Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz

Chi è Sebastian Kurz

Sebastian Kurz è Cancelliere federale dell’Austria dal 2017 ed è riuscito ad imporsi, nel corso degli anni, come una delle figure di spicco della politica del Vecchio Continente. La sua carriera è riuscita a bruciare tutte le tappe: nel 2014 è stato nominato ministro degli Esteri, alla tenera età di appena 27 anni, nel governo di Grande Coalizione tra il suo partito, quello Cristianodemocratico (OVP) ed i Socialdemocratici. L’astro nascente della politica austriaca assunto la carica di leader dell’OVP nel 2017 ed ha portato il movimento alla vittoria nelle consultazioni parlamentari svoltesi lo stesso anno divenendo, così il più giovane premier al mondo. La prima esperienza di governo, in coalizione con la destra radicale del Partito delle Libertà (FPOE), si è conclusa malamente nel 2019 ma l’OVP è uscito vincitore dalle elezioni anticipate ed è così tornato immediatamente al potere. Con Kurz al comando, ovviamente.

 

Sebastian Kurz è nato a Vienna il 27 agosto del 1986. Figlio unico di un insegnante e di una segretaria ha manifestato, in giovane età, una grande passione per la politica che l’ha portato ad aderire, ad appena sedici anni, al Partito Cristianodemocratico austriaco. L’interesse per la gestione della cosa pubblica è riuscito a distrarlo dagli studi universitari in Legge, abbandonati precocemente. Dal 2007 Kurz ha ricoperto dapprima l’incarico di Presidente Provinciale della sezione giovanile dell’OVP di Vienna ed in seguito quella di presidente Federale della sezione giovanile del partito. Tra il 2007 ed il 2011 è stato membro della Dieta Provinciale di Vienna e del Consiglio della città mentre nel 2011 è riuscito ad entrare a far parte dell’esecutivo nazionale come Segretario di Stato per l’Integrazione. Il salto di qualità è giunto pochi anni dopo, nel 2013, quando Sebastian Kurz è stato nominato Ministro degli Esteri nell’esecutivo presieduto dal Cancelliere socialdemocratico Werner Faymann. Kurz è divenuto il più giovane uomo politico della storia austriaca a ricoprire questo ruolo e fu scelto per questa posizione da Michael Spindelegger, Vice-Cancelliere e membro dell’OVP.

Kurz è riuscito a potenziare le proprie credenziali in seguito alla crisi migratoria che nel 2015 ha travolto il Vecchio Continente. Il politico austriaco si è vantato di aver chiuso la cosiddetta Rotta Balcanica, utilizzata da centinaia di migliaia di migranti per raggiungere il cuore dell’Europa ed in primis l’Austria, la Germania ed in seguito la Scandinavia. Tra i suoi successi come ministro degli Esteri ci furono anche i colloqui tra Stati Uniti, Iran, Cina, Russia, Germania e Francia svoltisi a Vienna e conclusi con la firma dell’accordo sul nucleare iraniano del 2015.

Nel giro di pochi anni Kurz è riuscito ad impadronirsi anche del Partito Cristianodemocratico, di cui è divenuto leader nel 2017. Kurz ha svecchiato il movimento, creando un sito ed una app per consentire una maggiore partecipazione dei sostenitori e ne ha personalizzato la leadership. Il partito si è presentato alle consultazioni del 2017 con la denominazione di “Lista Kurz-Nuovo Partito Popolare”. I punti forti del programma elettorale, in vista del voto, erano legati al contrasto dell’immigrazione clandestina, al rafforzamento dei confini esterni dell’Unione Europea, alla restrizione del diritto di asilo nel Paese. Il tutto veniva presentato con toni populistici ed il riferimento costante era comunque lui, Sebastian Kurz, nuovo faro del centrodestra austriaco. A differenza di quanto fatto da Emmanuel Macron in Francia, Kurz ha sfruttato le strutture dell’OVP a suo vantaggio senza dover fondare un nuovo movimento.

 

Le elezioni legislative del 2017 hanno premiato il movimento guidato da Sebastian Kurz, che è riuscito ad ottenere il 31,5 per cento dei consensi e 62 seggi parlamentari su 183. L’OVP è cresciuto di oltre sette punti percentuali rispetto alle consultazioni del 2013 e la buona prestazione dei radicali del Partito della Libertà portò alla formazione di un governo di coalizione tra le parti. Kurz è divenuto, a 31 anni, il più giovane leader politico del mondo. L’esperienza di coabitazione con l’FPOE si è rivelata, però, di breve durata ed è terminata bruscamente nel maggio del 2019, in seguito ad uno scandalo che ha travolto i radicali ed ha portato alle dimissioni del leader Heinz Christian Strache. Le differenze tra i due partiti si sono comunque manifestate: l’Ovp è schierato su posizioni europeiste mentre l’FPOE è più vicino alla Russia di Vladimir Putin ed è stato accusato di antisemitismo. Kurz è riuscito a garantirsi un alto tasso di supporto grazie ad una serie di campagne mediatiche mirate ed efficienti.

I primi mesi del 2019 si sono rivelati paradossali per Sebastian Kurz. Il Cancelliere, dopo aver rotto con i radicali dell’FPOE, aveva provato a restare in sella con un governo di minoranza e si era persino aggiudicato le elezioni europee del maggio 2019, dove l’Ovp aveva ottenuto il 35 per cento dei voti. Questo sviluppo non aveva però impedito ai radicali ed ai socialdemocratici di votare la sfiducia all’esecutivo Kurz e di farlo cadere il 27 maggio del 2019. Poteva essere la fine della carriera politica del Cancelliere invece si è rivelato solo un piccolo incidente di percorso. Le elezioni legislative del settembre 2019 si sono concluse con un vero e proprio trionfo per l’OVP, che è riuscito ad aggiudicarsi il 37 per cento dei voti. I radicali dell’FPOE, invece, si sono ritrovati a perdere oltre il 10 per cento dei consensi, una parte dei quali sono stati intercettati proprio da Kurz. Il partito di Kurz si è però ritrovato privo di una maggioranza parlamentare ed esclusa una possibile alleanza con i Socialdemocratici si è trovato costretto a trattare con i Verdi, nuova forza emergente del Paese con oltre il 14 per cento dei voti ottenuti alle consultazioni. I colloqui tra le parti si sono rivelati lunghi e complessi ed hanno avuto termine solamente il 2 gennaio del 2020, con un accordo che ha dato il via al primo governo nero-verde della storia austriaca. La nuova coalizione ha concordato un programma politico basato sul contrasto al cambiamento climatico, sulla promozione dell’energia rinnovabile e sul contrasto all’immigrazione clandestina, il grande cavallo di battaglia di Kurz. L’Ovp si è aggiudicato il controllo del Cancellierato, del Ministero degli Interni, degli Esteri, della Difesa e dell’Economia. L’esperimento politico è stato però messo alla prova sin da subito a causa dell’emergenza sanitaria scatenata dal coronavirus.

 

 

L’Austria, come l’intera Europa, è stata colpita dalla pandemia scatenata dalla diffusione del Covid-19. Il Paese, ad oggi, ha registrato la presenza di oltre sedicimila casi del morbo mentre seicentoquarantuno persone hanno perso la vita a causa di esso. L’esecutivo guidato da Kurz ha dapprima provveduto ad instaurare rigide misure di contenimento, a partire dal 16 marzo, come la chiusura delle attività economiche non essenziali e dei confini e poi è stato tra i primi esecutivi europei ad allentarle. A partire dal 6 aprile, infatti, l’Austria è progressivamente tornato alla normalità: hanno riaperto dapprima gli esercizi commerciali più piccoli, poi quelli più grandi, i parrucchieri, i bar ed i ristoranti. Il contenimento del coronavirus ha giovato alla popolarità di Kurz, che è balzata al 48 per cento. Il successo del giovane politico rischia però di alterare gli equilibri di governo con i Verdi, che potrebbero sentirsi marginalizzati. C’è il rischio, poi, che la crisi economica dei prossimi mesi possa paralizzare le attività dell’esecutivo ed incidere anche sulla popolarità del Cancelliere.

Il governo guidato da Kurz è entrato in conflitto più volte, nelle ultime settimane, con quello presieduto dal premier italiano da Giuseppe Conte. Tra i vari motivi del contendere ci sono essenzialmente la chiusura dei confini nazionali e l’opposizione di Vienna al Recovery Fund franco-tedesco. Kurz si è infatti eretto a leader dei cosiddetti frugal four (Austria, Svezia, Danimarca e Olanda), i Paesi del Centro-Nord Europa che non ritengono necessario elargire sovvenzioni a fondo perduto da 500 miliardi di euro ai Paesi più colpiti dal Covid-19 (tra cui c’è ovviamente l’Italia) e che invece preferirebbero erogare prestiti condizionati ad una riforma della politica economica europea. Roma ha poi trovato discriminatoria la scelta di Vienna di riaprire tutti i confini nazionali eccezion fatta per quelli con Italia e Slovenia. L’esecutivo Kurz ha affermato che la pandemia in Italia non è ancora sotto controllo ma questa scelta rischia di danneggiare l’industria turistica locale.

L’ambizione di Kurz lo porterà probabilmente, nei prossimi anni, a cercare di emergere come una figura di spicco del Partito Popolare Europeo: i conservatori, dopo la fine della grande epopea della cancelliera Angela Merkel, avranno bisogno di un nuovo leader. E potrebbero trovarlo proprio nel giovane Cancelliere austriaco.

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