Chi è Alexandria Ocasio Cortez

Alexandria Ocasio Cortez è nata nella città di New York nel 1989, quasi in contemporanea con la caduta del muro di Berlino. E sempre nella Grande mela si è misurata, da giovanissima, col consenso degli elettori che le hanno assicurato uno scranno presso il Congresso degli Stati Uniti.

L’ascesa mediatico-elettorale della Cortez ha coinciso con la ricomparsa delle istanze di quella che, più o meno durante il 1968, era stata chiamata “new left”. La corrente politica della newyorchese è sessantottina nella misura in cui fa del giovanilismo un paradigma propagandistico fisso. Quella è la principale consonanza con gli anni delle proteste nate a Berkeley.

Bernie Sanders ci ha puntato: Alexandria Ocasio Cortez, nei piani dei progressisti, soprattutto in quelli del “vecchio leone” del Vermont, può essere la paladina di ciò che il Partito Democratico a stelle e strisce deve diventare. Forse gli Stati Uniti non sono ancora pronti per abbracciare il socialismo – basti pensare alla vittoria di Joe Biden – , ma certo gli asinelli non sono più quelli dei tempi degli Obama-Clinton. E questo, in parte, si deve pure al fenomeno Cortez.

Alexandria Ocasio Cortez è un simbolo. AOC – questo è il nome di battaglia – viene dal basso, e lo rivendica. Prima di essere eletta, la deputata svolgeva la professione di bartender. La sua storia personale è molto dibattuta. Netflix ha pubblicato “Knock Down The House”, un documentario che racconta pure di come AOC si sia fatta le ossa. Il perché è semplice da spiegare: la politica americana non è molto abituata ad allargare le maglie per dare spazio a chi non proviene dall’establishment. La vicenda dell’esponente dei Dem, in questa chiave di lettura, assomiglia a quella di Barack Obama, seppur con qualche differenza di rilievo. Per esempio, in maniera diversa dall’ex presidente degli Stati Uniti e da sua moglie, la Cortez non è considerata pronta per la corsa presidenziale.

Il fatto che abbia appena trent’anni influenza l’opinione pubblica. Il padre di Obama è morto in un incidente stradale in Africa. Anche quello della Cortez è morto mentre la figlia era ancora giovane, ma di cancro. E la parola “sacrificio” accompagna entrambe le biografie dei due personaggi politici. Alexandria, però, è espressione di quello che in dottrina politica si chiama left-wing populism. Niente a che vedere con il moderatismo obamiano.

 

Per comprendere la parabola politica di Alexandria Ocasio Cortez, bisogna approfondire il contesto sociale newyorchese. La Grande mela non è soltanto Manhattan. AOC è stata eletta nel quattordicesimo distretto, quello del Bronx. Quei luoghi, anche a livello cinematografico, non sono mai stati sinonimo di sicurezza sociale. La demografia americana sta cambiando. E gli ispanici, tra gli originari di Puerto Rico come la Cortez, non sempre possono contare su un sistema in grado di garantirgli dei diritti sociali basilari. Per comprendere ancora meglio, è utile tenere a mento quello che è accaduto durante l’esplosione epidemica dovuta al coronavirus: a New York, in molti, nelle amministrazioni, si sono interrogati sull’opportunità di chiudere le scuole. Alcuni bambini, del resto, hanno la possibilità di mangiare cibo salutare solo grazie a quello che viene fornito nelle mense scolastiche. Ai piedi dell’Hudson, insomma, non risiedono soltanto colletti bianchi e membri di potentati. AOC ha attecchito proprio sulle classi sociali meno abbienti.New York è una città costruita sui migranti e sull’immigrazione. Ottenere una green card nella Grande mela è più facile che altrove. Le minoranze newyorchesi si sentono spesso sfruttate da chi gestisce i processi economici. La conseguenza, che vale un po’ per tutti gli Stati americani, come le stratigrafie elettorali hanno dimostrato, è stata la nascita di quello che abbiamo iniziato a definire “populismo”. Ne esiste uno di destra, che Trump incarna alla perfezione, ma ne esiste anche uno di sinistra, che la coppia formata da Bernie Sanders ed Alexandria Ocasio Cortez stanno cercando d’importare, seguendo un modello che persiste per lo più in Europa e in Sud America, negli States.

Alexandria Ocasio Cortez si è candidata alle primarie democratiche valevoli per un posto al Congresso nel 2017. E nel 2018 è stata eletta. La portata di quella che rimane una performance più unica che rara nelle sue caratteristiche dipende anche dal nome del suo oppositore interno: quando Joseph Crowley ha vinto per la prima volta nel collegio del Bronx era il 1999. Stando alle ricostruzioni che circolano, le velleità del politico erano chiare: occupare il posto che poi sarebbe stato assegnato a Nancy Pelosi, ossia la sedia dello speaker della Camera. Il documentario di Netflix sopracitato inizia con la Cortez che parla delle differenze di genere, che in America risultano essere ancora percepite. “Come ti prepari – dichiara AOC – a qualcosa che non sai se accadrà?”. Bernie Sanders, a quelle elezioni di medio-termine, era considerato uno sconfitto di pregio, un socialista, che due anni prima aveva perso contro Hillary Clinton, ma che poteva comunque contribuire ad una svolta programmatica favorevole ai penultimi e agli ultimi. E Sanders, in quella fase, ha scelto proprio di appoggiare la Cortez, che gli avrebbe poi restituito il credito, sostenendo il senatore del Vermont alle primarie presidenziali del 2020. Da quel momento in poi, sarebbe sorta la cosiddetta “corrente Sanders”, l’America profonda, ma di sinistra, riunita attorno ai suoi due leader.

Bernie Sanders è il padre politico di AOC. I due condividono la necessità di rivedere nel complesso il paniere dei diritti garantiti agli americani: dalla sanità pubblica per tutti, alla “free education”, passando per la lotta alle assicurazioni private e alla libertà d’ingresso per i migranti messicani e non. Sanders ed Alexandria Ocasio Cortez sono in sintonia perfetta. Anche se il termine “socialista” rimane avvolto nel manto dei tabù impronunciabili. La grande sfida dei Sanders e delle Cortez in fin dei conti è proprio questa: vincere della battaglie che in Europa sarebbero valutate alla stregua di banali rivendicazioni degli emisferi progressisti. Ma negli States un programma elettorale di quel tipo equivale ad un aumento della tassazione che buona parte della popolazione, repubblicani in testa, reputa inapplicabile. E la “new left” si deve scontrare con una realtà che non sembra disposta a cambiare. Bernie Sanders sfonda tra le giovani generazione pure grazie alla rabbia cavalcata dalla Cortez, che è ideologicamente schiacciata sull’anti-trumpismo militante.

L’incremento della spesa pubblica, con la tutela della sanità e dell’istruzione, è uno dei mantra programmatici di Alexandria Ocasio Cortez. Ma non è certo l’unico. La deputata, dopo essere stata eletta al Congresso, è emersa soprattutto per la proposizione di un piano, il Green New Deal, che sulla scia di quanto predicato da Greta Thunberg, dovrebbe modificare la società occidentale in senso ambientalista. Non è soltanto una questione relativa al numero di aerei presi, che per AOC deve scendere in modo rimarchevole. Si tratta di modificare lo stile comportamentale degli statunitensi. Un po’ come aveva provato a fare Michelle Obama per la alimentazione. Ma per The Donald – manco a dirlo – si tratta di misure irrealizzabili, che comprometterebbero l’economia. Zero emissioni, zero carbone, utilizzo esclusivo delle energie rinnovabili: questa, in estrema sintesi, è l’utopia di Alexandria Ocasio Cortez. Il Green new deal, durante le primarie del 2020, è stato sposato dalla maggior parte di candidati. Tutto il disegno della Cortez è intriso di ecologismo: l’ambientalismo viene così correlato per esempio ai nativi, che vedono soddisfatta la loro domanda di rappresentatività. Tra le proposte più criticate, c’è di sicuro quella della diminuzione demografica: la Cortez, e quelli della sua corrente, pensano che l’umanità stia crescendo troppo. E che per salvare l’ambiente si debba limitare il numero di figli a persona.

Alexandria Ocasio Cortez non è solo la speranza della nuova sinistra, ma anche la più giovane deputata ad essere mai stata eletta nella storia degli Stati Uniti. Non è un peso per lei, che anzi ha sfruttato questo primato storico per provare ad incidere sulle logiche interne al partito di cui fa parte, senza riuscirci troppo. Gli elettori degli asinelli hanno compreso quanto AOC possa dare in prospettiva, ma non la considerano pronta. Del resto, nessuno a trent’anni può ambire a posti di rilievo. Una candidatura da presidente degli Stati Uniti o da vice, anche nel caso Alexandria volesse, rimane improbabile pure pensando al 2024. AOC ha davvero tanta strada da fare. E questo, a guardar bene, è il quesito che la accompagnerà da qui ai prossimi anni: nonostante abbia avuto accesso al Congresso prima di compiere i trent’anni, la Cortez riuscirà a rimanere fedele a se stessa o si comprometterà con l’establishment partitica pur di sbarcare il lunario? Per ora non possono essere date risposte certe.

Nel Bronx – vale la pena segnalare come AOC sia stata eletta anche nel distretto del Quince – sono un po’ territoriali, per usare un eufemismo. Quando è uscito Joker, la pellicola di Todd Phlipis, la scalinata in cui Joaquin Phoenix balla, che si trova proprio da quelle parti, è stata presa da mira da coloro che desideravano, e desiderano tuttora, immortalare se stessi nella posizione dell’avversario di Batman, mentre nel film, con una danza, sigilla di aver finalmente raggiunto una propria identità soddisfacente. Ma da quelle parti non sono tanto inclini ad assecondare la fan base. Pure la Cortez ha detto la sua sul fenomeno: “Sono contenta di poter dire che il Bronx è molto più sicuro ora. Credo – ha aggiunto – che molti di noi stiano pensando: ‘Ehi, tenete i vostri post di Instagram lontani da Boogie Down’ …Nel senso, ‘è una cosa nostra’. Ma il Joker di Todd Philips – e questo forse è uno degli elementi di maggiore interesse – non si discosta molto, almeno in termini sociali, dalle situazioni esistenziali che Alexandria dice di voler risollevare. Sappiamo, ad esempio, quanti problemi l’America abbia con le dipendenze. Bene, alla Cortez più di qualcuno ha riconosciuto il merito di aver sollevato, in modo pure deciso, i legami che intercorrerebbero tra certe aziende farmaceutiche e la somministrazione continuativa di oppiacei o di sostanze in grado di aumentare la concentrazione, che ai giovani negli States possono essere prescritte abbastanza presto. Il Joker di Todd Philips non sembra essere dipendente, ma nel corso della storia perde l’assistenza psicologica per via dei tagli esecutivi. AOC vorrebbe che l’Obamacare – quella che Trump vorrebbe far sparire per via dei costi – fosse addirittura estesa.

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