Il Corpo dei Marines degli Stati Uniti – Usmc – è una delle più famose forze armate del mondo. La sua fondazione risale al periodo nella guerra d’Indipendenza americana quando, nel 1775, il Congresso decise di formare un corpo di fanti di Marina (sul modello dei Royal Marines britannici) con il compito esclusivo di difendere le navi americane dagli attacchi di altre imbarcazioni da guerra – soprattutto inglesi e corsare -, sparando con moschetti e cannoncini sull’equipaggio nemico durante l’abbordaggio, e quello di compiere le prime operazioni “anfibie” della storia: come il celebre raid di Fort Nassau del 1776.
Nato come corpo autonomo, anche se strettamente dipendente all’Us Navy, nella sua evoluzione è divenuto uno dei punti di forza dell’apparato militare americano, specializzato nel compiere operazioni anfibie, quali sbarchi e incursioni rapide, e nel prendere parte ad ogni tipo di missione all’estero in veste di “expeditionary force”. Per le sue peculiarità e il suo speciale addestramento che ne garantisce l’efficenza, spesso è tra le prime unità ad essere mobilitate nei conflitti “convenzionali”: mettendo gli “scarponi a terra” a Grenada, in Iraq e Afghanistan.
Nel motto “Semper fidelis“, i marines si sono distinti in particolare durante Seconda guerra mondiale per il loro impiego sul fronte del Pacifico (impegno che ne ha consacrato il successo), ma condussero le prime operazioni nell’America continentale, sbarcando alle Bahamas, e compiendo importanti incursioni che permisero l’annessione dello stato del Texas e della California. Il loro impiego successivo fu quello di combattere la pirateria, e proteggere le imbarcazione che battevano bandiera americana nell’Atlantico e nel Mediterraneo, come già avvenne nelle Guerre Barbaresche del XVI secolo. Allora venivano soprannominati dai marinai “Leathernecks”, per via di un particolare colletto di cuoio che faceva parte della loro divisa.
Oggi i marines, che hanno dovuto difendere più volte il loro status di corpo autonomo con la sua storia secolare, possono contare su oltre 200mila uomini (compresi 30mila riservisti). Le dotazioni di armi e mezzi dei marines sono le stesse dell’esercito americano; con armamenti leggeri e pesanti, mezzi corazzati/utility di varie tipologie; e su un proprio corpo aereo, imbarcato sulle Lhd o operante dalle basi di terra – loUnited States Marine Corps Aviation – che comprende squadroni di elicotteri da combattimento AH-1 Super Cobra, convertiplani per il trasporto truppe Mv-22 Osprey, ma anche cacciabombardieri F/A 18 Hornet, AV-8 Harrier e una flotta di caccia di ultima generazione F-35: primi ad aver ricevuto il battesimo del fuoco in Afghanistan.
Durante il primo conflitto mondiale, i marines divennero noti tra gli avversari tedeschi come “Devil Dogs”, per la loro tenacia nel combattimento all’arma bianca che si consumò nel bosco di Balleau; ma forse la vittoria più emblematica del corpo rimane quella ottenuta sulla piccola isola vulcanica di Iwo Jima, nella Seconda guerra mondiale, dove i cosiddetti “jarhed” stanarono i giapponesi sapientemente trincerati sul monte Suribachi, in una battaglia sanguinosa che permise di installare le decisive basi che lanciarono i bombardieri B-29 sul Giappone.
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Successivamente, il corpo dei marines prese parte alla guerra di Corea, e quella del Vietnam, confermando il proprio status di forza terrestre altamente efficace e addestrata: la prima ed essere inviata in battaglia dopo le unità dell’elité della marina e dell’esercito – Navy Seal, Berretti verdi e Rangers. Recentemente l’Usmc ha preso parte alle operazioni Desert Strom (Iraq 1991), Enduring Freedom (Afghanistan 2001), e al conflitto dell’Iraq iniziato nel 2003, con un particolare coinvolgimento nelle battaglie per la liberazione di Fallujah.
L’Usmc, nato durante il primo conflitto mondiale con il “First Marine Air Squadron”, venne sensibilmente ampliato durante il Secondo conflitto (145 squadriglie), per “fornire un supporto aereo diretto” adeguato alle truppe impegnate negli sbarchi nel teatro del Pacifico. I piloti dei marines venivano addestrati appositamente per fornire il supporto a aereo ravvicinato e offrire una difesa dalla caccia nemica. Spesso a bordo di cacciabombardieri F4U Corsair, decollavano dalla basi strategiche avanzate per fornire supporto tattico nelle decisive battaglie di Guadalcanal, Bougainville e Okinawa. Tra questi va annoverato uno dei più famosi assi da caccia americani di tutti i tempi: Pappy Boyington. Tuttora gli elicotteri d’attacco e i cacciabombardieri imbarcati dell’Usmc intervengono direttamente nel supporto aereo delle operazioni condotte a terra dal corpo. Alla componente aerea dei marine è affidato la sicurezza del presidente degli Stati Uniti durante gli spostamenti aerei di corto e medio raggio a bordo del “Marine one“.
Lʼaddestramento dei marines ha una durata di tre mesi circa e si svolge in gran parte presso il Marine Corps Recruit Depot di Parris Island. Successivamente le reclute vengono inquadrate dai celebri “Drill instructor” (sergenti istruttori, ndr). Diviso in tre fasi, durante le quali la recluta affronta prove fisiche, percorsi e simulazione di guerra, corsi teorici sulla strategia militare, l’aspirante marine impara ad usare il celebre il fucile M14 e l’M16, a sbarcare su una spiaggia e stabilire una testa di ponte, a compiere missioni tattiche e di sopravvivenza. Obiettivo focale nell’addestramento del marine, è quello di renderlo un buon tiratore da grandi distanze. Al termine del corso, se concluso con successo, i candidati vengo insigniti del distintivo del corpo dei marines degli Stai Uniti: l’aquila che sormonta il globo e l’àncora. Il resto del loro addestramento, e l’avvicinamento alle diverse specialità, viene effettuato presso Camp Lejenue. Lì si deciderà se un marine entrerà a far dell’equipaggio di un tank M1, diverrà un sabotatore o un geniere o un tiratore scelto. Al corpo di sicurezza dei marines è affidata la sicurezza di tutte le ambasciate americane all’estero, dove potrete facilmente riconoscere la celebre divisa formale del corpo: la “blue dress” (C/D).
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La statua che troneggia sul cimitero di Arlington – rappresentante un drappello di marine dalle divise tropicali logore, intenti a issare la “Star and stripes” sulla cima di quel monte Suribachi, crivellato dall’artiglieria e ancora pieno di combattenti devoti al Sol Levante, come lo scenografico plotone “silent drill”, che si esibisce nella perfetta esecuzione di marcia e figure – sono divenuti simboli indelebili dello spirito di corpo dell’Usmc, destinato rimanere per nell’immaginario del mondo intero.