Si fa un gran parlare dei “vaccini occidentali”, termine che include i prodotti sfornati dalle Big Pharma europee e americane. Si parla molto anche dello Sputnik V, il famigerato vaccino russo sul quale l’Ema ha avviato la rolling review per capire se approvarne o meno l’utilizzo nell’Unione europea. Non si parla a sufficienza dei vaccini cinesi, diffusi in tutto il mondo e, nonostante la penuria di dosi che sta mettendo a dura prova Bruxelles, raramente citati dalle autorità sanitarie europee e dai media.
Eppure, se l’obiettivo è quello di immunizzare il più in fretta possibile la popolazione continentale, potrebbe valer la pena analizzare nel dettaglio l’alternativa rappresentata dai vaccini realizzati da Pechino. Anche alla luce dei continui tagli nella consegna delle dosi annunciati dalle case farmaceutiche, come Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson & Johnson. Senza considerare, poi, i gialli che hanno coinvolto i vaccini di queste due ultime aziende. Ecco, di seguito, 5 domande per raccontare tutto ciò che c’è da sapere in merito ai vaccini cinesi.
Quanti sono i vaccini cinesi?
Al momento la Cina sta utilizzando cinque vaccini anti Covid. Due, il BBIBP-CorV e il New Crown Covid-19, sono stati realizzati da Sinopharm, mentre CoronaVac, Ad5-nCoV e ZF2001 si rifanno rispettivamente a Sinovac Biotech, CanSino Biologics e Anhui Zhifei Longcom. Non utilizzano la tecnologia dell’mRNA messaggero, come invece fanno Pfizer-BioNTech e Moderna. Al contrario, tre sono a base di virus inattivati (Sinopharm e Sinovac), uno di proteine inattivate (Anhui Zifei) e uno si affida a un adenovirus chiamato Ad5 (CanSino).
Chi li sta utilizzando?
I vaccini cinesi sono ovviamente utilizzati dalla Cina, ma anche da oltre 60 Paesi sparsi in tutto il mondo. Nel contesto europeo, questi farmaci sono stati approvati da Serbia, Polonia e Ungheria. In generale, come ha sottolineato il Corsera, sono particolarmente diffusi tra i Paesi a basso reddito (clicca qui per la mappa aggiornata). Pechino può contare su un’enorme potenza di fuoco capace di sparare due miliardi di dosi all’anno. Quanto basta per immunizzare la popolazione autoctona ed esportare interessanti stock all’estero in nome della diplomazia del vaccino.
Cosa sappiamo dei loro dati?
Le case farmaceutiche cinesi non hanno fornito dati completi sui test clinici di fase 3, che dovrebbero essere presentati nelle prossime settimane. Produttori e governi che si sono prestati a condurre le sperimentazioni hanno rilasciato alcune informazioni interessanti.
Sono efficaci?
In merito al Sinopharm, sappiamo che il BBIBP-CORV ha un’efficacia compresa tra il 79% e l’86% per quanto riguarda la prevenzione sintomatica (la discrepanza dipende dal luogo di svolgimento dello studio, e quindi dalle varianti del virus presenti). L’altro, sempre targato Sinopharm, raggiunge il 72.5%. Il CoronaVac ha fatto registrare un’efficacia contro le forme lievi di Covid pari al 50.7%, dell’83.7% contro quelle che richiedono assistenza e del 100% contro le più gravi. L’efficacia del Cansino oscillerebbe intorno al 75%, mentre dell’Anhui Zhifei – l’ultimo arrivato – si conosco ancora pochi dettagli.
Funzionano?
A detta degli esperti, ha poco senso confrontare i vaccini in base alla loro efficacia, visto che il loro obiettivo dovrebbe essere quello di prevenire i casi più gravi della malattia e impedire i decessi dei pazienti. In questa fase emergenziale ogni vaccino approvato dalle autorità competenti è una freccia in più nella faretra da sparare contro il virus. Vedremo quanti e quali sviluppi ci saranno in merito ai vaccini cinesi.