Che cos’è e a cosa serve la Zona Demilitarizzata coreana

La Zona Demilitarizzata coreana (Korean Demilitarized Zone, DMZ) è una striscia di terra che taglia a metà la penisola coreana. Questo confine, lascito della guerra di Corea (1950-1953), interseca il 38° parallelo e separa la Corea del Nord dalla Corea del Sud. La zona funge da cuscinetto tra le due Coree e, al suo interno, nessuno dei due Paesi può iniziare qualsiasi atto di aggressione, accumulare armamenti o personale militare o utilizzare armi da fuoco. Per alcuni è considerato il confine più pericoloso del mondo, visto che tecnicamente Pyongyang e Seul sono ancora in guerra tra loro, non essendo mai stato firmato alcun accordo di pace tra le parti ma soltanto un armistizio.

Nel periodo precedente alla guerra di Corea, e prima della DMZ, a separare le due Coree c’era il 38°parallelo. Il 10 agosto 1945, in seguito alla capitolazione giapponese e al ritiro dell’armata nipponica dalla penisola coreana, l’intero Paese si ritrovò al centro di un grande gioco globale. Le forze sovietiche si mossero verso il Nord della Corea, mentre la parte meridionale stava entrando nell’orbita statunitense.

Fu in quel momento che a due colonnelli dell’esercito Usa fu ordinato di stabilire una linea capace di delimitare l’area controllata da Washington. Una volta controllata la cartina dell’Asia, essi stabilirono che il 38° parallelo avrebbe dovuto essere la linea divisoria prescelta. Il 15 agosto, Stalin accettò la proposta statunitense di dividere la penisola in due. Per quale motivo? Forse perché, come ha ricordato Steven Hugh Lee nel suo fondamentale volume La guerra di Corea, il leader sovietico pensava che in cuor suo Mosca potesse avere un ruolo attivo in un’ipotetica, futura conquista del Giappone.

Fatto sta che la Corea, da quel preciso istante, fu divisa in due entità distinte. Che avrebbero poi dato vita alla Repubblica Popolare Democratica di Corea e alla Repubblica di Corea. La DMZ fu stabilita soltanto all’indomani del congelamento della guerra di Corea. Venne creata grazie ad un accordo tra Corea del Nord, Cina e comando delle Nazioni Unite, nel 1953. La DMZ è lunga 250 chilometri e larga circa 4 chilometri. Interseca ma non segue esattamente il 38° parallelo.

In un primo momento, come detto, il 38° parallelo divideva a metà la penisola coreana, ed era a tutti gli effetti il confine originale che separava le aree coreane a nord nella sfera d’influenza sovietica da quelle a sud, in orbita Usa. Una volta che, al termine di processi distinti, presero istituzionalmente forma le entità statali della Corea del Nord e della Corea del Sud, il parallelo divenne sostanzialmente un confine internazionale, nonché uno dei punti più caldi dell’allora Guerra Fredda in atto. Nel periodo compreso tra il 1948 e lo scoppio della Guerra di Corea, 1950, le due Coree rimasero indipendenti dagli stati occupanti, pur gravitando in due blocchi diametralmente opposti.

Lo scoppio del conflitto, uno dei più atroci del XX secolo, accelerò le tensioni non solo tra Nord e Sud, ma anche tra l’asse Pechino-Mosca da un lato e Washington dall’altro. Nel 1953 fu firmato l’armistizio che sospese il conflitto. Il 27 luglio 1953 nacque così la DMZ. Ciascuna delle due parti accettò di spostare le rispettive truppe indietro di 2mila metri dalla linea del fronte, in modo tale da creare una zona cuscinetto larga 4 chilometri.

Nel cuore della DMZ troviamo la cosiddetta linea di demarcazione militare (LDM). Si tratta di un confine che attraversa il centro della zona demilitarizzata e indica il fronte quando, nel 1953, fu firmato l’accordo tra le parti. Tra la LDM e il bordo esterno della DMZ troviamo un’area larga 2 chilometri, sia dal lato nord che dal lato sud.

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Poiché la guerra di Corea non è mai ufficialmente cessata, lungo entrambi i lati della suddetta linea troviamo un gran numero di truppe. Ciascuna delle parti è incaricata di proteggere il fronte da eventuali aggressioni rivali. Bisogna tuttavia evidenziare che l’armistizio siglato nel 1953 definisce a chiare lettere l’esatto numero di militari e quale tipo di armi sono permesse nella Zona Demilitarizzata Coreana.

Tra gli altri aspetti da sottolineare troviamo il fatto che i militari delle due fazioni, sudcoreana e nordcoreana, possono pattugliare la DMZ, senza tuttavia poter attraversare la linea di demarcazione militare. Secondo alcune fonti, tra il 1953 e il 1999, a causa di vari attacchi di violenza che hanno interessato l’area, sono morti oltre 500 soldati sudcoreani, 50 statunitensi e 250 nordcoreani.

Truppe Usa alla vigilia della Guerra di Corea (Foto: ANSA-CD EPA PHOTO AFP/NATIONAL ARCHIVES)

All’interno della DMZ sorge Panmunjom, la sede della Joint Security Area, ovvero dell’Area di sicurezza congiunta. Si tratta dell’unica connessione tra le due Coree, se escludiamo la linea ferroviaria Donghae Bukbu, chiusa nel 2008 in seguito ad un incidente accorso ad un turista sudcoreano. È nella JSA che sorgono i famigerati edifici blu utilizzati più volte dalle due parti per svolgere negoziati e incontri ufficiali.

La linea di demarcazione taglia letteralmente in due questi edifici, e pure le sale conferenze e i tavoli presenti nelle strutture. È qui dentro che, di tanto in tanto, nordcoreani e Nazioni Unite (quasi sempre americani e sudcoreani) si incontrano faccia a faccia per discutere questioni rilevanti. Tra gli edifici troviamo il Panmungak nordcoreano e la Casa della libertà sudcoreana.

Dal 1953 in poi non sono mancati incidenti sporadici capitati proprio nella JSA. Il primo, risalente al 1976, capità quando il primo tenente Mark Barrett e il capitano Arthur Bonifas tentarono di tagliare un albero con un’ascia. Sorprendentemente tranquilla, la JSA è stata definita “ossessionante” e “inquietante”, in parte a causa delle recinzioni di filo spinato e in parte per via del personale militare, teso e con nervi d’acciaio. Bill Clinton, visitò la zona nel 1993, definì l’area il “posto più spaventoso della Terra”.

Il punto di contatto tra Nord e Sud di Panmunjom in piena DMZ

Nei pressi della DMZ sorgono villaggi della pace, tanto dal fronte Nord quanto dal fronte Sud. In Corea del Sud troviamo Daeseong-dong. I suoi abitanti sono classificati come cittadini sudcoreani, anche se godono di particolari vantaggi, come l’esenzione dalle tasse e da altri requisiti civici, come il servizio militare. In Corea del Nord, invece, spicca Kijong-dong. Gli abitanti di questi villaggi sono discendenti diretti di persone che possedevano quei territori prima della Guerra di Corea.

Vale la pena, poi, ricordare la “guerra del pennone” a cavallo degli anni ’80. In quel periodo Seul decise di costruire un pennone con bandiera alto 98,4 metri a Daeseong-dong. I nordcoreani risposero costruendo l’asta della bandiera Panmunjeom, di 160 metri, a Kijong-dong. Dal 2014 in poi, il pennone di Panmunjeom – dove sventola una bandiera nordcoreana – è diventato il quarto più alto al mondo, dopo quello di Gedda, in Arabia Saudita (170 metri), l’asta di Duşanbe, in Tagikistan, (165 metri) e il palo nella Piazza delle bandiere a Baku, in Azerbaigian, (162 metri).

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