Binyamin Gantz è leader di “Blu & Bianco”, la formazione centrista israeliana nata nel febbraio del 2019 per sfidare il Likud di Benjamin Netanyahu per la guida politica dello Stato di Israele. Per questo motivo, Gantz viene riconosciuto quale avversario più accreditato dell’attuale primo ministro israeliano: per lui si tratta della prima vera esperienza in politica.
Binyamin Gantz nasce nel villaggio di Kfar Ahim, nel sud di Israele, il 9 giugno 1959. Le sue origini rimandano all’est Europa. Suo padre, Nahum Gantz, nasce infatti in Romania e raggiunge la Palestina quando questa è ancora sotto il mandato britannico. La madre, invece, Malka Gantz, proviene dall’Ungheria ed è una sopravvissuta all’Olocausto.
I suoi genitori fondano un moshav, ossia una colonia agricola, non lontano da Ashdod. Il moshav prende il nome di Kfar Ahim ed è il villaggio che attualmente contiene circa 900 abitanti, dove nasce il figlio Binyamin Gantz. Quest’ultimo frequenta le scuole delle cittadine vicine, prima di intraprendere gli studi universitari a Tel Aviv ed entrare nell’esercito.
Nel 1977, compiuti i 18 anni, Gantz si arruola nell’esercito. Contemporaneamente ai primi anni di accademia presso le Idf, Israeli Defence Force, studia storia a Tel Aviv, città in cui si laurea e da cui si trasferisce per prendere in seguito un master in scienze politiche ad Haifa all’inizio degli anni Ottanta. Ma è l’impegno militare quello in cui Binyamin sembra dedicarsi maggiormente: nel 1977 è volontario tra i paracadutisti e la sua prima missione è quella di garantire la sicurezza durante la visita di Anwar al-Sadat in Israele. Negli anni successivi, come paracadutista, partecipa all’intervento in Libano del 1982.
Ed è proprio tra i paracadutisti che Gantz inizia la scalata all’interno dell’esercito. Diventa comandante di brigata, partecipa alle varie iniziative militari israeliane in Libano, così come nei territori occupati durante la prima Intifada.
Nel 1989 Gantz diventa anche comandante di una delle più importanti unità d’élite dell’aviazione, ossia la compagnia Shaldag. Due anni più tardi, partecipa all’operazione Solomon, ossia al ponte aereo che viene creato per trasportare 14mila ebrei etiopi in Israele. Durante le fasi di quell’azione, è lui il comandante ad Addis Abeba.
La sua carriera compie poi un ulteriore importante scatto nel 1995, quando viene nominato comandante dei paracadutisti. Un incarico che mantiene fino al 1997, anno in cui viene nominato al vertice della divisione Etgar. Nei primi anni 2000, contrassegnati dalla seconda Intifada, comanda l’esercito nelle zone nord di Israele e, nei mesi più caldi, nelle regioni della Giudea e della Samaria. Diventa quindi addetto militare negli Stati Uniti nel 2007, prima del ritorno in patria nel 2009 quando viene nominato vice capo di stato maggiore. Una lunga carriera militare, dunque, che permette a Gantz anche di maturare le idee politiche sul processo di pace e sulla questione palestinese.
Il 14 febbraio del 2011 Gantz diventa “ramatkal“, un termine ebraico con il quale viene identificato il capo di stato maggiore dell’esercito. Si tratta di una delle cariche più importanti e sentite all’interno di Israele, oltre che una delle più influenti.
La sua nomina è il coronamento di una lunga scalata all’interno dei ranghi dell’esercito, una carriera iniziata già a 18 anni e che porta uno dei più importanti paracadutisti a comandare le forze armate di Israele. Gantz è capo di stato maggiore fino al 2015 quando, al termine del suo mandato, viene sostituito da Gadi Eizenkot.
Dopo la fine dell’incarico come “ramatkal“, Gantz assume per alcuni anni la presidenza della Fifty Dimension, una società specializzata in tecnologia per la sicurezza informatica. Appesa la divisa al chiodo, si hanno poche apparizioni in pubblico per lui.
Fino a quando però, nel gennaio 2019, quasi a sorpresa, appare in un video di appena 17 secondi in cui annuncia il suo ingresso in politica: “Israele prima di ogni cosa” è il suo motto, mentre lancia la lista “Hosen L’Yisrael”.
Durante la carriera militare Gantz viene spesso ritenuto più vicino al Laburisti che al Likud, per questo la sua lista viene ritenuta centrista con uno sguardo a sinistra. Di sicuro, così come annuncia nel presentare la candidatura per le elezioni del 9 aprile, Gantz si ritiene alternativo a Netanyahu e corre per prenderne il posto come primo ministro.
Proprio in previsione delle elezioni del 9 aprile, Gantz decide di fondere la sua lista con quella di Yair Lapid, ex presentatore televisivo con il quale condivide un comune posizionamento centrista in seno allo scenario politico israeliano.
Nasce così la lista “Blu & Bianco“, il cui nome rievoca i colori della bandiera nazionale israeliana. L’accordo tra Gantz e Lapid prevede che, in caso di successo, i due si alternino alla guida del governo: i primi due anni di legislatura verrebbero svolti con Gantz come premier, i successivi due invece con Lapid.
Nelle elezioni del 9 aprile 2019, Blu & Bianco non ottiene solo per pochi voti la maggioranza relativa, con il governo che viene dunque affidato a Netanyahu. Quest’ultimo però non riesce a formare una coalizione e dunque vengono fissate nuove elezioni. Anche in questo caso, però, manca un vincitore netto. E la politica israeliana rimane appesa a un filo.
Soltanto nel giugno del 2020, a seguito di altre due elezioni anticipate che non hanno portato alla definizione di una chiara maggioranza, il quadro politico ha subito un’importante svolta: Netanyahu e Gantz si sono accordati per un governo definito di “emergenza”, per via del persistere della crisi innescata dall’epidemia da coronavirus, in cui è stata prevista una staffetta. Netanyahu ha assunto la guida del nuovo esecutivo, diciotto mesi dopo è previsto al suo posto l’arrivo di Gantz.