Nikki Haley, 51 anni, ex ambasciatrice Usa all’Onu durante l’amministrazione Trump ed ex governatrice del Sud Carolina, ha annunciato nelle scorse settimane la sua candidatura alle presidenziali Usa nel 2024. In un videomessaggio pubblicato su Twitter, Haley ha ricordato i risultati raggiunti come governatrice del South Carolina, spiegando che al partito repubblicano serve un “ricambio generazionale”.
L’ex ambasciatrice alle Nazioni Unite ha poi identificato ed elencato le più importanti minacce per gli Stati Uniti, dalla “sinistra socialista” passando per la Russia e la Cina, avvertendo che c’è chi vede gli Stati Uniti come “vulnerabili”. Oltre all’ex presidente Donald Trump, l’ex governatrice del Palmetto State dovrà affrontare il governatore della Florida Ron DeSantis, oltre all’ex segretario di Stato Mike Pompeo e l’ex vicepresidente Mike Pence, che però non hanno ancora sciolto le riserve.
Haley ha scritto le autobiografie Can’t Is Not an Option: My American Story (2012) e With All Due Respect: Defending America with Grit and Grace (2019); nel 2022 ha infine pubblicato il libro sulla leadership femminile If You Want Something Done: Leadership Lessons from Bold Women. L’ex governatrice si è definita “la figlia orgogliosa di immigrati indiani. Non nera, non bianca. Ero diversa”, dice. “Ma mia madre diceva sempre: il tuo lavoro non è concentrarti sulle differenze, ma sulle somiglianze”.
Nimrata Nikki Randhawa (Nikki Haley), è noto soprattutto per essere stata ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite (2017-18) nell’amministrazione del presidente Donald Trump, oltre ad essere stata la prima donna a governare il Sud Carolina (2011-17). I genitori di Randhawa sono immigrati indiani che possedevano un piccolo negozio di articoli stranieri che si è evoluto in un’impresa di abbigliamento e regali di grande successo.
Ha iniziato a lavorare lì quando era ancora adolescente e, dopo aver studiato economia alla Clemson University (BS, 1994), ha continuato a lavorare nell’azienda di famiglia. Nel 1996 ha sposato Michael Haley, che in seguito ha prestato servizio nella Guardia Nazionale e, successivamente, in Afghanistan. Nel 2004 Nikki Haley è stata eletta per la prima volta alla Camera dei rappresentanti, facendo una campagna su una piattaforma repubblicana tradizionale che includeva tagli alle tasse, controlli sull’immigrazione e restrizioni all’aborto. È entrata in carica l’anno successivo ed è stata rieletta nel 2008.
Nel 2010 Haley si è candidata alla carica di governatore del Sud Carolina, guadagnandosi il sostegno del movimento Tea Party, in particolare di Sarah Palin. Contro ogni previsione, riesce a sconfiggere prima gli sfidanti alle primarie repubblicane, guadagnandosi così la nomination, e poi a vincere le elezioni generali. Diventa così la prima donna e appartenente a una minoranza etnica a ricoprire il ruolo di governatrice dello Stato.
Durante il suo primo mandato, l’economia dello stato cresce costantemente, mentre il tasso di disoccupazione cala. Grazie all’ottima performance economica, riesce a conquistare facilmente la rielezione nel 2014. In occasione delle primarie repubblicane del 2016 appoggia il senatore texano conservatore Ted Cruz, criticando altresì le posizioni dell’outsider Donald Trump, in particolare nei confronti dei musulmani.
Nonostante questo, e senza avere alcuna esperienza in politica estera, nel novembre 2016 Trump la nomina ambasciatrice presso le Nazioni Unite dove emerge per le sue posizioni da “falco”. Nel 2018 sostiene la decisione di Trump di ritirarsi dall’accordo nucleare con l’Iran. Sulle tensioni con la Corea del Nord, afferma che regime di Kim verrebbe “completamente distrutto” nel caso di uno scontro militare con gli Stati Uniti.
Dopo essersi dimessa dal ruolo di ambasciatrice presso le Nazioni Unite, nel 2019 Haley entra a far parte del consiglio di amministrazione di Boeing, dimettendosi tuttavia l’anno successivo quando la società chiede un piano di salvataggio al governo federale durante la pandemia da Covid-19. In precedenza, ha coltivato uno stretto rapporto con l’azienda: in qualità di governatore del Sud Catolina, Haley ha infatti firmato una legislazione che ha fornito a Boeing un pacchetto di incentivi da 120 milioni di dollari per espandersi nello Stato.
Ha anche esortato i dipendenti Boeing a votare contro la sindacalizzazione attraverso annunci radiofonici e post sui social media nel 2015. Nel febbraio 2021, a seguito dell’assalto al Campidoglio da parte dei sostenitori di Donald Trump del 6 gennaio 2021, prende ufficialmente le distanze dal tycoon. “Dobbiamo riconoscere che ci ha deluso” osserva.
“Ha intrapreso una strada che non avrebbe dovuto intraprendere, non avremmo dovuto seguirlo né ascoltarlo. E non possiamo lasciare che ciò accada di nuovo”. L’ex ambasciatrice Onu dichiara inoltre di non aver affatto apprezzato gli attacchi di The Donald all’indirizzo dell’ex vicepresidente Mike Pence, dopo che quest’ultimo si era rifiutato di interferire nel processo di certificazione del voto.
Da tempo l’ala liberale e neocon del partito punta su di lei. Nikki Haley, infatti, gode di importantissimi simpatizzanti come Paul Singer. Il magnate fondatore di Elliott è stato uno dei grandi promotori del “Never Trump”, il movimento nato in seno al partito per impedire che The Donald ottenesse la nomination. Singer condivide al 100% le idee di Haley: interventismo liberale in politica estera, è a favore del Laissez-faire in economia e della deregulation totale del mercato.
Da vedere, dunque, se il finanziere punterà su di lei alle prossime elezioni o se sceglierà un cavallo potenzialmente più competitivo come Ron DeSantis. Nel frattempo l’ex ambasciatrice ha iniziato la raccolta fondi attraverso il PAC Stand for America: fra i donatori Gop più significativi, secondo Open Secrets, c’è il co-fondatore di Home Depot, Bernard Marcus. La sua organizzazione no-profit ha invece raccolto 25 milioni di dollari.
Sebbene l’organizzazione non profit non sia tenuta a rivelare la lista dei donatori, l’anno scorso Politico ha ottenuto una copia dell’elenco dei donatori risalente al 2019. Il registro fiscale rivela che l’organizzazione no profit di Haley ha ricevuto denaro da almeno 71 donatori per un totale di oltre 7,8 milioni di dollari durante il suo primo anno di attività.
I principali donatori dell’organizzazione no profit includono il Ceo di Clover Health Vivek Garipalli e sua madre, Lakshmi Garipalli. Quest’ultimo, in realtà, è un grande sponsor dei dem, ma vanta “un’ amicizia personale di lunga data” con Haley. Anche la miliardaria Miriam Adelson e il suo defunto marito Sheldon Adelson, che hanno donato un totale di 500.000 dollari, sono stati tra i principali donatori del Pac di Haley. Secondo quanto riferito, Haley era anche uno dei sei potenziali candidati alla presidenza invitati a un ritiro di donatori ospitato dall’influente gruppo conservatore Club for Growth a marzo 2022.
Per quanto concerne la politica estera, Nikki Haley è un’interventista liberale convinta e in questo senso rappresenta la vecchia guardia del Gop in opposizione all’ala “trumpiana” e isolazionista. In contrasto con il contingente di repubblicani “America First” attualmente al Congresso, nota il New Yorker, che non vede alcun valido motivo per gli Stati Uniti di sostenere l’Ucraina, Haley percepisce l’aggressione russa in un contesto più ampio. “Non è una guerra contro l’Ucraina. Si tratta di una guerra alla libertà”, ha detto, dopo che un membro del pubblico ha chiesto la sua posizione sul conflitto.
“Perché se la Russia prende l’Ucraina, la Polonia e i Paesi baltici sono i prossimi, stiamo assistendo a una guerra mondiale. E se la Russia vince, puoi scommettere che la Cina prenderà Taiwan, e l’Iran avrà la bomba”. Ha infine sottolineato che “se Putin perde, è un messaggio a ogni dittatore e nemico dell’Occidente. ‘Non scherzare con noi’…Ciò non significa che mandiamo truppe. Non significa che inviamo assegni in bianco. Ciò significa che ci riuniamo con quei Paesi della Nato e ci assicuriamo tutti che gli ucraini abbiano l’attrezzatura e le munizioni per vincere la guerra da soli”.
Per quanto concerne invece la politica interna, i punti in comune con Donald Trump sono decisamente maggiori. Come governatrice, ad esempio, Haley ha sostenuto rigide leggi sull’identità di genere degli elettori, si è opposta al reinsediamento dei rifugiati e ha firmato una legge che vieta gli aborti dopo venti settimane, senza eccezioni per stupro e incesto. In qualità di ambasciatrice alle Nazioni Unite, ha ritirato gli Stati Uniti dal Consiglio per i diritti umani e ha sostenuto la decisione di Trump di spostare l’ambasciata americana in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme, oltre ad aver annunciato il ritiro Usa dall’accordo sul nucleare iraniano.
Nei primi giorni della sua campagna, ha denunciato la situazione al confine meridionale degli Stati Uniti e ha fatto appello alla fede dei suoi elettori. Nel lanciare una frecciatina al presidente Biden, 80 anni (ma anche al 76enne Donald Trump), ha chiesto che ai politici di età superiore ai 75 anni venga fatto un test cognitivo per esaminare le facoltà mentali. Per risolvere l’annoso problema delle sparatorie nelle scuole statunitensi, Nikki Haley afferma che le scuole dovrebbero avere un unico ingresso, difeso da una guardia di sicurezza.