Oleksandr Kamyshin, il “ferroviere” di Zelensky

Ferrovie. Hanno permesso l’invio di armamenti e truppe nei teatri del confronto con l’invasore russo. Sono state utilizzate dalle delegazioni diplomatiche straniere per visitare Kiev. Sono rimaste in piedi, nonostante i bombardamenti, giocando un ruolo determinante nella resistenza dell’Ucraina alla macchina bellica russa. E il merito è di un uomo chiamato Oleksandr Kamyshin.

Oleksandr Mykolajovyč Kamyšin, spesso translitterato in Kamyshin, nasce a Kiev il 2 luglio 1984. Kievita doc, dal cognome russeggiante – a Volgograd si trova una città dal nome identico –, Kamyshin è l’ideatore della diplomazia dei binari che ha permesso all’Ucraina prima di resistere all’invasione militare russa e poi di permettere l’arrivo in loco di delegazioni di decine di paesi.

Specializzato in investimenti e infrastrutture, Kamyshin si diploma con lode alle scuole superiori, poi studia lingua tedesca presso l’Istituto Goethe e consegue due lauree, tra il 2005 e il 2007, in finanza e tecnologia dell’informazione, presso l’Università internazionale di finanza e il Politecnico di Kiev.

Nel 2006, mentre è ancora in attesa di laurearsi al Politecnico, entra nella multinazionale dei servizi professionali alle imprese, KPMG, nel ruolo di auditore. L’esperienza presso KPMG termina nel 2008 e viene seguita dall’ingresso nell’Impianto motoristico della capitale nelle vesti di direttore generale, nella private equity Dragon Capital come responsabile degli investimenti e in KMZ Industries come amministratore delegato.

Entro l’inizio degli anni Dieci, nonostante una carriera alle prime fasi, Kamyshin può vantare un curriculum di tutto rispetto, arricchito dalla fama di persona integra, onesta e dedita alla causa – merce pregiata laddove regna la corruzione –, che di lì a breve lo avrebbe condotto nel settore delle grandi infrastrutture.

Il 2012 è l’anno della svolta. La voce del talentuoso Kamyshin giunge alle orecchie dell’uomo più ricco d’Ucraina, Rinat Akhmetov, capo di un impero da quasi sei miliardi di dollari, che gli propone la classica offerta irrefutabile: l’ingresso nei consigli di sorveglianza di due importanti società legate a SCM Holdings, Portinvest e Lemtrans, rispettivamente operanti nei porti e nelle ferrovie. Offerta accettata.

Sette anni. Kamyshin trascorre sette anni in Portinvest e Lemtrans, apprendendo tutto quello che c’è da sapere sul funzionamento dei porti e delle reti ferroviarie. Capisce, in particolare, quanto sia fondamentale il sistema di trasporto su rotaia in Ucraina. Merci che entrano dall’area polacco-baltica e dai Balcani via treno. Merci arrivate su nave e poi inviate ai luoghi di destinazione via treno.

I treni sono la spina dorsale dell’economia ucraina. Kamyshin lo capisce nel settennato passato a supervisionare i lavori di Portinvest e Lemtrans, dei quali visita cantieri e siti operativi, analizza entrate e uscite, contribuisce a realizzare analisi scenariali incentrate sulla diversificazione del portafoglio. Treni che acquisiranno un’importanza maggiore a partire dal 2014, con l’annessione russa della Crimea e con l’ingresso di Donetsk e Lugansk nel separatismo armato, perché saranno il mezzo principale per la derussificazione dell’economia nazionale.

Dopo una breve pausa dalle infrastrutture, durata esattamente un anno – un’esperienza come socio gerente in Fortior Capital –, Kamyshin capisce di voler continuare a lavorare nel settore dei grandi trasporti. L’occasione gli si presenta nel 2021. La accoglie. Diventa consigliere del Ministero delle Infrastrutture in materia di sviluppo ferroviario e amministratore delegato della compagnia ferroviaria nazionale, Ferrovie Ucraine (Укрзалізниця). In tempo per la guerra.

Nel 2022, allo scoppio della guerra in Ucraina, Kamyshin è l’amministratore delegato delle Ferrovie Ucraine e il consigliere di Oleksandr Kubrakov, il titolare del Ministero delle infrastrutture, da un anno. Nonostante la portata della sfida, che è epocale, Kamyshin si dimostra all’altezza della situazione e impedisce all’impulso di aver il sopravvento sul raziocinio.

In pochi giorni, entro i primi di marzo, la conversione del sistema ferroviario ad uso militare è già iniziata. La terza rete ferroviaria più fitta d’Europa – circa 1.500 stazioni e 21.600 chilometri di binari – al servizio dell’esercito ucraino. Un imponente forza lavoro, consistente in poco più di 230.000 impiegati, impegnata nella rimodulazione in tempi record dell’intero programma delle tratte gestite da Ferrovie Ucraine.

Il risultato del “pivot ferroviario” della presidenza Zelens’kyj, affidato alla supervisione di Kamyshin, è straordinario. Lo dimostrano i numeri sulla puntualità dei treni in partenza/in arrivo nell’Ucraina nordoccidentale, pubblicati da Kamyshin sui propri canali social, che frequentemente sfiorano il 100%. Efficienza che vale alle Ferrovie Ucraine un soprannome nel memeverso, Rail Force One – richiamo all’aeroplano dei presidenti della Casa Bianca –, e che a Kamyshin vale l’ingresso nella cerchia di decisori di Volodymyr Zelens’kyj.



Il pivot ferroviario, basato sul potenziamento e sull’efficientamento dei binari dell’Ucraina occidentale e nordoccidentale, adattati alla situazione emergenziale secondo i criteri della resistenza e della flessibilità, è costato alle Ferrovie Ucraine un tributo di sangue non indifferente – 353 dipendenti uccisi e 819 feriti nel primo anno di guerra –, ma ha permesso al Paese di trasformare l’invasione travolgente in una guerra d’attrito. Grazie ai flussi di aiuti umanitari e di armi giunti a civili e militari attraverso la rete ferroviaria – più di 78mila tonnellate di carichi soltanto da parte dell’Unione Europea nel corso del primo anno di guerra.

Schermata l’Ucraina centroccidentale dalle operazioni belliche, circoscritte ai territori meridionali e orientali dopo l’ingresso dell’Alleanza Atlantica nel ruolo di armiere di Kiev, Kamyshin avanza a Zelens’kyj una proposta destinata a trasfigurarne la campagna diplomatica, sin dagli esordi basata sull’utilizzo dei social network: forgiare una diplomazia ferroviaria. I treni come veicoli per il trasporto di diplomatici e capi di Stato. L’idea è accettata. Nasce quello che sulle nostre colonne è stato definito il “sentiero di Kamyshin“, con punto di origine a Przemyśl Główny e con capolinea a Kiev.

Il successo del sentiero di Kamyshin è immediato, come dimostrato dall’inaugurazione tempestiva: il 15 marzo 2022, a tre settimane dall’inizio del conflitto, col trasporto a Kiev di Mateusz Morawiecki, Petr Fiala e Janez Janša. L’impatto è globale, come suggerito dai numeri relativi ad un anno di operatività: più di 250 le delegazioni ufficiali di alto livello giunte nella capitale ucraina percorrendo il sentiero di Kamyshin. L’entrata nel club dei fedelissimi di Zelens’kyj è inevitabile: a cavallo del primo anno di guerra, fra febbraio e marzo 2023, Kamyshin viene nominato direttore dell’Ufficio per l’integrazione europea di Ferrovie Ucraine, messo a capo del Ministero delle industrie strategiche e assunto da Zelens’kyj come consigliere.

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