Green pass obbligatorio per accedere a bar, ristoranti e altri luoghi pubblici? No, questa non è una regola che vale in tutta l’Europa. In giro per il Vecchio Continente troviamo infatti Paesi che hanno deciso, non solo a parole, di intraprendere una concreta convivenza con il virus. In che modo? Abolendo progressivamente le restrizioni anti Covid secondo una organizzatissima tabella di marcia, e senza necessariamente ricorrere all’utilizzo del certificato verde per far riassaporare la totale normalità alle rispettive popolazioni. Insomma, al di là dei confini italiani non mancano apparenti “oasi felici” in mezzo a un terrorismo sul virus, tanto sanitario quanto mediatico, che ancora oggi fatica ad allentare la presa.
Danimarca
Niente più mascherina obbligatoria sui mezzi pubblici. Addio al Green Pass per entrare nei locali notturni e partecipare ai grandi eventi, e tanti saluti ai limiti sulle assemblee pubbliche. Dallo scorso 10 settembre la Danimarca è tornata a respirare, diventando così il primo Paese dell’Unione europea ad abolire tutte le misure più stringenti legate alla pandemia di Covid-19. Resteranno, per il momento, giusto un paio di provvedimenti, per tutelarsi in caso di una possibile recrudescenza dell’emergenza sanitaria.
Ad esempio: il mantenimento della distanza di sicurezza sarà ancora raccomandato, così come l’obbligo di indossare la mascherina negli aeroporti (consigliata, invece, negli ospedali), mentre sono previste severe restrizioni per gli stranieri che arriveranno dall’estero. Insomma, diciamo che a Copenaghen e dintorni, dopo 548 giorni di restrizioni, il peggio sembra esser passato. Come, d’altronde, hanno confermato anche le autorità locali: “L’epidemia è sotto controllo”. Rimane la consapevolezza di non esser del tutto fuori dal tunnel ma, per lo meno, il periodo più buio dovrebbe esser diventato solo un lontano ricordo.
Regno Unito
Il Regno Unito, che da mesi stava seguendo una road map allestita dal governo guidato da Boris Johnson, aveva già iniziato progressivamente ad allentare i provvedimenti restrittivi, nonostante la perplessità di una buona parte della comunità scientifica, preoccupata di una possibile ecatombe causata dagli Europei di calcio. Alla fine i contagi sono risaliti davvero, ma, grazie all’elevato tasso di vaccinazione, il governo britannico ha proseguito continuando a imboccare la strada della normalizzazione.
Johnson non è stato il primo a togliere ufficialmente ogni restrizione, ma è stato il politico che, per primo, ha tracciato una strada alternativa alla convivenza con il virus. Risultato: al termine di questa estate, la vita, nelle strade di Londra, assomiglia molto al periodo pre Covid. Le linee della metropolitana sono tornate affollate come ai vecchi tempi. Le mascherine hanno smesso di coprire i volti dei cittadini, mentre mostre, esibizioni e concerti hanno attirato giovani e meno giovani, senza Green Pass o distanziamento.
Altra novità decisa dal governo Johnson: sarà presto abolita la legislazione d’emergenza, e con essa la possibilità di imporre limitazioni o nuovi lockdown. Le autorità, proprio come in Danimarca, e per non far abbassare la guardia ai cittadini, ripetono tuttavia che non è da escludere la possibilità di una ipotetica reintroduzione di mascherine o distanziamento. La Scozia merita una piccola parentesi: a partire dal primo ottobre 2021, a Edimburgo e dintorni scatterà l’obbligo del Green Pass per partecipare a eventi sportivi, concerti, spettacoli e pure per frequentare locali notturni e discoteche.
Germania
L’alba di una “nuova era”, come l’hanno definita alcuni, si inizia a intravedere anche in Germania. Qui, i locali notturni di Berlino hanno rialzato le saracinesche dopo 18 mesi di chiusura. Merito del ricorso, vinto, del titolare di una discoteca contro l’ordinanza cittadina che prevedeva, appunto, la chiusura degli stessi locali. Il Senato di Berlino non ha potuto far altro che accendere il semaforo verde. Per accedere ai locali non servono né mascherine, né distanziamento sociale; è però necessario mostrare un certificato di vaccinazione completa o uno di guarigione (non più vecchio di sei mesi).
Attenzione però, perché spetta ai singoli Lander, cioè ai singoli stati federati, stabilire ipotetiche ed eventuali misure restrittive. La situazione, dunque, è a macchia di leopardo. Ad Amburgo, giusto per fare un esempio, l’accesso agli spazi pubblici al chiuso è consentito soltanto a vaccinati, guariti o cittadini dotati di test negativo. Altro aspetto da considerare: in Germania il Green Pass è stato introdotto soltanto per accedere all’interno di luoghi sensibili, tra cui case di riposo, ristoranti al chiuso, scuole e ospedali. La variante Delta, insomma, continua a spaventare e far parlare di sé, ma la voglia di ripartire è fortissima.
Spagna
La Spagna ha salutato l’obbligo del Green Pass dopo la decisione del tribunale regionale della Galizia, il quale ha dichiarato “non valido” richiedere la certificazione verde per accedere a bar, locali notturni, ristoranti e altre aree della regione. Nelle settimane precedenti, analoghe sentenze avevano già fatto evaporare come neve al sole il vincolo del documento in Andalusia, Canarie e Cantabria. In definitiva, Madrid ha detto no al Green Pass. La scelta è stata lasciata alle singole regioni, che possono liberamente stabilire se richiedere o meno la certificazione per accedere a bar, ristoranti e ai soliti locali notturni.
Belgio
Un altro Paese nel quale non vi è alcun obbligo di Green Pass è il Belgio. La situazione è fluida, e non da escludere che lo scenario possa cambiare nei prossimi giorni, quando il governo discuterà il da farsi in merito all’evoluzione della pandemia. Intanto, però, non è richiesto alcun certificato verde. Tra i provvedimenti ancora in essere, l’obbligo di indossare la mascherina per i lavoratori del settore dell’accoglienza, e Green Pass necessario soltanto per i viaggiatori in arrivo nel Paese.
Svezia
Spostandoci a nord, in Svezia il green pass non viene richiesto né è obbligatorio per frequentare i luoghi pubblici. Inoltre, il governo svedese ha annunciato l’abolizione della maggior parte delle misure anti Covid entro il 29 settembre. Anche in questa fase, il “modello svedese” di lotta al coronavirus è, ancora una volta, molto diverso rispetto alle strategie adottate da molti altri Paesi europei.
Certo, Sotoccolma richiede la Certificazione Digitale Covid Ue per chiunque arrivi dall’estero, ma il certificato verde è necessario solo per effettuare i viaggi. Non per prender parte alla vita sociale, che prosegue – e, di fatto, è sempre proseguita – senza limitazioni di sorta. Capitolo vaccinazioni: al 10 settembre, il 60,35% della popolazione risultava completamente immunizzata mentre l’8,6% degli svedesi era protetto da una sola dose. Non numeri elevati, tanto è bastato per guardare avanti, tentando la convivenza con il virus.
Dati, numeri, contagi
Quanto appena scritto, dimostra che qualunque Paese può intraprendere un graduale percorso verso la convivenza con il virus, ammesso e non concesso di puntare forte sulla vaccinazione dei rispettivi cittadini. La Danimarca, ad esempio, può vantare il 74% di persone completamente immunizzate, a fronte del 2% in attesa della seconda dose. Regno Unito e Germania rispondono, rispettivamente, con il 65% e 62% di individui totalmente vaccinati, e un 6,4% e un 4,3% di parzialmente protetti. Stiamo parlando di dati importanti, ma non poi così distanti dalle cifre raggiunte da Francia (63% e 10%) e Italia (64% e 8,5%).
Per quanto riguarda i contagi, è fondamentale tenere d’occhio il numero di infezioni giornaliere, ma con la consapevolezza di non trovarci più con le lancette a un anno e mezzo fa. Il Regno Unito, ad esempio, sta facendo contare mediamente 30mila casi al giorno, mentre la Germania intorno ai 9-10mila, ma i decessi sono bassi, e continuano a restar tali (intorno ai 100 in Uk, dai 50 ai 100 in Germania).
Tutto questo lascia intendere che i tempi sono ormai maturi per iniziare una vera convivenza con il Covid-19. Mantenendo un sano equilibrio tra la ripresa dell’economia e la tutela della salute dei cittadini, da implementare con i vaccini, i governi europei dovrebbero scrollarsi di dosso le paure e aprire un nuovo capitolo.