Una maggiore sorveglianza per fare luce su un recente picco di casi umani di influenza aviaria H5N6 registrato nella Cina continentale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) è tornata ad accendere i riflettori su una malattia potenzialmente contagiosa per gli esseri umani che, a quanto pare, sta mostrando misteriosi segnali di ripresa. “È urgentemente necessaria una più ampia sorveglianza geografica nelle aree colpite della Cina e nelle aree vicine per comprendere meglio il rischio e il recente aumento delle ricadute sugli esseri umani”, ha detto a BNO News un portavoce dell’Oms. L’attenzione sull’influenza aviaria è tornata in pole position dopo che nel sud della Cina una donna di 26 anni è morta proprio a causa della H5N6.

Lo hanno riferito i funzionari sanitari di Hong Kong, secondo i quali l’episodio sarebbe avvenuto a Guilin, nel Guangxi. La vittima avrebbe avuto contatti con pollame domestico vivo prima di sviluppare i sintomi il 14 agosto ed essere ricoverata per poi morire cinque giorni più tardi. Non è chiaro il motivo per cui il caso non è stato reso pubblico fino a poche settimane fa mentre un funzionario dell’Oms non ha risposto alla richiesta di commento. Nel giro di qualche ora, sempre da Hong Kong, è arrivata la notizia di due ulteriori pazienti positivi all’influenza aviaria H5N6. Uno dei due non sarebbe riuscito a superare l’infezione; l’altro, in gravi condizioni, è ricoverato in un ospedale di Guilin, stessa città dove è avvenuto il primo dei tre casi segnalati.

L’aumento dei casi di influenza aviaria H5N6

Il primo dei due nuovi casi ha coinvolto un uomo di Guilin. Secondo le ricostruzioni, il paziente, 55 anni, avrebbe visitato un mercato di pollame vivo prima di sviluppare i sintomi il 23 agosto. È stato ricoverato in ospedale il 30 dello stesso mese e rimane in gravi condizioni condizioni. Il secondo caso ha coinvolto un uomo di 72 anni di Chongqing che, stando a quanto riferito sempre dai funzionari di Hong Kong, che stanno monitorando i casi in Cina, ha sviluppato i sintomi il 16 settembre dopo essere entrato in contatto con “pollame malato”. L’uomo è stato ricoverato in ospedale dopo tre giorni ma è stato stroncato dalla malattia.

C’è davvero il rischio di una epidemia di influenza aviaria H5N6?

Premesso che fin qui non sono stati rilevati casi di contagio da uomo a uomo, dal 2014 a oggi si contano 46 casi umani. Un terzo di questi è stato segnalato nella Cina continentale solo negli ultimi tre mesi, mentre la metà di tutti i casi è stata segnalata negli ultimi 12 mesi. “Anche se i virus dell’influenza aviaria identificati di recente non si trasmettono attualmente facilmente da persona a persona, la circolazione in corso di questi virus nel pollame è preoccupante, poiché questi virus causano gravi malattie negli esseri umani e hanno il potenziale di mutare per diventare più contagiosi tra le persone”, scrive l’Oms sul proprio sito web.

Rischi e pericoli

L’influenza aviaria H5N6 è può causare gravi malattie negli esseri umani di tutte le età. Secondo l’Oms, ha ucciso più della metà delle persone infette. Come anticipato, non esistono casi confermati di trasmissione da uomo a uomo, ma una donna di 61 anni risultata positiva a luglio ha negato di aver avuto contatti con pollame vivo. I ricercatori sono tuttavia preoccupati, e per questo hanno deciso di controllare con attenzione ogni picco sospetto. Come se non bastasse, pochi giorni fa uno studio pubblicato dal Centro cinese per il controllo delle malattie ha identificato diverse mutazioni in due recenti casi di H5N6.

“La crescente diversità genetica e la distribuzione geografica dell’H5N6 rappresentano una seria minaccia per l’industria del pollame e la salute umana”, hanno affermato i ricercatori, sottolineando come le infezioni di H5N6 rappresentino un problema di salute pubblica “che non può essere ignorato”. L’Oms ha più volte ripetuto che le prove epidemiologiche attualmente disponibili suggeriscono che i virus dell’influenza aH5N6 non hanno acquisito la capacità di trasmissione prolungata tra gli esseri umani, e che quindi “la probabilità di diffusione della malattia da uomo a uomo è bassa”.

Ci sono tuttavia due aspetti da considerare:

  1. Le previsioni della stessa Oms in occasione del Covid si sono rivelate un mezzo disastro
  2. L’influenza aviaria, proprio come tutti i virus influenzali, è soggetta naturalmente a una continua evoluzione

Ecco perché le autorità competenti dovrebbero incrementare il monitoraggio e la sorveglianza globale su questa e altre infezioni simili.

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