La storia dimenticata degli esperimenti di Montreal

Non si può capire interamente la più distopica e tetra ricerca (militare) sulla mente umana che sia mai esistita, MKULTRA, musa ispiratrice di Hollywood – si pensi a Stranger Things – e progenitrice dell’era delle guerre cognitive, senza scrivere e parlare dei fumettistici scienziati pazzi che ne hanno fatto parte, come Sidney Gottlieb, dei suoi componenti essenziali, come lo Human Ecology Fund, e delle sue ombre spettrali, che sono state molte.

Delle tante ombre aleggianti su MKULTRA, il suicidio di Frank Olson e la morte per overdose di Harold Blauer costituiscono sicuramente due delle più inquietanti. Ma un’altra storia, che ha ricevuto meno attenzione mediatica ed è stata a lungo scollegata dal programma segreto, merita di essere recuperata dal dimenticatoio: la storia degli esperimenti di Montreal.

Gli esperimenti di Montreal rappresentano uno dei capitoli più bui della storia degli Stati Uniti, nonché uno dei meno indagati e meno noti – anche perché la maggior parte dei documenti, relativi ai test e ai loro risultati, è andata perduta o è rimasta classificata.

Condotti nelle lugubri stanze dell’Allan Memorial Institute della McGill University per quasi un decennio, dal 1957 al 1964, gli esperimenti di Montreal avvennero sotto la supervisione dello psichiatra eterodosso Donald Ewen Cameron e nel contesto del Progetto MKULTRA.



Finanziati dalla Central Intelligence Agency, che dagli studi di Kurt Plötner era stata convinta a mettersi alla ricerca di un modo per controllare in maniera permanente la mente degli individui, i test videro l’applicazione su cavie umane – e non consenzienti – della teoria della guida psichica (psychic driving) sviluppata da Cameron, in concomitanza con l’esecuzione di terapie (o torture?) a base di torazina, elettroshock e deprivazione sensoriale.

La CIA voleva vincere la corsa alla mente, Cameron non aveva freni morali, era ossessionato da eugenetica e manipolazione sociale ed era alla ricerca di qualcuno che riponesse fiducia – e denaro – nei suoi progetti, in particolare nella validazione del metodo di controllo mentale e alterazione comportamentale della guida psichica. Un’intesa naturale.

Cameron aveva pionierizzato la guida psichica – basata sull’esposizione ripetuta e prolungata di un soggetto ad un audiomessaggio preregistrato – per curare la schizofrenia, ma la CIA intravide in quel metodo del potenziale per sviluppare nuovi metodi di interrogatorio persuasivo e per investigare il funzionamento della mente e del comportamento.

Lo Human Ecology Fund contattò Cameron nel 1957, offrendogli del denaro – circa 70mila dollari dell’epoca – per avviare le sperimentazioni presso l’Allan Memorial Institute, sede di lavoro dello psichiatra. Entro il 1964, il capitale messo a disposizione dalla CIA avrebbe toccato quota 500mila dollari.

Nelle stanze dell’Allan Memorial Institute, per sette anni, Cameron si sarebbe – letteralmente – sbizzarrito, sperimentando le terapie più aberranti su un numero imprecisato di pazienti inconsapevoli, quando raccolti nell’ospedale psichiatrico e quando giunti da lui dall’esterno alla ricerca di una cura ai propri problemi. Una delle più gravi violazioni del Codice di Norimberga di sempre.



Forte della copertura garantita dalla CIA, e dallo stesso istituto – legato alla Fondazione Rockefeller –, Cameron utilizzò la torazina per indurre i pazienti in coma artificiale, facendo loro sentire dei messaggi preregistrati per l’intera durata del sonno profondo indotto – la guida psichica. Altri, i più sfortunati, furono costretti alla terapia della guida psichica da svegli, ascoltando gli audio del dottore anche per sedici ore al giorno.

Altre cavie furono sottoposte a terapie giornaliere di elettroconvulsioni per ristrutturarne il cervello – il demodellamento (depatterning). Vennero eseguiti, inoltre, dei test sulla deprivazione sensoriale per capire i limiti della resistenza umana. Simili, molto spesso, i risultati: demenza, regressione allo stato infantile, amnesie, perdita di autonomia cognitiva.

Uno degli obiettivi non dichiarati di MKULTRA apparteneva al mondo della fantascienza: la fabbricazione su larga scala di candidati manciuriani, cioè di persone apparentemente normali, ma in realtà cognitivamente telecomandate, ad un momento dato trasformabili in spietati ed efficaci assassini. La trama de Il candidato della Manciuria di Richard Condon.

La fantasia, come spesso accade, ispira e anticipa la realtà. E Cameron era convinto di poter aiutare la CIA. Lo dimostrano le testimonianze dei sopravvissuti ai suoi esperimenti, o dei loro parenti, che parlano di folli – eppure lucidi – tentativi di estirpare l’anima da loro. Renderli completamente vuoti, dipendenti in tutto e per tutto dal dottore, il loro nuovo padre padrone, e pronti a fare qualsiasi cosa per lui. Anche uccidere.

Se Cameron sia riuscito a trovare il modo di costruire dei candidati manciuriani è oggetto di dibattito. E in ogni caso, data la sensibilità dell’argomento, è probabile che un insormontabile alone di scetticismo continuerà a permeare e proteggere gli esperimenti di Montreal. La diffamante accusa di complottismo dietro l’angolo, pronta per l’utilizzo contro chiunque provi a indagare. Eppure, dietrologie a parte, è storia che qualcuno abbia creduto e investito nella possibilità di controllare (totalmente) la mente umana.



Nel 1968, un anno dopo la morte di Cameron – stroncato da un arresto cardiaco nel 1967 –, lo spettro del candidato manciuriano sarebbe calato sugli Stati Uniti, con l’omicidio del carismatico Robert Kennedy da parte di un giovane rispondente al nome di Sirhan Sirhan. Impossibile appurare il movente, poi trovato dagli inquirenti nella questione palestinese, perché Sirhan ha sempre dichiarato di non ricordare nulla. Amnesia totale. Un black out mentale durato il tempo dell’omicidio.

Coloro che nel tempo hanno interrogato Sirhan, da esperti imparziali – come lo psicologo di San Quintino, Eduard Simson-Kallas – a professionisti assoldati dalla difesa dell’uomo – come il celebre dottor Daniel Brown, professore di punta di Harvard –, gli hanno creduto: nessuna simulazione di amnesia, effettiva e irreversibile rimozione dell’accaduto dalla mente dell’uomo, vulnerabilità all’ipnosi e ad altri tipi di ipno-programmazione. Sullo sfondo delle testimonianze di chi – poliziotti inclusi – quel giorno vide un uomo incredibilmente tranquillo, con una forza fuori dal comune e apparentemente allucinato.

Sirhan-Kennedy; un classico caso di trauma rimosso – per gli scettici. Il primo candidato manciuriano in azione della storia – per i legali di Sirhan, Simson-Kallas e Brown. L’unica cosa certa è che la verità non emergerà mai. La curiosa, invece, è la linea temporale dell’omicidio, avvenuto a un anno dalla morte di Cameron. Una mera coincidenza, probabilmente. Anche se la prima regola di ogni investigatore, si sa, è quella di non credere alle coincidenze.

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