia Interfax, sarebbe stato raggiunto un accordo per il ritiro delle unità rimanenti e delle truppe delle forze armate armene dalla zona di schieramento dei peacekeeper russi nel Nagorno-Karabakh. Ad aggiungersi e a far ben sperare nella fine del conflitto – almeno per il momento –  è l’incontro che si terrà domani dei rappresentanti dei separatisti del Karabakh con Baku nella città di Yevlakh. L’agenzia russa aggiunge che “i gruppi (armeni) illegali consegneranno tutte le armi e le attrezzature pesanti”. Dopo aver lanciato l’operazione ieri l’esercito azero ha preso il controllo di oltre 90 posizioni militari armene. Secondo quanto dichiarato da Baku, domani le due parti si incontreranno per “discutere le questioni del reinserimento in base alla Costituzione e alle leggi del Repubblica dell’Azerbaigian”.

L’Ucraina arriva in Sudan contro Wagner?

Secondo un’inchiesta della Cnn, Kiev sarebbe responsabile di una serie di attacchi e sabotaggi nell’area di Khartum contro le Forze di supporto rapido (Rsf), vicine al gruppo paramilitare russo Wagner. La Cnn dichiara che una sua fonte ha descritto gli attacchi come un operativo “non sudanese”. Gli attacchi avvenuti attraverso droni e ordigni esplosivi, nello stile delle forze ucraine, hanno attaccato veicoli e paramilitari delle Rsf. Otto degli attacchi analizzati dalla Cnn sono quindi stati sferrati con gli stessi droni utilizzati dalle forze armate ucraine. Anche le modalità e le tattiche sono simili e, sempre secondo la Cnn, inusuali nei conflitti del continente africano. Se davvero l’Ucraina fosse presente in quella parte di mondo, parzialmente controllata dal gruppo paramilitare russo Wagner, aprirebbe la strada a uno nuovo e drammatico scenario che porterebbe a una probabile espansione bellica ucraina contro quella russa, già in atto nell’est ucraino.

Netanyahu a New York tra visite e proteste

Giornata impegnativa per Bibi. Da una parte dedito a rassicurare Biden sulla solidità della democrazia israeliana e dall’altra impegnato a fronteggiare centinaia manifestanti contro di lui. “L’impegno di Israele per la democrazia non cambierà mai. Continueremo a sostenere i valori cari a entrambe le nostre democrazie”, ha dichiarato durante l’incontro con Joe Biden a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che si sta svolgendo a New York. I due leader si sono incontrati all’Intercontinental Hotel e non alla Casa Bianca. Scelta da tenere di conto che indica la contrarietà di Washington alle politiche portate avanti da Netanyahu in particolare la contestata riforma della giustizia promossa dal governo di estrema destra israeliano. L’incontro è avvenuto con una piazza gremita di persone che protestavano contro il primo ministro israeliano. I manifestanti, per lo più cittadini israeliani contrari alla riforma della giustizia, hanno chiesto “democrazia” mentre sventolavano bandiere di Israele.

Scricchiolano sempre di più i rapporti tra Polonia e Ucraina

Vasil Zvarich, ambasciatore ucraino in Polonia, è stato convocato dalle autorità polacche per protestare contro le parole del presidente ucraino. Zelensky ha infatti criticato la posizione di Varsavia relativa alle restrizioni sulle importazioni di grano dall’Ucraina. Il leader ucraino ha criticato alcuni Paesi europei sostenendo che si limitano a proporre solidarietà sostenendo così indirettamente la Russia. Paweł Jablonski, vice ministro polacco, ha sottolineato che questa tesi non è vera nei confronti della Polonia e soprattutto è ingiustificata nei confronti del nostro Paese dal momento in cui Varsavia è stata la prima ad “aprire le porte all’Ucraina” dall’inizio dell’invasione russa. L’obiettivo del governo del premier Mateusz Morawiecki, è quello di non destabilizzare il mercato polacco. “Voglio avvertire le autorità ucraine che se il conflitto andrà avanti, aggiungeremo altri prodotti al divieto di importazione”, ha detto.

Un Iran sempre più rigido contro le donne

In Iran, a un anno dalla morte della giovane Mahsa Amini, si inaspriscono le pene contro le donne violano l rigido codice di abbigliamento, a cominciare dall’obbligo del velo nei luoghi pubblici. Il Majlis, il Parlamento di Teheran, ha votato a favore di un controverso disegno di legge in tal senso, con un periodo “di prova” di tre anni. “È stato deciso che sia di tre anni il periodo di prova per l’applicazione di questa legge. Ora il Consiglio dei Guardiani deve prendere una decisione riguardo all’approvazione del periodo di prova. Il rapporto della Commissione andrà al Consiglio dei Guardiani e attenderemo il parere”, ha affermato il capo della commissione Giustizia del Parlamento iraniano, Musa Ghazanfarabadi. l testo, in base a quanto riporta l’agenzia Dpa facendo riferimento all’ultima versione, prevede sanzioni severe in caso di mancato rispetto del codice di abbigliamento: si arriverebbe fino a 15 anni di carcere e a sanzioni per l’equivalente di oltre 5.000 euro. Il testo fa riferimento anche alle donne straniere presenti nel Paese che rischierebbero l’espulsione.

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