Liz Truss è stata per poco più di sei settimane, dal 5 settembre 2022, il eader del Partito Conservatore e premier britannico. Terza donna a ricoprire l’incarico dopo Theresa May e Margaret Thatcher, si è contraddistinta come un falco in campo Tory per le sue posizioni su diversi temi, dal fisco alla politica estera. Presto causa della fine del suo esecutivo: il più breve della storia britannica, avendo la neopremier dato le dimissioni dopo soli 45 giorni di governo.
Nata nel 1975 a Oxford, figlia di un’infermiera e di un docente di Matematica all’università di Oxford, Truss è cresciuta in un ambiente di medio-alta borghesia britannica in una famiglia che lei stesso ha dichiarato schierata “a sinistra dei Laburisti”.
Giovane attivista del Partito Liberaldemocratico fino al 1994, ha aderito due anni dopo al Partito Conservatore, negli anni in cui studiava Filosofia, Politica ed Economia al Merton College di Oxford. In mezzo, esperienze in Scozia e in Canada.
Da giovane professionista ha lavorato per la Shell dal 1996 al 2000, svolgendo ruoli nel campo della contabilità e del management interno, per poi trasferirsi alla società di Tlc Cable and Wireless fino al 2005. Al contempo, sul piano politico ha lavorato per il gruppo conservatore nel distretto londinese di Lewisham Deptford dove si era trasferita a vivere. Poco più che venticinquenne, è stata candidata di bandiera Tory nel collegio di Hemsworth, nel West Yorkshire, ove i Laburisti hanno tenuto a lungo maggioranze sopra il 70%. Non vinse, come da pronostico, ma con il 21% portò i Tory a guadagnare tre punti e a raggiungere il migliore risultato nel seggio da sempre.
Nel 2006 la Truss conquistò un seggio al consiglio del borough londinese di Greenwich, altra roccaforte rossa, e si mise in mostra agli occhi della leadership che provava a ricostruirsi dopo le tre sconfitte elettorali contro il New Labour targato Tony Blair.
David Cameron, salito ai vertici del partito, puntò con forza su Liz Truss per la fase di ricostruzione dei Tory e, nel quadro di un processo di ampliamento della diversità di genere e etnica nella scelta dei candidati, la inserì nel 2009 nella cosiddetta “A-List” contenente i più meritevoli candidati donne o di minoranze a disposizione dei Conservatori.
Forte dell’appoggio del segretario e futuro premier, la Truss conquistò nel 2010 il seggio alla Camera dei Comuni nelle elezioni nazionali in cui la destra britannica vinse e tornò, in coalizioni con i LibDem, al potere dopo tredici anni.
Il distretto di South West Norfolk è da allora seggio blindato per la Truss, che lo ha conservato alle elezioni del 2015, del 2017 e del 2019.
Dopo la sua elezione alla Camera dei Comuni il 6 maggio 2010, Truss ha condotto una campagna per questioni tra cui il mantenimento della base dei Tornado della RAF nella località di Marham nel suo collegio elettorale; nel marzo 2011 ha scritto un articolo per il centro studi liberale CentreForum in cui ha sostenuto la sua svolta a liberista thatcheriana . Nell’ottobre 2011 ha fondato il Free Enterprise Group, sostenuto da oltre 40 parlamentari conservatori, assieme ai quali ha scritto il libro After the Coalition, un saggio-manifesto che cercava di sfidare il consenso sull’inevitabile declino economico della Gran Bretagna dopo la Grande Recessione, sostenendo il ritorno di una cultura più imprenditoriale e meritocratica.
L’anno successivo ha iniziato la sua carriera ministeriale. Il 4 settembre 2012 Truss è stata nominata Sottosegretario di Stato presso il Dipartimento per l’istruzione, con responsabilità per l’assistenza all’infanzia e l’apprendimento precoce, la valutazione, le qualifiche e la riforma del curriculum, il comportamento e la frequenza e la revisione dei programmi di alimentazione nelle mense scolastiche.
Due anni dopo la promozione a ministro, come Segretario dell’Ambiente, tema fondamentale per l’agenda del governo Tory di Cameron. Da Ministro dell’Ambiente ha firmato per Londra gli Accordi di Parigi del 2015.
Sostenitrice del Remain al referendum sulla Brexit del 2016, dopo la vittoria del Leave la Truss si è sganciata dalla caduta del suo patrono politico David Cameron. Nel governo Tory di Theresa May è stata nominata Segretario di Stato per la giustizia e Lord Cancelliere. Truss è diventata la prima donna a ricoprire una delle due posizioni e la prima donna Lord Cancelliere nella storia millenaria dell’istituzione.
Negli anni successivi è iniziato il suo avvicinamento all’alfiere della Brexit, Boris Johnson, di cui è diventata una ferrea sostenitrice. Quando BoJo ha scalato il Partito Conservatore nel 2019, conducendolo poi al trionfo elettorale nel dicembre successivo, la Truss lo ha sostenuto, diventando addirittura una fautrice della Brexit “dura” in caso di mancato accordo con l’Unione Europea.
Johnson ha premiato la sua vicinanza nominandola titolare del Commercio Internazionale tra il 2019 e il 2021 negli anni in cui la Global Britain si plasmava attraverso gli accordi commerciali con i Paesi del Commonwealth. Nel dicembre 2021, infine, l’ultima e decisiva promozione a Ministro degli Esteri.
Liz Truss ha conquistato Downing Street anche e soprattutto per la visibilità ottenuta durante la guerra in Ucraina, durante la quale è emersa come falco anti-russo e sostenuto apertamente l’invio di armi a Kiev e la rottura delle relazioni con Mosca.
Boris Johnson ha costruito mese dopo mese in Truss la figura della sua erede ideale agli occhi dei membri del Partito Conservatore: legata ai principi ideali del partito, ispirata alla Thatcher e fedele alla linea del premier in politica estera, la Truss, pur con una popolarità inferiore nel Paese rispetto a quella di Rishi Sunak e altri ministri di peso, ha ottenuto il consenso del gruppo parlamentare e della base del partito.
La scelta di non abbandonare Johnson nel luglio 2022, alla caduta del governo, è stata con il senno di poi vincente. Nelle elezioni interne per la scelta del nuovo premier ha “doppiato” in testa tutte le votazioni tra i deputati. Per poi vincere, come annunciato il 5 settembre, a ampia maggioranza il ballottaggio finale contro il Ministro dell’Economia Sunak. Per lei si sono aperte le porte di Downing Street in un momento difficile per l’economia e la politica nazionale.
A complicare le cose alla Truss, al momento del suo insediamento, lo choc della morte della Regina Elisabetta II dopo settant’anni di regno e a due giorni dall’incontro tra la nuova leader conservatrice e la 96enne sovrana, che negli ultimi giorni della sua vita ha potuto nominare il quindicesimo premier di una serie iniziata nel 1952 con Winston Churchill.
La foto di Elisabetta II con Liz Truss scattata all’arrivo della neo-premier al Castello di Balmoral, in Scozia, nella giornata del 6 settembre 2022 resterà l’ultima di un’apparizione pubblica della regina. La Truss ha immediatamente mostrato il suo profondo cordoglio per un evento che segnala la complessità dello scenario politico interno di un Regno confuso sul piano materiale e diviso sul piano politico, privato dalla scomparsa della storica monarca, la più longeva di tutti i tempi, di un simbolo di unità nazionale. Alla morte della sovrana, la Truss ha interrotto le attività del Parlamento e cercato un confronto diretto con il nuovo sovrano, il quasi 74enne Carlo III.
Il 10 settembre, dopo l’insediamento del nuovo monarca, la Truss ha dichiarato in Parlamento di voler esprimere “sostegno e devozione a Sua Maestà re Carlo III”. Truss, come il leader dell’opposizione laburista Keir Starmer e altri deputati, ha tessuto un commosso elogio funebre a tutto tondo della regina. E ha invitato tutti a prendere esempio da lei per affrontare ora con “coraggio” un passaggio che segna “un cambiamento delle nostre vite”.
Immediato anche l’endorsement alla vocazione politica e sociale di Carlo III, da erede al trono principe colto e attivista. Truss ha messo in evidenza l’impegno di Carlo su temi come “la conservazione” dell’ambiente, le questioni sociali, “la diplomazia” reale, evocando per il futuro “un’era carolina di progresso e speranza” verso l’ulteriore modernizzazione del Regno Unito.
Truss ha costruito, nei giorni di esordio del governo, una squadra fortemente orientata all’ortodossia neoliberista in campo economica e a favore di un’agenda law and order in politica interna, oltre che apertamente schierata contro Russia e Cina in campo geopolitico. Una nomina chiave è stata quella di Kwasi Kwarteng come Cancelliere dello Scacchiere. 47enne come la Truss, Kwarteng, co-autore con lei di un libro intitolato Britannia Unchained, che proponeva nel 2012 sviluppo del Paese verso un’economia a bassa tassazione e un governo più leggero in perfetto stile neoliberista, è stato il simbolo della svolta che la neo-premier ha voluto imporre.
La prima manovra del governo è stata volta a operare un drastico contrasto al caro-bollette, a cui la Truss ha voluto far seguire una manovra economica da 45 miliardi di sterline contenente un drastico taglio alle imposte, inclusa una riduzione dell’aliquota massimale a coloro che guadagnavano più di 150mila sterline l’anno, rientrando nel massimo scaglione fiscale. Regista della mossa il Cancelliere dello Scacchiere Kwarteng, che però è stato travolto dalle polemiche, dalla protesta dei lavoratori, dalle rimostranze sindacali e dal panico dei mercati, che hanno sonoramente bocciato la manovra.
Molti economisti hanno infatti criticato la scelta di tagliare un’imposta sui redditi dei più abbienti in un momento dove, proprio grazie alla loro ricchezza, sono meno affetti dall’innalzamento del costo della vita e dall’inflazione e il maldestro tentativo di giustificare in un secondo momento la misura, fondato sull’assunto proprio dell’ideologia thatcheriana secondo cui il taglio alle imposte avrebbe permesso all’economia inglese di rifiorire aumentando il denaro messo in circolazione dalla classe più ricca. Un’ipotesi che in parte ottenne conferme negli Anni Ottanta, ma nel 2022 ha portato all’ascesa della speculazione finanziaria, del crollo della sterlina e del panico nei mercati, che hanno travolto il pacchetto Kwarteng-Truss.
Il 4 ottobre la Truss e Kwarteng alla convention Tory di Birmingham hanno dichiarato la fine della proposta di taglio alle tasse. Pochi giorni dopo, è caduta anche la proposta di invertire l’imposizione di una tassa sugli extraprofitti energetici al 25% decisa dal governo Johnson. Il 14 ottobre 2022, infine, Kwarteng si è dimesso, dopo soli 38 giorni di mandato, che hanno fatto di lui il Cancelliere dello Scacchiere col secondo mandato più breve della storia dopo quello di Iain Macleod, che morì stroncato da un infarto a soli 57 anni nel 1970, 30 giorni dopo la sua nomina da parte del premier conservatore Edward Heath. Un duro colpo per la Truss che ha dovuto subire in poco più di un mese lo choc della morte della Regina Elisabetta e la caduta del suo principale alleato al governo.
Travolta dal caos politico, Liz Truss ha visto nella giornata del 19 ottobre una serie di uscite pubbliche di deputati Tory critici nei suoi confronti.
Sostituito Kwarteng con Jeremy Hunt, Truss ha visto totalmente destrutturato il maxi-piano fiscale e ha totalmente perso il controllo del partito. Nella giornata del 20 ottobre è arrivato l’inevitabile epilogo della breve carriera da premier dell’ex Ministro degli Esteri.
Il presidente del partito conservatore, Jake Berry, è arrivato in giornata a Downing Street, seguito da Sir Graham Brady, presidente del 1922 Committee, e dopo averlo incontrati la Truss ha lasciato ufficialmente. Dimettendosi da premier e da leader Tory a soli 45 giorni dall’assunzione dell’incarico: il suo mandato è dunque il più breve di sempre tra quelli dei cinquantasei premier alternatisi alla guida del Regno Unito.